PERCHE LO STATO SI LIMITI A FARE L'ARBITRO E NON IL GIOCATORE
Referendum n.1/ Per abolire, insieme alla cosiddetta golden share, l'intervento pubblico sulle imprese privatizzate
Di Dario Di Gennaro e Luca Cifola
Il referendum popolare numero 1, scheda di colore giallo, riguarda le procedure di privatizzazione delle cosiddette public ulilities. La domanda alla quale si dovrà rispondere con il fatidico "Si'` o "No" e: "Volete voi che sia abrogato il decretolegge 31 maggio 1994, n. 322, recante 'Norme per l'accelerazione delle procedure di dismissione di partecipazioni dello Stato c degli enti pubblici in S.p.a.', convertilo in legge, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 1994, n. 474, limitatamente all'articolo 2?". Le public utililies, ricordiamo, sono società che operano nei settori strategici della difesa, delle telecomunicazioni, dei trasporti, delle fonti di energia c degli altri servizi pubblici. Lo Stato, con la legge tutt'oggi in vigore, può riservarsi alcuni poteri speciali sulle società privatizzate. Quindi, anche dopo la perdita del controllo sulle stesse, la golden share, da strumento di mera garanzia, diventa un mezzo per finalizzare la gestione delle ex imprese pubbliche al perseguimento di obiettivi
politici. Cedere alla proprietà e riservarsi poteri così incisivi vuol dire, probabilmente, non aver fiducia nei meccanismi di mercato. Ma, soprattutto, non aver fiducia nella capacità che lo Stato può avere come "guardiano". Se vincerà il si, infatti, lo Stato non potrà più mantenere il controllo sulle aziende privatizzate. Per azione d'oro si intende il privilegio che ha lo Stato di possedere azioni a titolo particolare. L'abolizione di quelle azioni permetterebbe una privatizzazione più rapida dei diversi settori economici. I sostenitori del "no" ritengono che il mercato non e sufficiente a decidere degli indirizzi sui settori "d'oro". Ma per qualcuno il referendum non la soluzione più indicata. "Una materia come quella della Golden share in mano allo Stato, non può essere sbrogliata con un referendum. Le 'azioni d'oro' vanno viste in modo strumentale, funzionale a degli obiettivi. Penso dunque che un meccanismo di golden share sobrio e limitato nel tempo sia forse lo strumento pi_ adatto per accompagnare
e garantire certe privatizzazioni" commenta il ministro dell'Industria, Pierluigi Bersani. Armando Cossutta, presidente di rifondazione, come anche i Verdi, invita a votare`"no". "E' indispensabile che il pubblico, lo Stato abbia la possibilità di controllare le vicende, le prospettive, i programmi di grandi settori che sono di valore strategico (l'energia, le telecomunicazioni, le fabbriche di armi...)" commenta Cossutta. Secondo la Confindustria la golden share è una strada che non porta ad una vera ma ad una finta privatizzazione. Giorgio Fossa, presidente della Confindustria? spiega: "Siamo molto preoccupati. Noi vogliamo vere privatizzazioni e ciò vuol dire vendere almeno il cinquanta per cento o più, e chi detiene la maggioranza deve poter scegliere il management che gestisce le aziende. La golden share potrebbe essere accettata solo se fosse uno strumento temporaneo". Il direttore generale della Confindustria, Innocenzo Cipolletta, si pronuncia, invece, positivamente: "Se passa il referendum per me v
a bene". L'indecisione verte, anche, sulla possibilità di scelta sull'andare a votare o meno. Civiltà cattolica, per esempio, lascia libertà di coscienza. I gesuiti, infatti, sono favorevoli comunque, a mantenere la clausola della golden share, ma lasciano, appunto libertà di scelta. Il quesito "non riguarda n_ problemi essenziali alla democrazia, nè questioni etiche tali da configurare un obbligo di partecipazione" conclude padre Michele Simone. Silvio Berlusconi, invece, si è espresso a favore del "Si" sulla scheda gialla. Il consiglio che dà ai simpatizzanti di Forza Italia è quello di andare a votare domenica: "Credo che occorra rispondere positivamente ad ogni referendum in generale. Domenica al cittadino si presenterà la possibilità di negare certe situazioni che la maggioranza degli italiani non condividono. I referendum sono uno strumento che _ a difesa della gente, non bisogna, quindi, seguire i cattivi consigli di chi dice loro 'andate da un'altra parte ma non a votare'`. Dal Partito radicale soste
ngono che la golden share all'italiana è il grimaldello per irrigidire il mercato e per proteggere interessi consolidati. Il radicale Benedetto della Vedova, commenta: '`La golden sharc e lo strumento attraverso il quale i partiti potranno continuare a controllare, a gestire le aziende privatizzate, decidendo prima a chi vendere e poi, facendo in modo che nessun altro possa diventare proprietario di quell'azienda. Insomma continueranno a nominare amministratori, quindi, continueranno a mantenere ed ad inquinare il potere. La golden share all'italiana, purtroppo, non ha nulla a che vedere con quella inglese. Lo Stato non può giocare nel mercato, deve limitarsi ad essere arbitro imparziale".