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Segreteria Rinascimento - 20 giugno 1997
Da "Il Corriere della Sera" del 20 giugno 1997 - pag.3

BICAMERALE, ACCORDO SULLA LEGGE ELETTORALE

Il compromesso raggiunto su una diminuzione dei poteri del presidente

Torna l'ottimismo sulla conclusione dei lavori della Commissione. Il controvertice tra Bertinotti e Casini. Maroni: "Neanche il Caf avrebbe osato tanto"

ROMA Ognuno lo dice a modo suo. Il pidiessino Cesare Salvi: "Oggi l'aria è più serena". Franco Marini: "Siamo ad un passo dall'accordo". Domenico Nania di An: "A questo punto il nostro unico nemico è il tempo: potrà l'accordo reggere un anno e mezzo?". Anche gli "esclusi" dal vertice notturno dei "nove" si accodano. Armando Cossutta: "Credo che ci stiamo avvicinando ad una soluzione positiva". Pierferdinando Casini (Ccd), che ieri ha anche organizzato un controvertice con Bertinotti nel suo studio: "Noi siamo ben rappresentati da Berlusconi. Ci va bene.. Fausto Bertinotti: "Sapevamo il menu. Tutto sonno guadagnato il nostro". Maurizio Pieroni dei verdi: "Ci vuole un buon accordo per frenare i guastatori". Tutti ottimisti, anche se ci sono ancora molti punti da limare, molte incertezze tecniche Ma l'accordo di massima che dovrebbe consentire alla Bicamerale di concludere i lavori il 30 giugno con un voto su un testo unico sulla forma di governo c'è. A discutere i problemi più spinosi ci penserà il Parlamento.

E' servito a questo il vertice segreto di mercoledì notte a casa di Gianni Letta con Berlusconi, D'Alema, Fini, Marini e i loro quattro "ambasciatori" nella Bicamerale. Punto di partenza la bozza Salvi. Si è parlato dei poteri del presidente e di legge elettorale: quest'argomento non sarà affrontato in commissione, che non è competente, ma i bicameralisti presenteranno un ordine del giorno "sufficientemente vago" che contenga i principi della legge da far approvare poi al Parlamento: la bozza è già pronta e prevede che si mantengano alcuni principi della legge attuale (scorporo e sbarramento) e di inserire un meccanismo che assicuri la stabilità della maggioranza. "Ci provino a presentarla annuncia battaglia Giorgio Rebuffa di Forza Italia commissione non può votare ordini del giorno della nuova legge elettorale: al primo turno si vota con due schede per eleggere il 55 per cento dei deputati con il sistema maggioritario uninominale e per scegliere un altro 25 per cento di deputati con il sistema proporzio

nale, resta lo sbarramento per l'accesso in Parlamento al 4 per cento. Dovrebbe rimanere anche il meccanismo dello scorporo (come nel sistema attuale: i voti di chi è eletto con il sistema maggioritario vengono sottratti al momento di contare i consensi per la quota proporzionale), anche se il Pds lo vorrebbe abolire. Al ballottaggio sono ammesse soltanto le due coalizioni che prendono più voti e si dividono il rimanente 20 per cento: una parte serve alla coalizione che vince per raggiungere almeno il 54 per cento dei seggi, il resto viene ridistribuito. Sui poteri del presidente si è discusso a lungo. Due i punti più controversi: il potere di scioglimento delle Camere e il suo rapporto con il presidente del Consiglio. I popolari chiedevano almeno la controfirma del premier per lo scioglimento. Fini voleva la massima discrezionalità del presidente. "Ci siamo accordati che il presidente può sciogliere in caso di crisi di governo.. Restano ancora una serie di casi che i popolari e anche Rifondazione vogliono s

crivere in Costituzione. Altra certezza è che il presidente della Repubblica continuerà a controfirmare le leggi e i decreti e non presiederà il consiglio dei ministri ma soltanto un consiglio di sicurezza e difesa ristretto, per i problemi che riguardano appunto la politica estera e la difesa. "Non si è stabilito chi rappresenta invece l'Italia all'estero: forse sia il premier che il presidente", conclude Nania. Tutto questo dovrà essere inserito da Cesare Salvi nella sua bozza, che verrà rivotata lunedì prossimo. Intanto questa mattina tocca ai leader: in Bicamerale spiegheranno ufficialmente le linee dell'accordo, per il Polo parlerà Fini ma non Berlusconi. Se anche c'è l'accordo non è esclusa la schermaglia in commissione. Gli emendamenti già presentati non verranno ritirati, neppure quello proposto dal Pds di mettere in Costituzione il doppio turno di collegio. Sono poche le voci discordi. Quella di Achille Occhetto: "Stanno lavorando per peggiorare il semipresidenzialismo" . Quella di Maroni della le

ga: "Neanche il Caf avrebbe osato tanto". Quella di Famiano Crucianelli (Comunisti unitari): "Un pasticcio brutto". Applaude invece dal governo Walter Veltroni: "E' importante che la Bicamerale non fallisca".

 
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