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Segreteria Rinascimento - 22 maggio 1997
Da "IL CORRIERE DELLA SERA" del 22 maggio 1997, pag. 6

PENSIONI, IL GOVERNO SCOPRE LE CARTE

Prodi: "Faremo un Dpef breve ma non reticente, la settimana prossima sarà pronto e reso pubblico".

Oggi il Consiglio dei ministri. Il premier promette a Rifondazione il confronto "perché poi non ci siano equivoci e tensioni". La replica: prima l'occupazione

BUDAPEST C'è chi vede nero e chi vede rosa. Il Professore e socio fondatore del club degli ottimisti. Turbolenze sul cielo di Roma? Rispetto ai mesi scorsi siamo in bonaccia assoluta". I ritardi sul cammino del Dpef? "Nessun rinvio, avevamo tempo tutto maggio". Le spine dell'economia? Ci sono già i segni della ripresa". La febbre della politica? "La normale temperatura della polemica italiana". L'ostacolo di un vertice chiesto da Bertinotti prima di varare il Documento di programmazione economica e finanziaria? "Ma i vertici ci sono continuamente. Il confronto è costante. Si può fare un incontro con i segretari di partito o con i gruppi parlamentari. Non è il tipo di riunione che conta, ma il fatto che ci sia un dialogo continuo e sempre vivo". Proprio nessuna nuvola? Nemmeno sulle pensioni, con quel ricorrente tagliare si o tagliare ni? "I1 Dpef sarà più breve degli altri anni ma non reticente", annuncia Romano Prodi. Meno pagine ma parole chiare: con dentro la potatura del Welfare State. Il presidente del

Consiglio non ha dubbi: "Faremo un documento serio che metterà in rilievo le scelte del Governo per l'anno prossimo non solo per lo stato sociale". L'acronimo "Dpef" non è mai stato famoso e la lettura di un "Documento" che progetta il nostro futuro non è mai arrivata a diffusione nazional popolare. Ma stavolta è meglio per tutti buttarci un occhio. Per sapere come andrà a finire su previdenza e cose simili che ci stanno a cuore. I nostri partner europei potranno capire se siamo okey per Maastricht. Prodi. sempre per la serie del vedo rosa, insiste nel pronostico: "Sicuramente avremo i parametri in regola per entrare con i primi". Bertinotti e i sindacati, con la voglia di mettere becco nel round finale sul Dpef, non hanno rovinato l'umore di Romano Prodi. Il "rinvio non rinvio" è utile. Tanto più che non c'era un ultimatum sulla data di presentazione. "La prossima settimana sarà pronto e reso pubblico". Prima no, solo perchè mancava l'imprimatur di Fausto? Il presidente del Consiglio, gran teorizzatore del

dibattito continuo, spiega: "I1 confronto, che verrà intensificato, è necessario. Anche perchè poi non ci siano equivoci, tensioni o problemi". Il discorso si può condensare così: Prodi concede il vertice a Bertinotti ma allo stesso tempo nega alla verifica un significato di battaglia campale. Con una regola severa: i conti europei dovranno quadrare. Infatti Prodi ricorda che "i contenuti saranno severi per raggiungere i parametri che aprono subito la porta dell'Europa". Pero il premier stempera la ricetta in un quadro economico (naturalmente) ottimista: "I segni della ripresa sono sempre maggiori. Finalmente vedo che molti, soprattutto dopo i nuovi dati sull'inflazione, hanno un nuovo orientamento Si sta spostando l'attenzione dal freno all'acceleratore". Come dire: anche altri entrano nel mio club.

 
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