Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
mer 28 mag. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Notizie lista Pannella
Segreteria Rinascimento - 17 giugno 1997
Da "Il Sole 24 Ore" del 17 giugno 1997 - pag. 8
PIU' LARGA LA FRATTURA STATOCITTADINI

Di Gianfranco Fabi

Il referendum è morto, viva il referendum. Nella malcelata soddisfazione dei partiti di fronte ai risultati della consultazione di domenica è fin troppo facile leggere quasi un sospiro di sollievo perché il popolo sovrano ha spontaneamente rinunciato a mettere il becco su questioni che gli stessi partiti considerano tradizionalmente di competenza del Parlamento. Sarebbe tuttavia sbagliato cercare le ragioni dello sciopero del voto soltanto in un semplice, e peraltro pienamente legittimo, giudizio di merito sull'opportunità della consultazione. Se è vero che il livello di partecipazione è in linea con quelli che si registrano normalmente nei paesi portati a modello di democrazia diretta (come la Svizzera o la California), è altrettanto certo che il minimo storico di questo 15 giugno appare tutt'altro che una delega ai partiti, ma un'ulteriore dichiarazione di sfiducia verso una classe politica che viene considerata capace di vanificare anche le più chiare indicazioni referendarie. Il campanello d'allarme non

è suonato quindi solo per l'istituto del referendum, ma anche e soprattutto per il sistema complessivo che fa della politica la cinghia di trasmissione tra i cittadini e le istituzioni. Il voto di domenica dimostra che continua pericolosamente ad allargarsi la distanza tra lo Stato e i cittadini e che non sono stati trovati ancora gli anticorpi necessari a rinsaldare alle radici il sistema democratico. Per questo, a 15 giorni dalla conclusione dei lavori della Bicamerale, i partiti hanno tutt'altro che da essere tranquilli o soddisfatti per l'aver evitato la mannaia del referendum. Il significato del nonvoto ha tutte le caratteristiche infatti per costituire una nuova tessera di un mosaico in cui la disaffezione politica si sposa con l'irritazione per la voracità del Fisco, con l'insofferenza verso la burocrazia, con l'impatto con uno Stato che è costretto (saggiamente, ma tardivamente) a rivedere le improvvide promesse del passato sulle pensioni. E proprio contro questa involuzione che la politica deve rito

rnare a funzionare, ma una politica non più fondata sui piccoli compromessi e sugli eterni rinvii, sul diritto di veto dei piccoli partiti e sul trasformismo dei grandi. In gioco non ci sono le formule astratte dell'ingegneria costituzionale, in gioco c'è la compattezza di un Paese ancora drammaticamente avvolto in quella che Ilvo Diamanti ha definito la "sindrome di disorientamento" che fa da sottofondo alla "stanchezza della democrazia". E allora una politica che ha fortunatamente perso la ciambella di salvataggio delle ideologie ha il dovere di offrire risposte coraggiose nella concretezza dell'attività quotidiana. La Bicamerale è una grande occasione per ristrutturare un edificio costituzionale ormai logoro; ma i contenuti andranno trovati nei mille passi concreti per far sì che il cittadino, che è nello stesso tempo elettore, consumatore e contribuente, ritrovi la forza di guardare allo Stato come in uno specchio, come una parte della propria responsabilità, e non come una realtà esterna ed estranea da

cui difendersi e per cui provar fastidio, se non paura.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail