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Segreteria Rinascimento - 12 giugno 1997
Da "IL CORRIERE DELLA SERA " del 12 giugno 1997, pag. 8

PANNELLA: D'ALEMA E' UN MONARCA ASSOLUTO

Il leader dei riformatori: "E? lui che dirige il regime partitocratico. E Berlusconi fa finta di essere scemo"

Manifestazione a Roma di circa 300 fantasmi radicali a sostegno dei referendum, musica, danze e polemiche a raffica

Di Claudio Lazzaro

Roma "Quando uno come D'Alema dirige il regime e governa la mafiosità partitocratica dei Rauti, Bertinotti e Bossi, allora siamo alla monarchia assoluta". Con bordate di questo tipo, Marco Pannella, in versione fantasma, ha cercato ieri sera, a Piazza Navona , di arroventare il clima. L'afa, che si era abbattuta sui circa trecento del corteo radicale, partito dal Pantheon verso le sei, faceva il resto. La danze dei manifestanti, quasi tutti in lenzuolo, al ritmo della jazz band di Carlo Loffredo, montata su un camion, caricavano il leader. Così appena taceva il clarinetto, Pannella faceva fuoco col cannone: "Ringraziamo gli intellettuali come Michele Serra, Giorgio Bocca, Giuseppe Caldarola (direttore dell'Unità), che ci hanno detto di non votare. Grazie alla loro volgarità abbiamo capito ancora di più l'importanza di questo voto". Secondo Pannella, Caldarola avrebbe spinto il suo livore antireferendario fino ad inviare una lettera di licenziamento a Emma Bonino, presente sul palco: "Non vuole più che scriv

a sul suo giornale". Chiuso il capitolo intellettuali, Pannella concentrava il fuoco sui politici: "Craxi aveva consigliato agli italiani di disertare il voto referendario e andare al mare. Si prese un sonoro pernacchio. Giorgio Napolitano, che sembra tanto un signore, dal calzino alla cravatta, in realtà è peggio di lui. Infatti ha assegnato al voto la data del 15 giugno, quando si calcola che almeno sei milioni di italiani siano già in ferie". Nel teatro politico di Pannella, il presidente della camera, Luciano Violante, e il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, fanno parte di uno stesso complotto: "Violante sta tenendo aperta la camera malgrado le imminenti elezioni. Mentre ha dato alla camera una settimana di riposo per elezioni amministrative molto meno importanti. Perché lo fa? Perché stanno votando la depenalizzazione del finanziamento illecito ai partiti, Berlusconi fa finta di essere scemo e vota a favore. Così l'Ulivo si porta a casa la depenalizzazione e può far finta che sia stato il Polo

a decidere. E Berlusconi potrà continuare a tenersi le sue reti". "Atto sporco e immorale ", tuonava il fantasma Pannella e incoraggiava i trecento fantasmi che gli stanno davanti promettendo la vittoria: "Se ci avessero consentito di votare sul finanziamento pubblico dei partiti, sul nuove assetto del sistema politico, sulla magistratura, noi avremmo aggregato dal 70 all'80 per cento dei voti del popolo italiano. Ma loro, che sono il potere fuorilegge, concedendo al popolo solo quando gli pare decotto". L'invettiva di Pannella procedeva a raffiche: "Loro non hanno paura del ridicolo. Adesso, per i referendum, sostengono che chiedere al popolo italiano di esprimere dei volte un sì o un no, equivalga a confondere idee. Invece, quando si tratta di votare alle elezioni su liste con diciotto emblemi di partito, la gente, secondo loro, non si confonde". Marco Pannella alzava la voce sotto il lenzuolone: "Noi diamo vita al fantasma della speranza. Loro cercano di scacciare il fantasma di un popolo che vuole decid

ere". L'oratoria del leader coinvolge. Ma vista da lontano la manifestazione si riduceva a un capannello. Marco Taradash non se la sente di cantare vittoria: "E' difficile dire quanti italiani andranno a votare. Siamo al limite del 50%. Può darsi che non si raggiunga il quorum. Dipende da che tempo farà. Se non ce la faremo sarà un duro colpo per l'istituto del referendum. In Bicamerale stanno già cercando di neutralizzarlo, portando a 800 mila firme necessarie". Alfonso Pecoraro Scanio, parlamentare verde, inalbera un cartello: "Referendum: 50% + 1. L'uno sei tu".

 
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