REFERENDUM, BATTAGLIA SUL NON VOTO
L'Unità: meglio "disertare". Pannella: totalitari. Forza Italia: no, è doveroso esprimersi. Tiepida precisazione dal Pds: è la linea del quotidiano, non la nostra. Veltroni: vado al seggio, ma ormai si sta abusando
Di Enrico Caiano
MILANO - "Non andate a votare i referendum": a una settimana esatta dal voto sui quesiti proposti dai riformatori di Marco Pannella (sei) e dalle Regioni (abolizione del ministero delle Risorse agricole), l'Unità quotidiano del Pds va giù pesante. Perché quel "non andate a votare i referendum" non è il consiglio sommesso di qualche articolista nelle pagine dei commenti: è il titolo dell'editoriale di prima pagina, l'articolo che abitualmente riflette la linea del giornale. Che non è quella del partito il quale ha suggerito di votare cinque si e due no (su golden share e caccoia). L'autore dell'editoriale. Franco Cazzola spiega il secco "no" suo e del quotidiano diretto da Caldarola sostenendo che i quesiti sono troppi per poterli digerire con razionalità e calma, troppi per mantenere il loro senso profondo la loro utilità per una completa democrazia". Un'opinione che non deve essere troppo lontana da quella del vicepremier pidiessino Walter Veltroni. Ieri infatti ha spiegato che a votare ci andrà ma soltanto
perché "sono il vicepresidente del Consiglio e perché ho sempre votato in vita mia". La sua convinzione profonda è pero che dal punto di vista politico questo uso del referendum è assolutamente sbagliato e controproducente proprio per l'istituto del referendum: quando gli elettori si trovano in mano decine di schede penso che ciò non aiuti la democrazia". Eppure è proprio l'accusa di essere antidemocratici quella che Marco Pannella lancia all'Unità: "E' la vecchia tecnica totalitaria: si dice che la gente ne ha piene le scatole che si dice tutto ciò per tutelare lo strumento referendario. Sconsolata la reazione di Emma Bonino con Pannella alla conferenza stampa di Roma in favore del referendum. "Fa un certo effetto leggere quel titolo sul giornale che fu di Gramsci e oggi di Michele Serra". E Pannella rincara la dose con sarcasmo "Siccome siamo riusciti ad informare, grazie al "fantasma", l'88 per cento degli italiani, allora sono usciti allo scoperto con gli editoriali del quotidiano di Michele Serra. Si f
a fare un editoriale al compagno intellettuale e si sostiene che la gente non ne può più. La verità è che non si sono mai amati i referendum. Ricordo quando l'Unita affermava che noi eravamo al soldo di Fanfani". Tanta insistenza sul nome di Serra si spiega col fatto che è stato lui qualche giorno fa nella sua rubrica di prima pagina sull'Unità, il primo ad annunciare che non andrà a votare. Una scelta assolutamente non condivisa da un altro intellettuale di sinistra, l'attore e autore teatrale Dario Fo. Anche lui non approva la tesi dell'Unità che arriva a definire "pericolosa". Fo riconosce che "il pericolo d'inflazione esiste" e che "la furbizia di chi li propone" non gioca certo a favore della consultazione, ma "meno male che c'è la possibilità di esprimersi attraverso il referendum: quante cose che altrimenti non si sarebbero nemmeno affrontate si sono in Italia risolte in questo modo: penso a temi come l'aborto o la droga". Mentre da Botteghe Oscure si fa sapere che l'editoriale di Cazzola "rientra nel
quadro del libero confronto sviluppato dal giornale sui temi referendari", è critico con il quotidiano del proprio partito anche il leader riformista e membro della direzione Emanuele Macaluso: "Io a votare andrò perché i quesiti su magistratura e go1den share mi paiono importanti. Quella dell'Unità non è la linea del Pds ma solo l'opinione di Cazzola e di Caldarola. Mi auguro ora che il giornale recuperi proponendo nei prossimi giorni l'intervento di qualcuno che invece invita ad andare a votare". In verità la tentazione di pronunciare il celeberrimo (e sfortunato) andate al mare craxiano è forte nei partiti (secondo un sondaggio Cirm la partecipazione al voto sarà del 44% dunque il quorum non sarebbe raggiunto). Il Ppi ad esempio "lascia libertà di scelta sull'andare o meno a votare . Nettamente favorevole è invece Forza Italia: il capogruppo alla Camera Pisanu ha esortato tutti gli elettori a recarsi alle urne per esercitare un loro irrinunciabile dirittodovere". Ma chi deciderà di andarci potrebbe trov
arsi domenica un quesito in meno sei anziché sette: oggi la Cassazione deciderà se il decreto legislativo sulla riorganizzazione del ministero delle Risorse agricole ha è "superato" il referendum sulla materia.
Enrico Caiano