MERCATO DEL LAVORO: I COMMERCIANTI AL FIANCO DI PANNELLA
Di Vittorio Macioce
Riforma del welfare e mercato del lavoro: scendono in campo i commercianti. Se la Confindustria nicchia di fronte ai nuovi referendum proposti da Pannella e non se la sente di affrontare a viso aperto i sindacati, la Confcommercio si sbilancia e mostra un po' di coraggio in più. "Su alcuni non siamo d'accordo precisa il presidente Sergio Billè ma quelli che vediamo con favore sono numerosi, più del doppio di quelli appoggiati dagli industriali". E c'è un punto, soprattutto, sul quale i commercianti sono pronti a dare battaglia fin dall'inizio: l'abolizione di tutti quei vincoli che bloccano ancora i contratti atipici (parttime, lavoro stagionale o a tempo determinato, interinale). "E' una scelta logica conferma l'economista Mario Baldassarri In fin dei conti si tratta di forme contrattuali utili in particolar modo per imprese di dimensioni ridotte, quelle che subiscono di più le oscillazioni del mercato e di conseguenza richiedono una maggiore flessibilità sul fronte del lavoro". L'appoggio della Confcom
mercio ha ridato un minimo di buon umore a Marco Pannella, anche se i Riformatori, dopo l'esperienza con Fossa e compagni, preferiscono muoversi con cautela, senza farsi troppe illusioni. "Aspettiamo dice Benedetto Della Vedova, segretario del movimento Martedì, quando si riunirà la giunta dell'associazione guidata da Billè, potremo dire se l'appoggio ci sarà effettivamente oppure no. Non vogliamo sorprese dell'ultima ora. Anche se, senza dubbio, i commercianti da tempo si mostrano più coraggiosi degli industriali hanno meno paura dei sindacati e, ormai, ben poco da aspettarsi dal governo. Per loro, incentivi tipo rottamazione, non sono in programma". Senza dubbio, la Confcommercio è in rotta di collisione con Prodi e la sua maggioranza. La prossima manovra finanziaria annuncia infatti il centro studi dell'associazione sarà di 40mila miliardi ma se i mercati esteri non ci daranno fiducia, arriverà a 60mila miliardi. Oltretutto, precisano, il tasso di crescita dell'economia italiana sarà del 1,5 per cento
, inferiore quindi a quello ipotizzato dal governo (2%). ''Prodi si sbaglia dichiara Billé Non siamo fuori dalla crisi. E ci attendono 67 mesi particolarmente duri. Il paese deve fare tutti gli sforzi necessari per rispettare i parametri di Maastricht, ma per entrare in Europa bisogna stimolare la ripresa economica e tagliare sul serio la spesa sociale". Ciò che preoccupa è, in particolar modo, l'atteggiamento ambiguo e "superficiale" della maggioranza, che non è ancora riuscita a superare le sue contraddizioni interne. "Nei tagli alla spesa sottolinea Billé il governo fa qualche passo avanti, seguito subito da qualcuno indietro. Il riallineamento della aliquote Iva, per esempio, avrebbe la conseguenza di innalzare, nella migliore delle ipotesi, l'inflazione di 4 decimi di punto. La riforma del welfare, insieme alle privatizzazioni e al nuovo assetto istituzionale, devono essere fatte nel prossimo semestre, altrimenti i rischi per la nostra economia sono definitivi. E' in gioco la credibilità della class
e politica. Non possiamo pensare che l'Europa ci firmi una cambiale in bianco". Ma su questo fronte, il governo, è in grossa difficoltà. I sindacati, soprattutto Cgil e Uil, hanno fatto capire che le pensioni sono l'ultimo aspetto da esaminare. Per quest'anno, in pratica, sarebbe opportuno non parlarne affatto. D'altro canto, però, una riforma dello stato sociale, che non affronti il nodo previdenza è del tutto inutile. Per ora più che risolvere i problemi, si cerca di rinviarli. E l'unico atto di coraggio si registra sul terreno della scuola dove la posizione dei sindacati è più debole. Il governo, in pratica, ha approvato un decreto che programma il flusso di pensionamento degli insegnanti. Delle 65mila domande presentate ne sono state accettate circa la metà. Il blocco, insomma riguarderà 32mila docenti.