CALDERISI: "CARO MARCO, L'ISOLAMENTO NON PAGA"
Parla il deputato di Fi che per 24 anni ha militato nel Partito radicale
"Nell'81 votammo un documento per dire: mai più referendum senza alleanze preventive. Dal 95 Pannella ha ripreso la vecchia logica".
Di Stefano Di Michele
ROMA. "Mi ricordo che tanti anni fa volevo promuovere dei referendum, e Pannella mi diceva: "No, no. Ce l'hai un'alleanza, uno schieramento capace di vincere gli ostacoli? Non ce l'hai? E allora niente da fare, il referendum non lo promuovi" . Sono stato bacchettato per anni su queste cose, me le ha insegnate lui. Adesso le ha dimenticate...". Peppino Calderisi è parlamentare di Forza Italia. Ma nel partito radicale e poi via, dietro le varie peripezie pannelliane - è stato per ventiquattr'anni. Per tre volte è stato eletto parlamentare della "rosa nel pugno" è stato tesoriere. Ma, soprattutto, racconta con ironia e un pizzico di nostalgia ("adesso mi occupo solo di Bicamerale"), è stato un "referendario accanito". E oggi, dopo la frana del non voto che l'altro giorno ha sepolto i quesiti del vecchio capo, si sfoga e racconta. Insomma,
Calderisi, Pannella ha commesso degli errori?
"Diciamo che ha voluto fare così... Non faccio l'errore di attribuire a Pannella degli errori. Certo, di errori ne fa anche lui, ma a parte che difficilmente li riconosce, preferisco parlare, in questo caso, di scelte politiche".
Comunque disastrose...
"Nell'80 e nell'81, noi radicali facemmo una campagna per dieci referendum, con lo slogan "Fermali con una firma". Erano la meccanica ripetizione di alcuni quesiti proposti al tempo del compromesso storico: ordine pubblico, ergastolo, aborto. Non mancò il quorum, ma prendemmo solo il 14%. Allora, al congresso, approvammo un documento per dire: mai più referendum da soli, senza alleanze preventive. E vennero fuori le campagne sulla giustizia con Psi e Pli, sul nucleare e sulla caccia con i Verdi, sulle riforme con Segni, sulla pubblica amministrazione con Giannini, sull'economia con la Lega... Tutte con la logica di alleanze preventive e su temi precisi".
Pannella, invece...
"Dal '95 ha ripreso la vecchia logica, è ricaduto nello stesso errore dell'80'81...".
E perché lo ha fatto?
"Questo lo deve chiedere a lui. C'è un errore di personalizzazione. Certo, c'è chi non vuole i referendum per non disturbare il manovratore, ma indubbiamente sono stati i promotori stessi a servire su un piatto d'argento la vittima nella mani del massacratore...".
E la morte del referendum?
"No, ma certo è stato un colpo molto duro".
E a questo punto?
"Questo strumento va salvaguardato. Non sono per un uso parco dei referendum, anzi vanno fatti con una certa frequenza, però su temi, su campagne precise per non trovarti da solo a fare il quorum. I referendum come li pensa Pannella, sognando un ideale stato di diritto, non sono praticabili. Bisogna evitare il rischio di isolamento. Se si personalizza diventa difficile vincere... Bisogna utilizzare temi forti, capaci di attirare l'opinione pubblica, come è stato per i referendum sulla legge elettorale. Insomma, impostare una logica diversa da quella di "Pannella controtutti".
A proposito: Pannella di referendum ne ha proposti altri 35...
"Non mi sembra il criterio giusto. E' un mostruoso déjà vu....".
Sarà, ma nella notte della sconfitta li ha rilanciati quasi con furia, i famosi "depositi di armi"
"Guardi, non sono Pannella... Insomma, sono stato un anno e mezzo zitto. Ero addolorato, e ho subito con tristezza e dolore... La stessa tristezza e lo stesso dolore con cui sono andato a votare domenica, perché sapevo cosa stava per accadere. Serve accortezza, servono alleanze e campagne per temi. E soprattutto la non personalizzazione che ha permesso in altri momenti di vincere. L'unico modo di difendere il referendum, è quello di utilizzarlo in maniera giusta...".
Una curiosità: lei su che argomento ne promuoverebbe uno?
"Io ne farei uno a partire dalla legge Rebuffa, perché qui c'è il rischio di distruggere quel poco di bipolarismo che si è costruito con tanta fatica. Altri temi possono essere quelli della giustizia e dell'economia ".
Beh, più o meno, tra i 35 referendum di Pannella, ci saranno...
"Beh, per carità, di sicuro... Credo che con 35 quesiti abbia trovato di tutto. Ma bisogna fare una selezione delle cose, e ricercare delle alleanze per una promozione paritaria".
Che vuol dire?
"Che non si può vincere se si consente la personalizzazione".
E adesso, dopo la sconfitta di domenica, che auguri si sente di fare a Marco Pannella?
"Mah, Pannella non ha bisogno né di auguri né di commemorazioni... Comunque, spero che possa ridar luogo a un'iniziativa referendaria come ha fatto tante volte nel passato, capace di smuove le acque di questo paese.. . Ce n 'è bisogno".