Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
mer 28 mag. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Notizie lista Pannella
Segreteria Rinascimento - 17 giugno 1997
Da "IL MANIFESTO" del 17 giugno 1997, pag. 9

I SENZA QUORUM

Pannella non ce l'ha fatta. I sette referendum nazionali non hanno ottenuto il quorum. Ha votato solo il 30,2% degli aventi diritto, con uno 0,2% in meno per il quesito sull'abolizione dell'ordine dei giornalisti. Perché il voto fosse valido avrebbe dovuto quindi ,votare un ulteriore 20%. Validi invece i due referendum romani sulle privatizzazioni dell'Acea e della centrale del latte. In questo caso il quorum era però limitato al 25% degli aventi diritto e in entrambi i referendum ha votato il 34,1%. Sull'Acea i sì hanno vinto con il 52,05% dei voti contro il 47,95%. Margine più ristretto alla centrale del latte con i sì al 50,60%. Nei referendum nazionali, come ovvio, i si erano ovunque intesta, con un margine molto ampio (oltre l'80%) nelle due domande sugli incarichi extragiudiziari dei magistrati e sulla progressione delle carriere dei giudici. Lo scarto diminuisce negli altri referendum per attenuarsi al massimo nella domanda sull'abolizione del ministero dell'agricoltura (66.9 contro 33,1%) e su quella

dell'ordine dei giornalisti (65,5 contro il 34,5%). Il risultato della prova nazionale fornisce dunque una risposta seccamente negativa a quella sorta di informale "referendum sui referendum", in cui si era sempre più trasformato il voto di domenica scorsa. Cercando di recuperare in extremis una sconfitta annunciata Pannella aveva puntato tutto sulla difesa dell'istituto referendario. E' probabile che la campagna degli ultimi giorni, tutta impostata sulla forma referendum più che sul contenuto specifico dei quesiti, abbia accresciuto l'affluenza alle urne, senza tuttavia poter ribaltare un risultato già scritto. Pannella ha certamente pagato la pochissima attenzione concessa dai media alla prova e la decisione del ministero degli Interni di aprire le urne in una domenica da pienamente estiva. In proposito il ministro Napolitano ha risposto ieri alle accuse di Pannella ricordando che nel 1995 si votò per i referendum l'11 giugno, e tuttavia il quorum fu raggiunto. "Nessuna persona di buon senso ha detto Napo

litano può credere che se si fosse votato due settimane prima i votanti sarebbero passati da 30 al 60%". Pannella ha però scontato anche l'abuso di referendum proposti negli ultimi anni, un abuso che si e pienamente palesato in questa occasione. Con i referendum più importanti bocciati dalla Consulta, i quesiti sopravvissuti sono infatti rimasti senza alcuna questione determinante a far da traino . La strategia impostata da Pannella rischia tuttavia di rivelarsi ora un'arma a doppio taglio. Ieri si sono infatti moltiplicate le voci favorevoli a una revisione delle regole referendarie, a partire da quella del presidente della camera Violante. Nel mirino c'è soprattutto il numero di firme necessarie. Attualmente sono sufficienti 500.000, in futuro potrebbero essere portate a un milione. E' una riforma alla quale non sarebbe contrario neanche Gianfranco Fini, che pure ieri ha parlato di "giornata non felice per la democrazia". Fini ha però aggiunto che un aumento delle firme necessarie potrebbe aiutare a salva

re l'istituto referendario.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail