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Notizie lista Pannella
Segreteria Rinascimento - 9 giugno 1997
Da "La Stampa" del 9 giugno 1997 - pag. 6

REFERENDUM: BATTAGLIA PER IL QUORUM

L'UNITA': NON ANDATE A VOTARE. PANNELLA: TECNICA TOTALITARIA

Ultima settimana di campagna elettorale con i partiti divisi. Polemica radicale contro Bruno vespa

Di A.R.

ROMA. Italiani di nuovo alle urne. Domenica prossima si può andare a votare per i sei referendum proposti dai radicali e per quello (l'unico sopravvissuto) chiesto dalle Regioni. In tutto sette schede che, però, potrebbero ridursi oggi a sei, se la Cassazione riterrà superato il referendum per abolire il ministero delle Risorse agricole (voluto da alcune Regioni), dopo che il governo ha approvato un decreto per riorganizzarlo. I sette (o sei) referendum di domenica prossima sono gli unici rimasti in campo dei trentadue per i quali erano state raccolte le firme l'anno scorso. Ma secondo alcuni, sono ancora troppi. Sull'Unità di ieri, per esempio, l'articolo di fondo scritto da Franco Cazzola invitava esplicitamente a non andare a votare.

Va ricordato che un referendum non è valido se non partecipa al voto almeno la metà più uno degli aventi diritto. L'invito a non andare a votare, quindi, equivale ad una "condanna" di tutti i referendum in programma perché, scrive Cazzola, sono "troppi per poterli digerire con razionalità e calma, troppi per mantenere il loro senso profondo, la loro utilità per una completa democrazia. Se il referendum diventa un grimaldello buono a tutto, perde qualsiasi valore. Si può votare su tutto in ogni momento, in continuazione?". Secondo L'Unità, i radicali pur sempre benemeriti per come imposero i referendum su temi fondamentali, ora rischiano di passare alla storia come coloro che "hanno contribuito a trasformarlo in uno zimbello". L'editoriale dell'Unità ha spinto ieri sera il pds a far rimarcare che, come partito, sta partecipando e parteciperà al confronto sui referendum così come agli incontri informativi in tv. Chiarendo, così, che il pds non sta invitando nessuno a disertare le urne. Immediata anche la repli

ca di Marco Pannella: "E' la vecchia tecnica totalitaria. Si dice che la gente ne ha piene le scatole, che si dice tutto ciò per tutelare lo strumento referendario. Siccome siamo riusciti ad informare, grazie al "fantasma", l'88 per cento degli italiani, allora sono usciti allo scoperto con gli editoriali del quotidiano di Michelc Serra". Secondo Pannella, questa settimana sarà "di massacro. Si tenterà in tutte le maniere di rompere le scatole alla gente con una overdose, ogni momento, di informazione. Salvo tener conto che alle 22,30, in seconda serata avremo soltanto i partiti che discutono fra loro, senza la presenza dei comitati promotori dei referendum". Pannella ce l'ha con la tv pubblica ed anche con quella privata di Berlusconi. Entrambe accusate di avere dato poca informazione sui referendum. Soprattutto, è stato preso di mira da Pannella il conduttore della trasmissione della Rai "Porta a porta", Bruno Vespa. La "colpa" di Vespa sarebbe quella dI avere organizzato per domani sera un lungo dibattito

sui sette referendum, esaminati uno per uno. Pannella, invece, chiede "un dibattito sul significato politico della consultazione" . Per imporre la sua richiesta, sabato Pannella è andato ad occupare assieme ad Emma Bonino (militante radicale ma anche "ministro" italiano nel "governo" europeo) uno studio Rai a Saxa Rubra. I partiti, in linea di massima, non stanno mostrando grandi entusiasmi per le votazioni di domenica. Forza Italia invita gli elettori a votare "si" al referendum sulla carriera dei magistrati (dovrebbe abrogare le norme che permettono di far carriera anche senza concorsi pubblici), al referendum che vorrebbe impedire allo Stato di continuare a controllare le aziende già pubbliche, anche dopo che sono state privatizzate, e al referendum che vorrebbe impedire ai magistrati di avere incarichi estranei al loro normale lavoro giudiziario. "Libertà di voto sugli altri quattro e andate a votare" è il messaggio di Forza Italia. Roberto Formigoni ha avvisato che il suo partito, il cdu, "non ha ancor

a espresso alcuna posizione ufficiale" e quindi non sono corrette le tabelle redatte da alcuni quotidiani. Il ppi lascia libertà di andare o non andare a votare. Il vicesegretario Dario Franceschini comunque, ha reso noto che lui non andrà a votare ricordando che la Costituzione prevede la possibilità di non votare per non fare raggiungere il quorum del 50 per cento: "Per questo il ppi ha lasciato libertà di scelta sulla partecipazione al voto". Andrà a votare il vicepresidente del Consiglio il pidiessino Walter Veltroni, "perché ho sempre votato in vita mia e lo faro anche in questo caso. Ma, dal punto di vista politico, considero questo uso dei referendum assolutamente sbagliato e controproducente".

 
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