Radio radicale. Scrive il direttore.
Di Massimo Bordin
Caro Direttore, l'articolo pubblicato a pagina quattro senza firma sul quotidiano da lei diretto, intitolato "E i giornalisti radicali si ribellano a Marco" contiene menzogne in quantità e di qualità tale da rendere evidente una volta ristabilita la verità dei fatti, il livello assolutamente inaccettabile raggiunto dal giornale da Lei diretto nel condurle una polemica politica che si vorrebbe, seppure accesa, pur sempre civile Le faccio presente che intendo avvalermi di tutti i mezzi consentiti per ristabilire la verità dei fatti e tutelare la mia personale reputazione. E allora, contrariamente a quanto scritto dal fazioso e disinformato estensore anonimo dell'articolo, La informo che, come non solo la legge ma la correttezza e la lealtà impongono, ho sempre firmato come direttore responsabile le richieste di redattori e collaboratori della radio che chiedevano l'iscrizione all'Ordine dei giornalisti. L'ultima firma è di pochi giorni fa Tutte queste richieste da me firmate sono presumo, rintracciabili nella
sede dell'Ordine regionale. Se alcuni redattori, circa un anno fa, hanno richiesto d'ufficio il praticantato ciò non è stato dovuto ad alcun mio ostruzionismo precedente. Semplicemente hanno preferito non interpellarmi. Quanto al finanziamento di Radio radicale, le cifre proposte ai lettori sono sbagliate. Anche qui bastava verificarle. Quanto all'editore che non ha mai voluto riconoscere il diritto dei redattori di iscriversi all'Ordine ciò è puramente e semplicemente falso. Per quel che attiene comunque a me personalmente, Le richiedo, ai sensi della legge sulla stampa, la pubblicazione con pari evidenza di questa lettera, senza che ciò possa essere minimamente inteso come riparatorio al danno da me comunque subito per il quale comunque La informo che intendo rivalermi per vie legali. Così come invierò per conoscenza ed esposto questo testo al presidente dell'Ordine regionale. Visto che l'Ordine tuttora esiste speriamo possa occuparsi dell'onorabilità di un modesto pubblicista. Distinti saluti, segue quere
la.
Massimo Bordin
Riconfermiamo quanto abbiamo già scritto il 12 giugno: i redattori di Radio Radicale non hanno il contratto nazionale di lavoro giornalistico; nove di loro hanno ottenuto d'ufficio il praticantato; quattro hanno presentato domanda alla vigilia del voto referendario e l'emittente riceve dieci miliardi di finanziamenti pubblici per le dirette sui lavori del parlamento e otto miliardi per la legge sull'editoria (vedi relazione del garante).