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Notizie lista Pannella
Segreteria Rinascimento - 5 giugno 1997
Da "L'OPINIONE" del 5 giugno 1997, pag. 1

IL GARANTE CONTRO LE TV: IGNORANO I REFERENDUM

E Pannella chiede i danni alla Rai

Marco Pannella continua la sua lotta contro il tempo: un buona fetta della cittadinanza italiana, infatti, ancora non sa neppure dell'esistenza dei referendum del 15 giugno, mentre gran parte di coloro che sono a conoscenza dell'appuntamento ignorano quasi completamente l'argomento dei sette quesiti. E, siccome alla chiusura della campagna elettorale mancano ormai soltanto nove giorni, il leader radicale ha deciso di ricorrere alle maniere forti. Ieri mattina, infatti, si è recato con i suoi legali presso il tribunale civile di Roma, per chiedere d'urgenza (ex articolo 700 del codice di procedura civile) "un intervento cautelare e ripristinatorio della legalità per sospendere immediatamente la condotta illecita della Raitv" e per ottenere un immediato risarcimento dei danni subiti e di quelli subendi in termini anzitutto d'informazione sulle elezioni e sulle iniziative referendarie. Che i comitati promotori dei referendum stiano subendo un forte danneggiamento non è un'idea balzana di Pannella. Anche il Gara

nte per l'Editoria e la Radiodiffusione Francesco Paolo Casavola, è intervenuto duramente per censurare il comportamento degli organi di informazione. Ieri (dopo il primo richiamo inviato due giorni fa alle tv nazionali, private e pubbliche) è intervenuto nuovamente con un secondo appello. Si tratta di una lettera, inviata a Rai, Rti, Tmc, Rete A e alle radio private locali. Nella lettera viene ricordato che grande è la "responsabilità dei mezzi di comunicazione di massa e in particolare dell'emittenza pubblica e privata" rispettivamente tenute ad assicurare i presupposti di conoscenza per obbligo del servizio pubblico e per il rispetto dell'imperativo costituzionale di un diritto all'informazione completo, corretto e continuo. Casavola ricorda che il referendum costituisce un esercizio di un diritto fondamentale e che va "salvaguardato nella sua effettività". In questo senso l'assenza di informazione anche se non impedisce la partecipazione "formale" alla consultazione, "non rende concreta ed effettiva la l

ibertà di scelta". "Ciò che va protetto scrive Casavola non sono le ragioni del "si", ma la stessa corretta celebrazione del referendum, che postula un corretto processo di formazione della volontà referendaria, sia essa destinata ad esprimersi in un voto, positivo o negativo, ovvero m un ponderato comportamento di astensione". Per ciò, secondo il parere del Garante, "appare necessario, nei pochi giorni rimasti prima della consultazione referendaria del 15 giugno, destinare adeguati spazi di approfondimento informativo all'illustrazione dei contenuti dei singoli quesiti e delle ragioni rispettivamente di sostegno e di opposizione ai medesimi". E, siccome negli ultimi giorni, i curatori delle tribune referendarie televisive si sono scontrati con la difficoltà di portare in studio i fautori del no, Casavola spiega: ' l'eventuale assenza non può costituire impedimento alla realizzazione di programmi o servizi rispettosi di procedure che, rifuggendo da distorsive forme di spettacolarizzazione e suggestione, sia

no idonee a fornire una corretta base di orientamento sulla materia in discussione ". Dopo questo secondo e duro intervento del garante, le tv non dovrebbero avere più alibi. Quel che rimane certo, comunque, è l'ostruzionismo dei maggiori partiti nei confronti dei referendum.

 
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