Roma, 19 giugno 1997
Finalmente la realtà comincia a venire a galla. Anche se il riflesso di regime e il fiele del giornalismo e della politica italiana è quello di cogliere questa occasione per disinformare su Radio Radicale, la RAI lealmente prevede in almeno 25 miliardi all'anno i meri costi di gestione del servizio letteralmente inventato, creato e fornito (gratuitamente per 18 anni e solo negli ultimi 3 in regime di convenzione) oggi da Radio Radicale per 8 miliardi all'anno.
La RAI altresì aggiunge oggi giustamente l'esigenza di disporre di frequenze che sul mercato hanno il valore difficilmente stimabile grazie al caos illegale, nel quale il regime ha avuto e ha l'interesse di frantumare e atomizzare la radiofonia italiana.
Solo per queste frequenze occorrono alcune decine di miliardi.
A questo punto occorre ben intendersi su cosa significa Radio Radicale, perché l'azienda Radio Radicale e il Centro di produzione S.p.A. che ne è il proprietario ha sul mercato un valore assolutamente inestimabile per quanto in più di 20 anni ha "prodotto" e tuttora "produce" sul piano scientifico, culturale politico ed anche commerciabile e commerciale.
Sia come Radio Radicale, che come Movimento dei Club Pannella, ci riserviamo di adire le vie legali nei confronti di quanti hanno la sfrontatezza di indicare nel governo Berlusconi e nei rapporti politici con quel governo l'origine della convenzione per la trasmissione delle sedute parlamentari, adottato invece dal governo Ciampi in attuazione di delibere parlamentari unanimi e reiterate nel tempo (presidente della Camera Giorgio Napolitano, del Senato Giovanni Spadolini) sin dal periodo in cui presidente del Consiglio era Giuliano Amato.
Nei confronti del governo Berlusconi e dell'allora Ministro delle poste Tatarella Radio Radicale ha più volte pubblicamente agito e promosso iniziative giudiziarie poiché quel governo non importa per quale ragione era e fino ad ora è stato il solo a frapporre difficoltà ed ostacoli in dispregio delle delibere parlamentari e dei deliberati del governo Ciampi all'attuazione della convenzione per la trasmissione delle sedute parlamentari.
Servizio che oggi, è la RAI stessa a confermarlo, viene fornito da Radio Radicale ad un prezzo che è pari ad un quarto del costo annuo (se si includono gli ammontamenti) che la RAI stessa dovrebbe sostenere.
Attestazioni a Radio Radicale per il servizio assolutamente gratuito e unanimemente riconosciuto di servizio pubblico sono venute da tutti i gruppi parlamentari e da quasi tutti i presidenti delle camere nell'arco dell'ultimo quindicennio, che hanno promosso iniziative dibattiti sul ruolo e l'attività dell'emittente. Espliciti e non causali pubblici riconoscimenti sono giunti da tutte le massime autorità dello Stato.
E pure Radio Radicale solo negli ultimi tre anni, per la prima volta, ha ricevuto il corrispettivo come da contratto stipulato per il servizio svolto a seguito di pubblica (ma davvero pubblica e notoria) gara.
Radio Radicale ha pertanto un valore letteralmente inestimabile al contrario del costo del servizio che fornisce e che grazie alla RAI oggi è almeno in parte noto.