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Segreteria Rinascimento - 9 giugno 1997
Da "L'Unità" del 9 giugno 1997 - pag. 1

REFERENDUM A RISCHIO QUORUM. VELTRONI: "SI USANO MALE"

"Sono vicepremier e voterò, ma questo utilizzo non aiuta la democrazia". Il leader referendario attacca "l'Unità": "Siete totalitari". Il Pds: gli abusi hanno svilito uno strumento importante.

A una settimana dal voto cresce il fronte dell'astensionismo. E Pannella insorge.

Di Stefano Di Michele

ROMA. Manca una settimana al voto ma i referendum rischiano di non raggiungere il quorum previsto (il cinquanta per cento più uno degli aventi diritto). Sui sette quesiti sta crescendo un fronte dell'astensionismo che punta il dito contro un uso scorretto. Ieri lo stesso Veltroni, pur dichiarando che domenica prossima si recherà alle urne ("sono il vicepresidente del Consiglio e voterò"), ha detto di considerare "questo uso dei referendum assolutamente sbagliato e controproducente: quando gli elettori si trovano in mano decine di schede penso che ciò non aiuti la democrazia". Il Ppi annuncia di lasciare libertà di scelta ai propri elettori; decidano loro se andare o no.

E così infuria la polemica anche dopo l'editoriale pubblicato da l'Unità sabato a firma di Franco Cazzola nel quale si invitavano gli elettori a disertare le urne. Pannella insorge con una dichiarazione durissima: "E' la vecchia tecnica totalitaria: si dice che la gente ne ha piene le scatole, che si dice tutto ciò per tutelare l'istituto". Tuona anche Emma Bonino la quale sostiene (dimenticando che i radicali incitarono gli elettori a disertare il referendum sulla scala mobile) che la posizione de l'Unità ricorda quella di Craxi che invitò ad andare al mare. Da parte sua il Pds fa sapere che il partito sta partecipando e parteciperà al confronto sui referendum, che l'editoriale de l'Unità rientra nel quadro del libero confronto sviluppato dal giornale sui temi referendari. E aggiunge: rimane aperto il problema degli abusi dello strumento referendario e di un suo sostanziale svilimento. Intanto secondo un sondaggio del Cirm solo il 44% domenica andrà a votare.

L'hanno preso davvero male, Pannella e i suoi, l'editoriale di ieri mattina dell' "Unità". "Non andate a votare i referendum", era il titolo del commento di Franco Cazzola e i riformatori ha fatto fuoco e fiamme. A cominciare dai big, Pannella, appunto, ed Emma Bonino, che abbandonati gli uffici Rai dopo qualche ora di occupazione, hanno convocato una conferenza stampa. Per il capo dei riformatori "è la vecchia tecnica totalitaria: si dice che la gente ne ha piene le scatole, che si dice tutto ciò per tutelare lo strumento referendario....Si fa fare un editoriale al compagno intellettuale e si sostiene che la maggior parte della gente non ne può più ". Ancora peggio lo ha preso la Bonino. "Fa un certo effetto leggere quel titolo sul giornale che fu di Gramsci e oggi di Michele Serra", dice. E aggiunge, il commissario europeo: "Qualche hanno fa una battuta simile sfuggì a Craxi...". A Botteghe Oscure si ricorda che il Pds sta partecipando e parteciperà al confronto sui referendum, così come agli incontri inf

ormativi in Tv, e che l'iniziativa dell' "Unità", che ha pubblicato un editoriale del professor Cazzola per invitare a non andare a votare, rientra nel quadro del libero confronto sviluppato dal giornale sui temi referendari". E comunque si fa notare negli ambienti della Quercia, "rimane aperto il problema degli abusi dello strumento referendario e di un suo sostanziale svilimento". Resta il fatto che parecchi di quelli che dicono che andranno a votare aggiungono anche che lo faranno più per dovere che per piacere. "Sono il vicepresidente del Consiglio e vado a votare perché ho sempre votato in vita mia e lo farò anche in questo caso ha commentato ieri Veltroni. Considero dal punto di vista politico questo uso dei referendum assolutamente sbagliato e controproducente, proprio per l'istituto del referendum: quando gli elettori si trovano in mano decine di schede penso che tutto ciò non aiuti la democrazia". Una riflessione analoga la fa Bianchi del Ppi: "La riflessione che sta emergendo nella prospettiva de

l voto di domenica è se una overdose di referendum faccia bene alla democrazia e allo stesso, legittimo strumento referendario". Ironizza, Bianchi, su Pannella che "ha cominciato con il fantasma, ha occupato simbolicamente la sede Rai e cercherà alla vigilia del voto di darsi un morso al collo in diretta" . Poi, ci sono le posizioni dei partiti. E se Formigoni ricorda che il Cdu "non ha ancora espresso posizione ufficiale", Beppe Pisanu di Forza Italia dà per "scontata l'esortazione a tutti gli elettori a recarsi alle urne per esercitare un loro irrinunciabile dirittodovere . Libertà "di andare o meno a votare" lascia ai suoi iscritti il Ppi anche se il suo vicesegretario Dario Franceschini fa sapere che lui non ci andrà: "Andando avanti di questo passo si finisce per disabituare la gente al voto e si distrugge la democrazia partecipativa", spiega. Pre i promotori dei referendum il rischio serio del mancato quorum. Sono in molti, anche tra quelli che saranno alle urne, che giurano che non si raggiungerà. "Io

vado a votare dice Giovanna Melandri, del Pds, ma secondo me il problema è a monte. Occorre regolare l'uso del referendum ma adesso bisogna dare la possibilità a tutti i cittadini di esprimersi su quelli per i quali sono state raccolte le firme". Taglia corto, invece Mario Borghezio della Lega: "No, io non ci vado. L'unico referendum che mi appassiona in questo momento è quello sull'autodeterminazione. E riservo a quello la mia effervescenza referendaria". Va a votare, invece, Riccardo De Corato senatore di An e vicesindaco di Milano nella giunta Albertini: "E' un dovere democratico e civile". E il quorum ? "Sono pessimista, ho l'impressione che non si raggiungerà". E' dubbioso, su questo aspetto anche Marcello Pera, senatore di Forza Italia. "Il quorum non è certo. Questa settimana potrebbe fare la differenza, ma tutti i partiti, compreso il mio, si sono mossi poco". Andrà a votare anche Publio Fiori, ex ministro di Berlusconi, deputato di An. Ed è anche, rispetto ad altri, più ottimista : "Il quorum si ra

ggiungerà". E il suo partito cosa fa per aiutarlo? "Beh, non facciamo una campagna specifica. Ma abbiamo fatto incontri, riunioni sui vari referendum ".In realtà nessuno, Pannella e compagnia a parte, si scalda e si appassiona più di tanto all'argomento. Ad esempio, dentro An c'è Mirko Tremaglia che la pensa in maniera esattamente opposta a Fiori. "No, a votare non ci vado. E dirò anche agli altri di non andarci", fa sapere. E perché?

"Perché quasi due milioni e mezzo di italiani all'estero non potranno farlo.

Il referendum non raggiungerà il quorum e questa sarà la mia vendetta civile". Elio Veltri deputato dell'Ulivo e amico di Di Pietro, spiega invece: "Vado a votare nonostante l'inflazione di referendum, perché mi sembra un dovere civico. Purtroppo questo succede anche perché' c'è un ritardo del Parlamento". Un invito a votare si al referendum all'obiezione di coscienza arriva dall'associazione obiettori di coscienza non violenti. "Gli italiani affermano - garantiranno ai giovani il diritto all'obiezione, elevando l'Italia allo stesso livello degli altri paesi europei".

 
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