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Segreteria Rinascimento - 17 giugno 1997
Da "Il Corriere della Sera" del 17 giugno 1997 - pag. 6
»NON BISOGNA CAMBIARE

FERRI: NO, RITOCCARLO E' IMPOSSIBILE

P.D.C.

ROMA No, non è morto il referendum. E non ha bisogno nemmeno di essere profondamente riformato per continuare a svolgere il suo importante compito. Mauro Ferri, ex presidente della Corte costituzionale, per prima cosa dice un no forte e chiaro all'ipotesi di eliminazione del quorum del 50% più uno dai referendum: »Ma scherziamo? Il quorum non può essere toccato per il referendum abrogativo. Si tratta infatti di abrogare una legge esistente e votata dal Parlamento: come possono bastare pochi elettori a farlo? E' impensabile . Poi passa ad analizzare le cause della clamorosa sconfitta dei referendum pannelliani.

Secondo lei questo risultato così negativo dipende dalla crisi dello strumento referendario?

»Non credo proprio. Gli italiani hanno fatto una scelta precisa, non dettata dalla pigrizia di recarsi alle urne: hanno voluto che i referendum non passassero. Questo non è dipeso tanto dal merito dei quesiti, quanto dal rifiuto del "referendum per il referendum". Hanno detto no all'abitudine dei comitati promotori di promuovere ogni anno decine di referendum come se fosse una medicina prescritta dal medico... .

Dunque l'istituto del referendum è vivo e vegeto anche dopo questa mazzata?

»Certamente. D'altra parte, anche nel '90 per i referendum su caccia e pesticidi non si raggiunse il quorum, ma l'anno dopo, e poi nel '93 e nel '95 la partecipazione alle tornate referendarie fu alta, perché i quesiti in quei casi suscitarono un grande interesse. Ciò dimostra che non è lo strumento in sé che viene rifiutato dai cittadini, ma l'uso sbagliato che di questo strumento si fa. Ai cittadini non va di considerare il referendum un modo per tenersi in esercizio: sono già chiamati a votare tante di quelle volte... .

Lei crede che l'istituto del referendum abbia bisogno di modifiche?

»Ci sono delle ipotesi di riforma in discussione in Bicamerale che mi trovano d'accordo, come la previsione che il giudizio di ammissibilità da parte della Corte costituzionale venga anticipata rispetto ad oggi. Per esempio, potrebbe aversi dopo che sono state raccolte 50100 mila firme. Credo anche che vada alzato il numero delle firme necessarie per richiedere un referendum: quando si fissò questa soglia a 500 mila, il Paese aveva meno abitanti, un numero maggiore di minorenni e l'età per il voto era fissata a 21 anni .

Piccole modifiche dunque e nessuna »riscrittura dell'istituto referendario?

»Non vedo cosa ci sia da "riscrivere". La caratteristica del referendum è quella di chiamare il popolo ad esprimersi, non è che c'è da inventarsi molto altro... .

Qualcosa c'è: lei sarebbe favorevole ad introdurre in Italia il referendum propositivo?

»Sì, sono favorevole. Ma bisogna prevedere in questo caso una regolamentazione che impedisca il proliferare delle richieste referendarie .

 
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