PANNELLA ATTACCA IL VIMINALE
"Troppe schede non consegnate". Minniti: il Polo difende il vecchio statalismo.
Rischio quorum per i sette referendum (a Roma sono nove)
Di P. Sac.
ROMA. Sette referendum a livello nazionale, nove per la Capitale, dove i romani sono chiamati ad esprimersi anche sulla privatizzazione della centrale del latte e dell'Acea, l'azienda municipale per l'acqua e l'energia elettrica. A poche ore dal voto, per il quale domani, dalle sette alle ventidue, 49 milioni e 115.734 italiani, sono chiamati alle urne, si accende il dibattito politico. E sui due quesiti referendari romano, "con un valore politico emblematico, anche di rilevanza nazionale", Marco Minniti, segretario organizzativo del Pds, lancia una sfida al Polo. Si dimostra, con i referendum comunali a Roma - dice Minniti che le destre sanno solo parlare di innovazione e mercato, ma alla prova dei fatti sono i veri difensori del vecchio". Minniti accusa, infatti, il Polo di condurre una battaglia conservatrice, statalista e corporativa contro la privatizzazione della centrale e la trasformazione dell'Acea in spa". E, dunque, auspica che "possano prevalere due sì ai referendum comunali, anche grazie al vo
to degli elettori del Pds". Ieri, intanto, i comitati promotori dei referendum hanno manifestato davanti al Viminale per denunciare le gravissime omissioni riscontrate in tutta Italia nella consegna dei certificati elettorali a meno di quarantotto ore dal voto". Apprezzamento dei comitati per le dichiarazioni di Di Pietro il quale ha detto che si recherà alle urne. Quanto ai leader politici, Pier Ferdinando Casini, segretario del Ccd, lascia ai suoi "libertà di coscienza", "ma questo precisa non né un gesto di disimpegno, né di sabotaggio". Casini rimprovera ai riformatori "una pericolosa tendenza ad inflazionare i referendum", ma non gli piace "affatto una certa campagna di una parte della sinistra per il non voto". Quanto alle indicazioni di voto, Franco Marini, segretario del Ppi, annuncia il no dei Popolari all'abrogazione del ministero delle risorse agricole. Manifestazione di protesta intanto, del Wwf con alcuni ambientalisti vestiti polemicamente da cacciatori ieri di fronte alla sede del Pds, in v
ia delle Botteghe Oscure. Il Wwf contesta l'indicazione del Pds a votare no al referendum sull'abolizione della possibilità dei cacciatori di entrare liberamente nel fondo altrui. Fulvia Bandoli, responsabile per il Pds dell'ambiente, ha incontrato i manifestanti. "Visto che la caccia in Italia c'é, dice Bandoli tutti riteniamo che debba essere regolamentata . A mio parere però un controllo già esiste con la gestione sociale degli ambiti di caccia. Impedire di entrare nei fondi dei contadini vuol dire, invece, ritornare ad una caccia a pagamento, nelle riserve private". E' facile essere ambientalisti con gli emendamenti congressuali - replica il senatore dei Verdi Pieroni un po' più difficile con le politiche concrete". Intanto, la Corte costituzionale boccia una richiesta dei comitati referendari e conferma che Camera e Senato "conservano la loro potestà legislativa anche dopo l'indizione di un referendum abrogativo".