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Segreteria Rinascimento - 19 giugno 1997
Da "L'OPINIONE" del 19 giugno 1997,pag. 1

MARTINO E TARADASH CONTRO FORZA ITALIA. E PANNELLA LI INVITA...

L'imbarazzo era nell'aria ormai da mesi. E si era fatto ancor più grave nelle scorse settimane quando, dopo il ritorno di Silvio Berlusconi dalla convalescenza, la piega delle trattative in Bicamerale aveva preso una piega decisamente lontana dalle riforme che Forza Italia aveva sempre sponsorizzato. Si diceva nei corridoi che il Cavaliere si era ormai convinto che l'unica salvezza del suo movimento stava nel ritorno alla proporzionale e nella caratterizzazione sempre più democristiana e centrista della strategia azzurra. Si diceva, nei corridoi, prima. Poi è arrivata la conferma dalla stessa bocca del leader del Polo nel corso di una sincerissima riunione dei parlamentari . E ora che della conversione berlusconiana parlano tutti i giornali, c'è una fetta di Forza Italia che comincia a ribellarsi. Così ieri mattina, Marco Taradash e Antonio Martino hanno aperto il fuoco dalle frequenze di Radio Radicale. Un fuoco amaro contro le posizioni ufficiali (e le intenzioni) del presidente Berlusconi. Non piace all'a

la liberista di Forza Italia l'accordo che Polo e Ulivo stanno per raggiungere. Lo spiega con ironia Taradash: "La commissione bicamerale ha definito alcune rivoluzionarie modifiche della Costituzione grazie alle quali l'Italia diventa una repubblica formata da comuni, province, regioni e per fino uno stato, mentre Roma diventa capitale d'Italia. Suggerisco di costituzionalizzare il principio che l'Italia è una penisola". "Quanto alle cose meno fondamentali, la Bicamerale ha detto ancora Taradash pare orientata a un presidenzialismo parlamentare, a un maggioritario proporzionale e a un doppio turno a un turno. Il paese è grato all'opposizione per la sua capacità di proporre tale alternativa di programma e di serietà alla maggioranza degli inciuci e delle desistenze". Dello stesso tenore i commenti di Martino: ' Purtroppo tutte le nostre preoccupazioni sono rafforzate. Avremo il presidente della repubblica eletto direttamente dal popolo, ma a condizione che non abbia potere alcuno. Avrà una fortissima legit

timazione, ma nessuna facoltà. Per completare questo quadro di confusione e questo pasticcio costituzionale si propone un sistema elettorale incomprensibile, assolutamente inaccettabile perchè manterrà un elevatissimo numero di partiti e partitini, e dall'altro con il premio di maggioranza si corre il rischio di consegnare questo paese stabilmente ad una coalizione di sinistra, con le conseguenze che si possono immaginare". Questa serie di lamentazioni, però, non è andata giù a Marco Pannella che, ai ribelli ha mandato un messaggio chiaro e tondo, anche se scritto in pannellese stretto. "Dinanzi a quello che sta accadendo, che più ancora che un "già vissuto" è un incubo riuscito, recita l'esordio del comunicato ... dodici milioni di italiani hanno domenica scorsa tentato di acquisire sei puntuali e precise riforme che il partito del non voto ha invece impedito. A questo punto il problema non è quello dell'impotenza a concepire alcunchè che possa animare o rianimare il paese o parti consistenti di esso, ma

dall'assenza di un gruppo di parlamentari che agisca in presa diretta con quei dodici milioni di cittadini e con il Movimento che li ha aggregati. Ai Martino, ai Taradash e ai loro omologhi di estrazione ulivista torniamo a ricordare che quattro deputati tra il 1976 e il 1979 determinarono pressochè da soli il corso della legislatura. . . e tornarono nel 79 in 23 sui banchi del Parlamento". Infine, l'invito di Pannella si fa più esplicito: "Sono molto più di dodici milioni i liberali e i democratici italiani in cerca di autore. Ci sembra tristemente mediocre questo modo di ignorarlo e un'inspiegabile scelta di sotto occupazione e di velleitario collaborazionismo il loro persistente rifiuto di partecipare ai posti di responsabilità che loro spettano''.

 
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