OTTO LE IRREGOLARITA' NEL VOTO DI DOMENICA
Pannella difende i referendum
In seguito alla tempesta scatenatasi nel dopo voto di domenica, i rappresentanti di quasi tutti i partiti hanno criticato, consigliato, discusso e proposto possibili modifiche all'istituto referendario. Marco Pannella e i suoi compagni riformatori forti comunque del consenso di oltre 11 milioni e 700 mila elettori che hanno espresso il voto (il 30,1 per cento degli aventi diritto) hanno risposto alle critiche in una conferenza stampa, tenutasi ieri mattina. In questa occasione, hanno voluto sottolineare quante e quali irregolarità abbiano caratterizzato la giornata della consultazione referendaria. Il primo ostacolo con cui hanno dovuto scontrarsi å stata la decisione del Viminale di fissare ' l'infausta" data del voto al quindici giugno. 'Con le scuole già chiuse, 2 milioni e 700 mila italiani in ferie e 8 milioni di cittadini in piå rispetto ai mesi di aprile e maggio, secondo i dati Enit, lontani dai luoghi di residenza" ha spiegato Rita Bernardini. Poi, vi sono stati tutta una serie di fattori, al di l
à della volontà di "andare a votare o meno", che hanno contribuito a far si che non venisse raggiunto il quorum. Infatti, otto almeno sarebbero le irregolarità riscontrate per l'esito di questo referendum. In primo luogo, la ritardata e mancata consegna agli elettori dei certificati di elezione nelle liste elettorali. E non meno importante, il ritardo di 11 giorni con cui la Rai ha avviato le tribune referendarie, cosi come l'assenza di dibattiti nei contenitori televisivi nonostante le disposizioni della delibera della Commissione di vigilanza. Anche i telegiornali si sono limitati ad informare solo negli ultimi dieci giorni, e le concessionarie private hanno, addirittura, calato un muro di silenzio. Questo nonostante le numerose denuncie del garante Francesco Paolo Casavola. Come se non bastasse å stata spostata, anche, la partita per la permanenza in serie 'A' tra Piacenza e Cagliari, da sabato a domenica. Le ultime sistematiche irregolarità sono avvenute proprio ai seggi elettorali, come il manifesto con
l'elenco che riportava anche i referendum superati dalla legge Bassanini. Benedetto Della Vedova, segretario nazionale dei club Pannella, ha messo in risalto la propensione conservatrice delle "regioni rosse" e del sud del Paese, e la controparte riformatrice del nord e in particolare del nordest. ;La vittoria è andata al partito del non andare a votare, frutto della convergenza del nonvoto obbligato dei cittadini" critica duramente Della Vedova. Il leader dei riformatori, Pannella, ha commentato aspramente alcuni dei suggerimenti sulla questione referendaria. "Pur di massacrare il dissidente Pannella commenta lo stesso leader il partito del nonvoto ha detto chi se ne importa dei problemi della caccia, dell'ambiente, ecc." A Fausto Bertinotti e Paolo Barile, che ricordiamo hanno suggerito di ridurre il numero di referendum da sottoporre al voto in un anno, il leader dei radicali ha risposto con parole che rasentano il grottesco. Uno all'anno? Una scemenza di Bertinotti. Quattro all'anno'? Un'altra scemenz
a, di Barile, un barile di scemenze... E poi che facciamo, tiriamo a sorte? Ci mettiamo in fila? Votiamo in ordine cronologico?". Infine, sul referendum propositivo, Pannella commenta sarebbe, soltanto, un valore aggiunto in mano ai partiti di potere". Ma dopo la sconfitta il Fantasma" riformatore preannuncia che il suo movimento si batterà "per rendere il referendum uno strumento di ordinaria democrazia".