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Segreteria Rinascimento - 22 giugno 1997
Da " IL MANIFESTO" del 22 giugno 1997, pag. 3

IL RIENTRO DI TONI NEGRI RIAPRE IL DIBATTITO SUGLI ANNI SETTANTA

Roma. Soluzione politica o semplice soluzione "umanitaria"? Il dibattito

sulle due strade per chiudere i conti con gli anni '70 ha ripreso

corpo ieri nei commenti alla notizia sul prossimo rientro di Toni

Negri in Italia. Un rientro che avverrà mentre in parlamento è in

discussione l'ipotesi dell'indulto e mentre i temi della

giustizia e della legislazione d'emergenza tengono banco alla

commissione bicamerale sulle riforme. Uno dei primi a commentare la notizia è stato ieri Pietro Folena, responsabile dei problemi della giustizia del Pds: "Considero la

decisione di Negri un fatto molto positivo. Io stesso l'avevo

pubblicamente auspicata nelle scorse settimane in una intervista

a un quotidiano di Padova". Quali effetti potrà avere questo

ritorno? "Credo che possa aiutare ad affrontare la questione

della riconciliazione. Quella strategia della riconciliazione che

ci porta a riconoscere i permessi a detenuti come Francesca

Mambro. Certo, nel quadro dell'indulto la posizione degli esuli è

più difficile di quella dei detenuti. Ma penso che dovremo

trovare la soluzione tecnica per superare gli ostacoli. Giudico

possibile giungere entro il 2.000 a una soluzione che ci consenta

di chiudere definitivamente con le conseguenze della politica di

emergenza degli anni della lotta armata". L'impressione è che sia meno difficile affrontare la questione dal punto di vista tecnicogiudiziario che politico. Che insomma la strada detta "umanitaria" arriverà prima di una riflessione

compiuta su quella fase della storia italiana: "E' certamente

così risponde Folena perchè ci sono ancora molte ferite non

rimarginate. Manca, ad esempio, una adeguata legislazione che

tuteli i diritti dei parenti delle vittime. Ritengo più utile

affrontare in primo luogo la questione sotto il profilo

tecnicogiuridico. Non dimentichiamo che in quegli anni ci fu

anche una tendenza dei magistrati ad applicare il massimo delle

pene nei confronti dei protagonisti della lotta armata". Parole importanti dette da chi oggi è responsabile della giustizia nel principale partito di governo e che negli anni caldi dell'Autonomia era segretario della Fgci di Padova. Un

periodo duro, ricorda Folena: "Ricordo il processo contro

l'Autonomia, quando i nostri dirigenti si recarono nell'aula del

tribunale di Padova a testimoniare contro l'organizzazione di

Negri. Erano anni difficili all'università, si praticavano le

gambizzazioni. Io ero figlio di un docente universitario e quel

clima lo ricordo bene. Ma anche nel Pci ci si era divisi: c'era

chi privilegiava la soluzione giudiziaria e chi, come noi della

Fgci, credeva invece più utile affrontare la questione dal punto

di vista politicoculturale. Per questo organizzammo proprio a

Padova due convegni, nel '78 e nel '79, con la presenza di

Massimo D'Alema". Per Ersilia Salvato, vicepresidente del senato, "si tratta non

solo di cancellare la fase dell'emergenza ma anche di fare i

conti con quella stagione politica. Oggi lo stato italiano

dovrebbe dimostrare questa volontà. Ma vedo il rischio che si

riaccendano le polemiche rendendo più complicato il percorso". Da

dove vengono le resistenze maggiori a fare i conti con quel

periodo? "Credo risponde l'esponente di Rifondazione che ci

siano resistenze di tipo trasversale. C'è, ovviamente,

l'opposizione classica e prevedibile della destra ma c'è anche a

sinistra chi, in via generale, si dice disponibile a impegnarsi

su un terreno umanitario ma non su quello della riflessione

politica". Dal fronte della magistratura il primo commento è stato ieri

quello di Armando Spataro, pm a Milano, uno dei magistrati che

fecero l'inchiesta sul gruppo di "Rosso", conclusasi con la

condanna di Toni Negri. "L'ipotesi che Negri voglia tornare in

Italia ha commentato Spataro non può che essere vista con

favore perchè tutti coloro, condannati in via definitiva, che

rientrano volontariamente, riconoscono le leggi italiane".

Secondo il pm, infatti, "il punto principale è che Negri torna da

colpevole, condannato definitivamente come capo di

un'organizzazione terroristica, senza alcuna possibilità di

errore giudiziario. Poi potrà anche godere dei benefici riservati

a chi spontaneamente si consegna alla giustizia, ottenendo un

trattamento particolare. Ma non avrà favori". Spataro ha anche

commentato la richiesta di rivedere le pene comminate nel periodo

dell'emergenza: "Lo stato ha già pensato a questo prima che

qualche intellettuale o pseudo tale lo chiedesse".

 
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