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Segreteria Rinascimento - 16 maggio 1997
Da "L'OPINIONE" del 16 maggio 1997, pag.1

DOPO CHIANCIANO, IL BATTESIMO DEL FORUM DELLE LIBERTA

Di Cristina Missiroli

In principio fu Chianciano. Il seguito, secondo Giuliano Ferrara, era destinato a non esserci mai. Perchè spiegava sul Foglio il direttore quando i liberali italiani prendono un'iniziativa, di solito la fanno naufragare nel breve volgere di un mattino. Così è sempre stato e sempre sarà. Amen. Invece, il gruppo trasversale dei liberali del Polo (e oltre), che si era incontrato per la prima volta nella cittadina termale il 15 e 16 marzo scorsi, non ha abbandonato il suo intento. Anzi. Sabato e domenica prossimi si riunirà di nuovo, a Roma, per battezzare ufficialmente il suo "Forum delle libertà". In quest'occasione saranno eletti gli organi direttivi. Per la precisione: un presidente (l'unica poltrona scontata: sarà quasi sicuramente assegnata ad Antonio Martino), un esecutivo (probabilmente di cinque membri), una direzione (con una ventina di posti) e un consiglio nazionale allargato, forse, ad un centinaio di rappresentanti. Ma cosa vuol essere questo "Forum"? L'iniziativa era nata da alcuni fermenti inte

rni a Forza Italia: i liberali del gruppo comunemente detti falchi, si lamentavano della mancanza di un luogo di dibattito interno. Constatavano che gli iniziali contenuti del programma forzista si erano, a poco a poco, annacquati. E, insieme al programma, erano naufragate anche la rivoluzione del 1994 e la grande speranza che Forza Italia potesse diventare davvero il primo partito liberale di massa. Cosi, alla fine, Antonio Martino Marco Taradash, Alfredo Biondi, Giulio Savelli, Emesto Caccavare e gli altri decisero di darsi un appuntamento. "Non per battezzare una corrente spiegarono Martino e Taradash ma per rilanciare l'anima riformatrice di Forza Italia". Sempre a marzo era uscito allo scoperto, ritagliandosi dignità e spazio di corrente, il gruppo dei liberalnazionali: una decina di deputati e senatori di Alleanza Nazionale che, come spiegava il capofila Giuseppe Basini, "credono che per la destra sia naturale avere un impostazione liberale e liberista. Perchè il cittadino deve sapere che il momento

delle libertà è a destra, mentre il momento dell'uguaglianza è a sinistra. E questo messaggio deve passare chiaro e forte". Anche questa neonata corrente di An partecipò all'incontro di Chianciano. E siccome non tutti i liberali si ritrovano dentro i confini del Polo, alla convention del marzo scorso presero parte anche alcuni rappresentanti dell'area esterna all'attuale centrodestra. Arrivarono, ad esempio, Mario Segni, Diego Masi e Marco Pannella. Gli organizzatori erano riusciti nell'intento di mettere intorno ad un tavolo i vari spezzoni liberali. Senza fanfare e senza pubblicità avevano radunato un totale di un migliaio di persone, con una cinquantina tra deputati e senatori e un centinaio di consiglieri comunali, provinciali, regionali. E si convinsero che, forse, si poteva tentare la creazione di un coordinamento tra i rappresentanti dell'area. Cosi rimase stabilito, e il convegno si aggiornò fissando un nuovo appuntamento a Roma e dando vita (su proposta di Biondi) ad un intergruppo parlamentare. Ogg

i, l'obiettivo è esattamente quello di portare a termine il compito: battezzare anche formalmente una lobby liberale trasversale (che attraversi sia ai partiti del Polo sia agli attuali schieramenti) e stabilire un collegamento durevole tra i vari gruppi e individui che intendono aderire all'iniziativa. Un legame operativo che può servire a rendere più influente la lobby liberale all'interno dei partiti e dei gruppi parlamentari. L'esistenza di lobbisti esterni infatti dovrebbe dare più forza a quanti, all interno del loro movimento, intendono far valere posizioni liberali. Anche senza violare il legame di lealtà e di fiducia con i partiti che li hanno eletti.

 
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