I BICAMERALISTI E I LANCIATORI DI STERCO
C'è da augurarsi che i bicameralisti non mollino e che trasformino l'estate imminente nella stagione del grande accordo. E che sia, come può essere, una intesa seria, fondata su una analisi razionale e informata della realtà italiana, capace di far muovere il paese, di promuovere il suo rango e la sua funzione nel sistema europeo degli Stati, liberandoci infine dai veleni della malagiustizia, dagli impacci di un'economia bolsa e nemica della responsabilità e della libertà degli individui. C'è da augurarsi che siano premiate non le vanità e le faziosità professorali delle vedette parlamentari, dei sacerdoti del giornalismo e dell'opinionismo giustizialista, delle vecchie barbe della politica di partito preoccupate che declini il sistema istituzionale in cui si culla, in perenne dondolio, la loro piccola boria d'apparato. C'è da sperare che i bicameralisti insistano tetragoni nelle loro proposte, ultima delle quali l'ottimo elaborato di Francesco D'Onofrio sul federalismo, e che mettano il parlamento e il paes
e di fronte alle loro responsabilità senza farsi trascinare nel caotico balbettio del Transatlantico, insomma che svolgano per una volta con senso dello Stato e del dovere civile, d'accordo con il grosso delle forze di maggioranza e con l'opposizione, il loro compito: darci una riforma dell'esecutivo, per un governo più forte e più responsabile di fronte agli elettori, guidato con maggiore autorevolezza in un clima di stabilità istituzionale (che poi lo chiamino o lo realizzino come premierato o semipresidenzialismo non c'è una tremenda differenza); e in aggiunta alla nuova forma di governo, ci diano anche una legge elettorale capace di ridurre la frammentazione politica senza spegnere le particolarità e le irriducibili identità di una lunga storia italiana, e poi una riforma della giustizia che metta in condizione di non nuocere a sè e agli altri questi pm che parlano di sè come mastini, che latrano al cielo nelle tavole rotonde la loro missione di custodia dell'onestà, mentre dovrebbero essere funzionari e
tutori della sola legge; e uno sbocco ci diano infine le loro eccellenze bicameraliste alla divisione territoriale del paese, per confermare nella formula federalista, e dunque rivoluzionando il rapporto tra sovranità centrale e sovranità delle autonomie territoriali, l'unità ovvia e inattaccabile di questo paese. Una volta Marco Pannella uso un'espressione un po' forte per bollare d'infamia certi suoi avversari giurati in Congresso, e li chiamo "lanciatori di merda". Ecco, i bicameralisti raccolgano le loro energie, tengano duro e si difendano, con i loro progetti e le loro bozze, che sono meglio della maggioranza delle chiacchiere con cui si pretende di tenere il paese sotto lo scacco della sua eterna confusione. Si difendano dai lanciatori di sterco, che sono tanti.