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Notizie lista Pannella
Segreteria Rinascimento - 15 giugno 1997
Da "IL CORRIERE DELLA SERA" del 15 giugno 1997, pagg.. 1e 8

L'IMPORTANZA DELLA DEMOCRAZIA DIRETTA

dl Gianni Riotta

I milioni di italiani e italiane che oggi, sfidando la calura, andranno a votare per i sette referendum non sono affatto "idioti al servizio della democrazia del computer". E i milioni di cittadine e cittadini che invece, per stanchezza o razionale scelta politica, diserteranno le urne non sono, nemmeno per sogno, "sudditi della monarchia partitocratica". Le esagerazioni che "riportiamo tra virgolette condensano una campagna elettorale sbagliata. Sarebbe stato assai interessante discutere sulla costituzionalità o meno dell'Ordine dei giornalisti. O sulla golden share (il residuo peso pubblico nelle aziende privatizzate: freno o no per il libero mercato?). Quanto al nesso PoliticaGiustizia, che da dieci anni divide l'Italia, il referendum sui giudici offriva elementi importanti di confronto. Invece abbiamo saputo che Edoardo Vianello, il simpatico canzonettista di "Abbronzatissima", contraddirà il suo inno anni Sessanta andando a votare, mentre il Partito popolare, a sette giorni dal voto, "non aveva ancora

deciso" come la pensa sulle privatizzazioni (ci faranno sapere qualcosa prima della mezzanotte?). La televisione, pubblica e commerciale, ha sofferto di un caso anomalo di anoressia e bulimia. Prima digiuno assoluto di informazioni, poi un'abbuffata ingorda, condita con l'onnipresenza del leader radicale Marco Pannella: era dai tempi di "Amleto" che uno spettro non calcava con tanta invadenza le scene. Peccato. Peccato, perchè di tutto la nostra democrazia ha bisogno tranne che di sarcasmo, opportunismo, giochi di bottega e cinismo in dosi industriali. Ha ragione il Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, quando dichiara "Andro a votare". Da anni mettiamo in guardia contro il disgusto e la noia provocati dalle raffiche di referenda. Da ormai troppe stagioni si avverte l'urgenza di una democrazia dove la lotta politica sia dialogo e scontro nell'interesse del Paese, non rissa di strada per dividersi il bottino. Scalfaro ha detto che voterà "con nostalgia" del suo primo voto, alla Costituente 1946 c

he ribattezzò l'Italia dopo la dittatura. Non c'eravamo, ma, a leggere sui libri di storia di quell'Assemblea, anche noi proviamo nostalgia: di una classe dirigente che, pur reduce da una guerra civile, seppe cercare le regole e lo spirito di bandiera di una nazione unita, non solo il vantaggio effimero della propria fazione. Comprendiamo la diffidenza di chi oggi si astiene Ma votando, forse, si contribuisce, in qualche misura, a esorcizzare i veri mali del nostro Paese: la mancanza di un comune orizzonte nazionale la debolezza politica, nella giustizia, in economia e nella cultura. Se un pericolo di secessione c'è, non viene dagli otto fessi con carro armato Simmenthal, ma dalla discordia, dal rancore, dalla debolezza civile. Un giornale può solo ragionare con i suoi lettori: e ragionando con voi, l'appuntamento alle urne ci sembra la scelta meno confusa. Domattina pero, quorum o non quorum, vittoria dei Si o prevalenza dei No, ci ritroveremo al punto di partenza, un po' più accaldati e sfiduciati. La manc

anza di tono della campagna referendaria å sintomo identico alle difficoltà in corso alla Commissione bicamerale per le riforme. Il gruppo di lavoro eletto per riscrivere le nostre regole di vita comune non ha mai dimostrato, neppure per un attimo della classe dirigente tutta, in/l spirito nazionale di concordia. Mai ha saputo, al contrario di quei lontani Padri Costituenti, mettere da parte l'interesse di clan per decidere che cosa è più utile, non ai leader di una breve stagione, ma ai cittadini, nel futuro lungo e difficile. Questa è la palla al piede dell'Italia. La campagna referendaria non l'ha alleggerita, anzi. La Bicamerale potrebbe ora rendere i referenda meno "usa e getta", facendoci votare anche spesso, ma sempre su temi precisi, chiari, uno alla volta, come si fa, per esempio in California. Finchè la Costituzione è questa, però, meglio votare. Abbiamo davanti un cammino tormentato e l'indifferenza è pessima compagna di strada.

 
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