PRODI: SI HO VOTATO, MA CON DISAGIOBerlusconi: ho sperato nel quorum. E Occhetto se la prende con la Quercia: pericoloso fare campagna per il no alle urne
Il premier: referendum solo per decisioni grandi. Anche D'Alema al seggio, Marini »astenuto
G. Fre.
ROMA Romano Prodi è convinto che sia stato un errore presentare tutti questi referendum. »Vado a votare con un certo senso di disagio , ha spiegato ieri mattina il Presidente del Consiglio prima di entrare al seggio. Perché? »Perché il referendum è una grande istituzione, l'appello al popolo tutto è il massimo della democrazia, ma non lo potete fare su problemi tecnici di cui la gente non capisce neanche il significato . Un esempio: »La golden share, di cui ci sono mille definizioni e caratteristiche. Come è possibile scegliere con un referendum? . Che, per Prodi, che chiede di elevare il numero delle firme per l'ammissione, va fatto solo su »decisioni grandi . I leader dei partiti sono andati tutti a votare. O quasi. Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini di buon'ora. Pierferdinando Casini al ritorno dal week end e senza grande entusiasmo. Massimo D'Alema, assicura l'ufficio stampa del Pds, è andato al seggio, come aveva promesso, senza pubblicità né dichiarazioni. Così Cesare Salvi, Pietro Folena, Fausto Ber
tinotti e Armando Cossutta. Per i due leader di Rifondazione andare a votare è stata anche una questione di »traino ai referendum sulle privatizzazioni che si sono svolti a Roma, proprio per richiesta del loro partito. In mattinata hanno votato il sindaco di Roma, Francesco Rutelli (che in quanto ex radicale ha fatto gli auguri al quorum), Tiziana Maiolo e Marco Taradash di Forza Italia, il verde Paolo Cento e il senatore Franco De Benedetti. E naturalmente, ancora sorridente e ottimista, Marco Pannella insieme a Emma Bonino. Franco Marini ha deciso invece di astenersi. Del resto la posizione del partito era libertà di voto. »Ormai siamo al punto di non ritorno chiarisce Enrico Letta, vicesegretario del Partito popolare . Con l'uso che se ne sta facendo, si sta uccidendo lo strumento referendario. Si devono indire referendum solo su temi grandi e chiari . Il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro comunque è andato a votare in mattinata presto a Novara. Il leader del Polo Silvio Berlusconi ha sper
ato fino all'ultimo che si raggiungesse il quorum. Dichiara, andando al seggio ad Arcore: »Spero che tutti gli italiani si rendano conto che la democrazia è qualche cosa di importante, di cui si sente la mancanza e l'importanza solo quando ce n'è di meno. Così come l'aria, la libertà è un qualche cosa che quando manca è terribile . L'assemblea di Forza Italia aveva deciso: si va a votare. »Certo, la democrazia diretta è troppo importante, anche se mi rendo conto che l'uso smodato dei referendum è masochistico , ha spiegato dopo il voto il senatore Marcello Pera. Lucio Colletti, altro professore di Forza Italia, è rimasto a casa, polemicamente. Lo avrebbe fatto volentieri anche Pierferdinando Casini, che invece ha votato turandosi il naso: »Fino a quando abuserete della pazienza degli italiani? , chiede a Pannella. La stessa posizione di Graziella Mascia, responsabile organizzativa di Rifondazione: »So che la mia è una posizione personale. Ma stiamo trasformando in questo modo uno strumento di lotta politica
in uno strumento di qualunquismo. Mi dispiace, ma io la penso come Scalfari: non ne possiamo più . »E' vero che Pannella ne abusa spiega Maurizio Gasparri, di An ma è giusto difenderli, non si può distruggere questo strumento democratico, anche se sene fa un uso improprio . L'ex segretario del Pds Achille Occhetto invece richiama tutti alle proprie responsabilità: »Fare una campagna per il non voto in un momento di disaffezione per le istituzioni è pericoloso. E lo dico non soltanto perché sono un referendario convinto . E attacca anche l'Unità: »Anche i giornali che fanno campagne contro i referendum dovrebbero invece di dire che la gente non capisce, far capire alla gente . La Lega pensa alle elezioni padane. Bossi sta sul lago e invita gli altri ad andare al mare, invece che a votare per i referendum. Eppure il numero due del Carroccio Roberto Maroni non ha resistito al divieto e un voto l'ha dato: »Quello per abolire l'ordine dei giornalisti che non garantisce i lettori, non garantisce regole ma solo i
privilegi degli iscritti .