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Segreteria Rinascimento - 24 giugno 1997
Da "IL GIORNALE" del 24 giugno 1997, pag. 1

LA GUERRA DI SCALFARO A CHI PAGA ANCHE LUI

di Carlo Pelanda

Scalfaro ha compiuto un atto gravissimo. Ha demonizzato i "furbi" che non pagano le tasse senza porsi il problema del perché lo facciano. Se l'Italia fosse in una situazione normale, Scalfaro avrebbe pienamente ragione. Ma cosi non è. Il Paese non ha uno Stato normale. Tutto è distorto e da decenni. In una tale situazione il buon senso consiglierebbe di riconoscere che il sistema va rimesso a posto creando le condizioni affinché i cittadini possano rispettare le leggi che oggi sono costretti a violare, Invece Scalfaro ha semplificato le storture, riducendole a mero atto criminale di una parte degli italiani. Forse non se ne è accorto, ma con questo ha dato il segnale di avvio dello scontro sociale nel Paese. Invece di unire gli italiani cosa che sarebbe i1 mestiere di un Presidente li ha divisi tra produttivi che evadono e improduttivi che percepiscono, e cosi ha legittimato la crociata dello Stato e dei secondi contro i primi. Primo punto. Chi è lavoratore autonomo, commerciante, artigiano o piccolo imp

renditore non riesce, oggettivamente, a pagare tasse cosi elevate, le più alte nel mondo occidentale. Se lo facesse andrebbe fuori mercato oppure la remunerazione "dopo le tasse" non sarebbe sufficiente a compensare i rischi e le fatiche di chi opera in proprio e a rischio. Le grandi imprese e quelle medie internazionalizzate hanno molti modi per attuare un'elusione fiscale legale. Ma le aziende più piccole non hanno questa opportunità o non possono sopportare è il costo del superconsulente che gli spiega come oggi sia possibile eludere legalmente il fisco. E questi evadono, non c'è dubbio fino a quota 240mila miliardi. Ma se l'evasione è cosi di massa, non viene in testa a qualcuno che ci sia un motivo se tanti si comportano da cattivi cittadini? Alcuni attuano una evasione smodata. Ma molti di più si autoriducono le tasse per reinvestire nella loro attività i soldi cosi risparmiati, per sopravvivere in un ambiente impervio per l'economia reale. Che vuol dire tutto questo? Che le regole fiscali del Paese so

no talmente degenerate da aver creato la situazione assurda utilizzando una

felice espressione di Tremonti dell'imposta che uccide l'imposta (tasse troppo alte per poter essere pagate). E pensiamo, poi, al lavoratori in nero. Per vivere devono nascondere la propria opera perché le regole fiscali e del lavoro non permettono loro l'esercizio alla luce del sole. Che devono fare? Autodenunciarsi e restare disoccupati o poveri? Secondo voi un presidente della Repubblica dovrebbe parlare cosi, come faccio io qui, oppure demonizzare in modo tranciante gli evasori e i "neristi"? Secondo punto. Perché i cittadini italiani dovrebbero pagare le tasse? Queste servono a finanziare: a) un esercito di dipendenti pubblici che per lo più non serve a nulla; b) un sistema di servizi statalizzati del tutto inefficiente; c) privilegi inaccettabili per categorie particolari che li hanno ottenuti grazie a rapporti privilegiati con la politica; d) un sistema politico tra i più malfunzionanti del mondo occidentale, e) corredato da una burocrazia soffocante. In più ed è il colmo tutti i soldi delle tasse

vengono spesi per mantenere l'apparato statale e nulla per la modernizzazione competitiva del territorio e delle comunità locali. Un Presidente di tutti gli italiani riconoscerebbe questi fatti e direbbe chiaramente che è comprensibile la riluttanza a pagare tutte le tasse visto la pessima qualità di quello che si ottiene in cambio. E, se usasse il buonsenso, annuncerebbe il risanamento della situazione. Ma Scalfaro ha dichiarato guerra all'Italia che produce. Non ha capito, o voluto capire, che gli italiani produttivi che evadono, per lo più, vorrebbero poter pagare le tasse. Ma queste dovrebbero, almeno, dimezzarsi per diventare sostenibili. Scalfaro, i cittadini produttivi che Lei, anche, rappresenta chiedono in realtà proprio questo, neanche subito, ma almeno in una credibile prospettiva (oltre a uno Stato efficiente e snello). E Lei invece li addita come criminali da perseguire. Che risposta si aspetta da loro? Gliene offro un'anteprima. Molti lettori del Giornale mi hanno telefonato e faxato chieden

domi di essere ambasciatore del seguente messaggio per Lei: "Fino a ora, abbiamo evaso per necessita, solo quello che era necessario; da adesso evaderemo di più per definanziare il regime che ci vuole morti, e con esso i (catto)comunisti che ci additano per strada come criminali e poi vivono grazie al nostro lavoro". Bel risultato Presidente di tutti gli italiani. Guardi, a questo punto può fare del bene all'Italia solo dimettendosi.

 
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