»BISOGNA CAMBIARE CONSO: IL QUORUM VA "ABBASSATO"
DI Paola Di Caro,
ROMA La causa del fallimento del referendum? Troppi quesiti. Il rimedio? Tra i tanti, uno: l'abolizione del quorum del 50% più uno degli aventi diritto. Giovanni Conso, ex presidente della Corte costituzionale ed ex ministro della Giustizia nel governo Ciampi, lancia una proposta tra le più forti in tema di riforma del referendum.
Perché, stavolta, i referendum hanno fallito?
»Tra le altre ragioni, la più importante a mio parere sta nel numero dei referendum. Il fatto che fossero tanti ha portato a una sorta di alleanza tacita fra tutti coloro che erano contrari ad uno o all'altro referendum, per motivi professionali, di categoria o di principio .
Cioè le astensioni dei giornalisti, dei cacciatori, dei magistrati si sono sommate e hanno provocato un astensionismo allargato?
»Questa è una ragione. D'altra parte, ciò può accadere perché con il quorum nel referendum, su tre possibili opzioni di voto il non voto, il sì e il no due favoriscono chi è contrario al referendum .
Esiste un modo per evitarlo?
»Sì. Si potrebbe prevedere l'eliminazione del quorum del 50% più uno degli aventi diritto, quorum oggi obbligatorio perché il referendum sia valido .
Una proposta piuttosto audace...
»Non così audace, visto che un referendum che non richiede il quorum è già previsto in Costituzione. L'articolo 138 della Costituzione, infatti, prevede che qualora una legge di revisione costituzionale venga votata dal Parlamento con la maggioranza assoluta e non dei due terzi, un quinto dei parlamentari o 500 mila cittadini possono promuovere un referendum abrogativo. Ebbene, per questo referendum che ha un oggetto molto importante, non è richiesto alcun quorum: perché sia approvato basta che si esprimano per il sì la maggioranza dei votanti. Ora se la previsione di un quorum può essere giusta in caso di grandi riforme, come accadrà per il referendum sulla Bicamerale, si comprende meno perché debba essere obbligata per i semplici quesiti abrogativi .
C'è qualche altro correttivo che lei suggerisce?
»A prescindere dal problema del quorum, si dovrebbe aumentare il numero delle firme necessarie per richiedere un referendum. E, per evitare sforzi inutili e inutili perdite di denaro, mi sembrerebbe saggio anticipare ad una fase iniziale della raccolta delle firme l'esame di ammissibilità dei quesiti da parte della Corte costituzionale .
Che ne pensa dell'ipotesi di referendum propositivo?
»Nulla osta al fatto che i cittadini possano esprimersi propositivamente ma, anche qui, vanno individuate le condizioni perché il numero delle proposte sia limitato. La collettività si stanca facilmente, dunque a tutti i promotori non posso che consigliare un uso circoscritto dei referendum e la formulazione il più possibile chiara dei quesiti .