CIPOLLETTA: PENSIONI AL COLLASSO SENZA UNA RIFORMA RADICALE
Di R.R.
ROMA Revisione delle prestazioni pensionistiche e interventi sulla contribuzione previdenziale A detta di Innocenzo Cipolletta, soltanto una drastica riforma può evitare all'Italia il collasso del sistema pensionistico Durante un'audizione a Montecitorio, di fronte alla Commissione di vigilanza sugli enti previdenziali, il direttore generale di Confindustria ha presentato i dati che, in assenza di interventi, preludono alla crisi del sistema, giudicando insufficiente la riforma Dini e indicando le tracce di una nuova, auspicabile iniziativa di legge. Secondo il Fondo monetario internazionale, gli impegni finanziari già assunti dal sistema pensionistico pubblico italiano in termini di prestazioni future sono pari a 3,5 volte il Pil del '96. Un livello osserva Cipolletta assai superiore al 2,2 della Germania, al 2,6 della Francia,
all' 1,1 della Gran Bretagna o alla sostanziale parità fra impegni pensionistici e Pil che si registra negli Stati Uniti. Poi, nonostante l'elevato livello già raggiunto dal prelievo contributivo, l'aliquota di equilibrio (ovvero quella necessaria per garantire la piena copertura tra entrate e uscite) del Fondo pensioni lavoratori dipendenti dell'Inps (Fpld) e stimata in 48 punti, con un differenziale di 15 punti rispetto all'aliquota legale di contribuzione. "Secondo le proiezioni della Ragioneria generale osserva Cipolletta che già scontano l'applicazione della riforma Dini, l'aliquota di equilibrio del Fpld dovrebbe diminuire di soli 5 punti (al 43%) intorno al 2010 e tornare a 48% intorno al 2030". Non muta quindi l'indicazione di fondo: "Nei prossimi 35 anni il sistema continuerà a registrare ingenti squilibri finanziari a meno di non aumentare considerevolmente (di 1015 punti) l'attuale e già elevatissima (32,7%) aliquota di contribuzione". Da parte sua, la riforma Dini "contiene numerosi punti debol
i e sarebbe un grave errore ritenere che essa abbia risolto i problemi di equità e di sostenibilità del sistema pensionistico pubblico".
Di qui, la proposta avanzata dal direttore generale della Confindustria rivedere l'intero sistema delle prestazioni. In primo luogo, ritoccando le condizioni di accesso al pensionamento "in modo tra loro coordinato"" In secondo luogo, ritoccando i parametri della formula di calcolo della pensione. A detta di Cipolletta, gli interventi sul primo fronte dovrebbero includere l'eliminazione graduale del differenziale oggi esistente per il pensionamento di vecchiaia nel "sistema retributivo'', stabilire in 60 anni l'accesso al pensionamento di vecchiaia nel nuovo sistema contributivo; abolire "in tempi molto brevi" il pensionamento di anzianità equiparare le regole per tutte le gestioni e fondi particolari e abrogare immediatamente le pensioni baby dei pubblici dipendenti. Gli interventi sulla formula di calcolo proposti da Cipolletta poi, riguardano l'abbassamento dei "coefficienti di trasformazione'' e l'applicazione prorata del sistema contributivo a tutti gli attuali iscritti. "Dal lato delle entrate ha conc
luso Cipolletta durante la sua audizione è da escludere un aumento della già elevata aliquota di contribuzione a carico del lavoro dipendente. La situazione attuale già comporta una pressione fiscale e contributiva straordinariamente elevata, che scoraggia l'iniziativa imprenditoriale e aumenta il costo relativo del fattore lavoro. In prospettiva, va al contrario posto l'obiettivo di portare il punto di equilibrio del sistema a un livello che richieda un'aliquota più sostenibile". Nel frattempo però, è auspicabile intervenire anche sulla contribuzione in due direzioni eliminare le forme improprie di esoneri e riduzioni di aliquote o di imponibile, nonché rimuovere "ogni differenza tra aliquote di finanziamento e aliquote di computo della prestazione pensionistica".
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