SEGNI: CARO MARCO, IN FUTURO QUESITI POCHI MA BUONIGianfranco Ballardin
ROMA Mariotto Segni non si dispera: »Niente grida di dolore, o di disperazione. Non dimentichiamo che nel 1990 i referendum sulla caccia e sui pesticidi non raggiunsero il quorum, tutti gridarono alla morte dell'istituto referendario, ma l'anno dopo ci fu il referendum del 9 giugno sulla preferenza unica che provocò il crollo della prima Repubblica... .
Quindi non bisogna stracciarsi le vesti.
»Certo .
Il quorum non è stato raggiunto per colpa di Pannella?
»Pannella ha certamente commesso degli errori, nell'eccesso dei referendum, come gli ho detto spesso... .
E lui cosa risponde?
»Lui sostiene che è una grande arma, e che più sono e meglio è. Ma non si rende conto che, in tal modo, l'istituto referendario si andava svalutando. Comunque sarebbe ingiusto attribuire la responsabilità di quello che è successo a Pannella, che ha solo prestato il fianco all'attacco mosso dai vertici istituzionali contro questo istituto .
Chi sono i protagonisti di questo attacco?
»La crisi dei referendum deriva da una serie di fattori. Intanto, negli ultimi tempi, i referendum sono stati mortificati da una serie di leggi che hanno stravolto il verdetto degli elettori, come è avvenuto per il finanziamento dei partiti e per il ministero dell'Agricoltura (abrogato da un referendum di 4 anni fa, ma che è tuttora vivo e vegeto). Lo stravolgimento delle decisioni referendarie ha instillato nei cittadini la sensazione dell'inutilità di questa consultazione .
Sarà anche vero, ma che senso ha presentare 21 referendum in una botta sola, come è avvenuto in questa tornata, prima che la Corte li falcidiasse?
»Questo è stato indubbiamente un errore, anche perché si è in tal modo consentito alla Corte Costituzionale di cancellare maliziosamente i referendum più importanti, lasciando quelli secondari. D'ora in poi i referendum andrebbero invece riservati a grandi battaglie politiche per le quali rimangono uno strumento straordinario, che va difeso, contro la tentazione che oggi serpeggia ai vertici delle istituzioni e dei partiti di ucciderlo e di cancellarlo .
I 35 referendum, preannunciati da Pannella, sono troppi?
»Spero che lo stesso Pannella comprenda che la strada per salvare i referendum e per combattere questra battaglia è un'altra: in futuro bisogna fare pochi referendum, ma buoni. Anche perché in gran parte dei vertici del sistema politico circola l'idea di uccidere il referendum: le grandi decisioni devono tornare ai vertici dei partiti, e tutti gli strumenti di democrazia diretta che saltano la mediazione partitica sono visti come fumo negli occhi. In questo quadro di revival e di restaurazione della partitocrazia la fissazione della data del 15 giugno è certamente stata fatta appositamente per mortificare i referendum... .
Non mi dica che il ministro Napolitano ha fissato questa data per non consentire ai referendum di raggiungere il quorum.
»Non c'era alcun motivo per non fare i referendum assieme alle elezioni comunali, come avviene in tutti i Paesi civili .
L'Unità di ieri mattina invitava gli elettori a stracciare i certificati elettorali...
»Questo invito conferma il sospetto che il Pds di D'Alema stia rispolverando il vecchio progetto del partito che domina tutto. Lo si vede nella Bicamerale, nella legge sul finanziamento dei partiti e nel fatto che è stato proprio un ministro pidiessino a fissare una data così infelice per i referendum, con mezza Italia già in vacanza. Io spero che Pannella, in futuro, non continui a prestare il fianco a questa offensiva, ma accetti di concentrare i referendum sulle grandi battaglie. E ce ne sono! Non dimentichiamo che sono stati proprio i referendum sulla preferenza unica (9 giugno 1991) e sul maggioritario (18 aprile 1993) ad abbattere la partitocrazia e la prima Repubblica, e non c'è quindi da meravigliarsi che i sopravvissuti odino questo strumento .