Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
mer 21 mag. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Notizie lista Pannella
Segreteria Rinascimento - 24 maggio 1997
Da "L'OPINIONE" del 24 maggio 1997, pag. 3

REFERENDUM: UN'OPINIONE CONTROCORRENTE

Di Ottavio Lavaggi

Dalle colonne dell'opinione partono continui al sostegno dei referenda liberisti e federalisti, sui quali gli italiani avranno la possibilità di pronunciarsi il prossimo 15 giugno. Anche a me pare evidente che una affermazione del Sì costituirebbe una importante vittoria liberale, la cui potenziale portata supererebbe gli angusti limiti degli specifici quesiti referendari ammessi al voto, e ritengo pertanto opportuno andare alle urne il 15 giugno e votare Si su tutte le schede. Detto questo, non riesco a sopprimere il timore che questa battaglia possa risolversi in una pericolosa sconfitta sia della causa referendaria che delle tesi liberiste. Sono stato uno dei promotori dei tre successivi gruppi di referenda elettorali e liberisti che negli ultimi anni hanno mutato il panorama politico italiano, ma questa preoccupazione mi ha spinto a non sottoscrivere gli ultimi referenda di Pannella. Quali erano i motivi della mia perplessità? Erano tre. In primo luogo ritenevo un errore presentare un numero molto elevat

o di referenda tra loro eterogenei, non tanto perchè ritenga l'elettorato incapace di decidere saggiamente su .molte cose allo stesso tempo, ma perchè ero certo che l'eccesso di zelo referendario avrebbe rafforzato le tesi di chi vorrebbe limitare fortemente le possibilità di referendum offerte dall'attuale normativa in materia. In secondo luogo mi sembrava prevedibile che la Corte Costituzionale avrebbe nuovamente respinto i referenda elettorali, evirando così la battaglia referendaria del suo elemento politicamente più importante. Qui in effetti il mio pessimismo si è rivelato insufficiente, vista la falcidia di referenda operata dalla Corte. In terzo luogo ritenevo fortissimo il rischio di non raggiungere il quorum di votanti necessario per dare validità al responso delle urne producendo di conseguenza la falsa impressione che la maggioranza degli italiani sono stanchi di votare questo o quel referendum e non si interessano minimamente delle tesi liberiste. E' su questo terzo punto che bisogna oggi a mio

parere riflettere seriamente. per capire cosa sia effettivamente utile e possibile fare per aiutare la causa referendaria. La campagna referendaria, a poche settimane dal voto, si sta infatti svolgendo nella quasi clandestinità, ed il rischio di un basso afflusso alle urne è elevatissimo. L'unico che oggi si batte con l'abituale caparbia energia e dedizione è Pannella, che ha ingaggiato a suo tempo questa battaglia in sostanziale solitudine. Se il 15 giugno i referenda faranno "flop", il principale sconfitto sarà Pannella, e solo indirettamente i liberisti italiani ed il Polo per le Libertà. Se tutti i liberali non pannelliani si butteranno anch'essi a corpo morto nello scontro, senza peraltro riuscire a modificarne sostanzialmente l'esito, la sconfitta referendaria diverrà una sconfitta politica dei libera li del Polo e dell'Ulivo, a tutto vantaggio dei rispettivi concorrenti postdemocrlstiani, postcorporativi e postcomunisti. Se invece la battaglia referendaria diventerà la battaglia di tutto il Polo, sar

à più facile raggiungere il quorum, anche perchè i seguaci del No saranno costretti ad andare a votare per cercare di evitare una travolgente vittoria degli abrogazionisti. Insomma, il dilemma principale per i liberalliberisti mi sembra oggi essere questo: vi sono o non vi sono le condizioni politiche per impegnare a fondo le principali forze del Polo nella battaglia referendaria nei pochi ma decisivi giorni che ci separano dal 15 giugno? Se ciò è impossibile, occorre riflettere con realismo sulla tattica più efficace, e valutare ad esempio se non sia più opportuno puntare le nostre carte, sin d'ora ed esplicitamente, su una successiva battaglia referendaria che potrebbe riguardare sia la legge sul finanziamento pubblico dei partiti che la legge elettorale ed un eventuale risultato insoddisfacente dei lavori della Bicamerale. Insomma, possiamo convenire con Guglielmo d'Orange che "il n'est pas necessaire d'esperer pour entreprendre, ni de reussir pour perseverer", e ritenere che a volte è giusto ed opportuno

combattere anche battaglie politiche che non offrono immediate speranze di vittoria, ma nell'ingaggiare battaglia è sempre opportuno scegliere con saggezza il terreno ed i tempi dello scontro, perchè la vittoria rimane normalmente preferibile alla sconfitta.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail