MOLTI REFERENDUM, SETE DI LIBERTA'
Di Massimiliano Melley
Libertà, ne ho sete. Quella che oggi non trovo in Italia. Da studente di economia e Commercio che ogni tanto ha l'onore di scrivere su L'opinione, forse dovrei frenare i pensieri e le parole, lasciare ad altri l'ardire del commento e meditare solingo sul moto di ribellione che oggi mi pervade. Ma mi sembra d'aver perso la libertà, e se è un ventunenne a dirlo voi avete il dovere di rifletterci. Ci sono stati sette referendum, in cui ho tenacemente creduto. E
sono morti. Ma più ancora è morto "il" referendum. Avevo pensato che fosse di mio interesse la camera dei magistrati, sebbene non sarò mai un loro collega e sebbene non sia attualmente sotto processo. Questo perché essi svolgono indiscutibilmente una funzione pubblica e quindi d'interesse generale. Mi ero dunque informato su come i magistrati avanzano di carriera, e su che cosa sarebbe cambiato con la vittoria dei "si". E ho votato "sl". Alcuni amici, compiuto il medesimo processo di conoscenza, hanno votato "no". Ma al 70% dei miei conterranei (definirli connazionali mi disonora, almeno oggi) i magistrati non sono parsi d'interesse generale. E non parlo della mia migliore amica, che per votare avrebbe dovuto farsi trecento chilometri di andata e altrettanti di ritorno. Parlo di quelli che avevano il seggio sotto casa. Così però il mio diritto dl voto sparisce di fronte a chi vorrebbe delegare tutto ai partiti. Con l'unico problema che i partiti si guardano bene dall'analizzare la questione delle carriere d
ei magistrati, sebbene esistano in Parlamento due commissioni (In)giustizia ed esista anche, di grazia, il Ministero di Grazia 1 (In)giustizia.
Immagino chi mi risponderà: "Ma cosa dici, i ministri lavorano! Guarda Bassanini e il suo decreto legislativo sul federalismo amministrativo!". Beh, in effetti il compagno l'ha varato, quel decreto. Già, ma solo per evitare che si votassero i referendum sull'argomento, quelli promossi dalle Regioni: altrimenti non gli sarebbe passato neanche per l'anticamera del cervello! Cioè, l'ha varato per pigliarmi per il didietro. Avrò una denuncia? Me ne frego:
quello là mi ha preso per il didietro perché io mi sento cosi, punto e basta.
Riprendiamo il filo. Trasportare il ragionamento sull'interesse generale in ognuno degli altri referendum. M'interessa il modo in cui si privatizza in Italia perchè fino a prova contraria molti di noi hanno quotidianamente a che fare con Iri, Stet, Enci, Eni ecc. (quesito n. 1). M'interessano i diritti degli obiettori di coscienza perché è in gioco la riforma dell'Esercito, cìoè della Difesa (quesito n. 2). M'interessa la questione dei cacciatori perchè si tratta di difendere, o meno, un principio: quello della proprietà privata, che riguarda tutti, e provate a dimostrarmi il contrario (quesito n. 3). Sulle carriere dei giudici (quesito n. 4) ho già detto. M'interessa poi l'Ordine dei giornalisti perchè leggo i giornali e guardo i telegiornali, e inoltre il dibattito può allargarsi a ogni altro ordine professionale (quindi interesserà financo al commercialista che, poniamo, non legge i giornali; (quesito n. 5). M'interessano, di nuovo, i magistrati, per i motivi espressi sopra, ma stavolta
relativamente agli incarichi extragiudiziari (quesito n. 6). M'interessa infine il Ministero per le Politiche Agricolo perchè a mangiare frutta e verdura siamo una discreta maggioranza (quesito n. 8. Nota per il 70% che non ha votalo: non ho dimenticato un numero, gli è che il settimo referendum è saltato all'ultimo momento). Ho dimostrato che i quesiti erano d'interesse generale. Bene, e allora? Allora non mi sento libero. Perchè questo è un Paese in cui: da un lato, le procedure parlamentari sono troppo lente e macchinose (non lo dico io, ma alcuni amici deputati) da un altro lato, un gruppo di cittadini pensa di sveltire il processo di rinnovamento del Paese promuovendo i referendum ma subito qualcuno rivendica questo ruolo per i partiti i quali, ovviamente, non possono esercitarlo perchè le procedure parlamentari sono lente c macchinose pero i partiti potrebbero modificare tali procedure; solo che anche questa modifica å lenta e macchinosa; quindi i partiti preferiscono vegetare, e intanto boicot
tando i referendum per riservare solo a sè stessi il ruolo (a questo punto solo teorico) di rinnovamento del quando invece un referendum "passa", i partiti fanno di tutto per non rispettare il dettato del popolo, promulgando leggi che vanno nella direzione opposta rispetto al voto a causa di ciò, la gente inizia a mormorare che i referendum non servono a nulla perchè tanto "quelli là", cioè i partiti, fanno quello che vogliono; infine, al primo referendum che non raggiunge il quorum, i partiti sparano a zero su chi ne abusa e, chiedendo un maggior numero di firme per promuoverli, uccidono di fatto l'istituto, nonchè la mia libertà. E il circolo s'è chiuso: le procedure parlamentari, infatti, restano lente e macchinose, ma ora non ci saranno più referendum, il che per me significa immobilismo totale, cioè non sono libero ma vincolato dall'immobilismo del Parlamento. E per di più i partiti (che, non dimentichiamolo, si fanno la guerra e quindi sono guidati da ottimi strateghi) ne escono a testa alta come c
oloro che difendono i poveri cittadini da chi abusava dei referendum. La cosa veramente triste è che i cittadini che si fanno difendere (ma io dico fottere) in questo modo dai partiti sono tanti: il 70% dei maggiorenni. Chi oggi ridacchiano d'avere "dato del pirla a Pannella". Poveri, illusi, si sono dati del pirla a sè stessi e basta. Pannella non c'entra più, ma come fate a non capirlo? I referendum sono vostri, nostri. Non di Pannella, che s'è solo sbattuto per raccogliere le firme. In uno Stato dove vige il metodo democratico, cioè dove si può votare, ha vinto in non voto. Scusate, ma penso che gli italiani si meritino una dittatura, che essa sia fascista, compagna o democristiana. Io no, io rivendico la libertà. Io chiedo, grido, voglio il suo profumo. Quello che oggi non riesco a sentire, dalla mia casa di Milano San Siro. Mi chiedo che senso abbia quest'odore di cipressi e platani se non c`è quello della libertà. Inizio a non credere più nei partiti. Molti hanno iniziato a credere soltanto nella Padan
ia. Che abbiano ragione loro? Non lo voglio ancora ritenere, eppure è certo che questo stato ha bisogno di una bella rivoltata, come fosse un calzino. Ma dico, ve la volete dare una bella svegliata, o no? La gente non vi sopporta più. Vi volete sparare in vena un'overdose di serietà e coerenza? Non è mica come l'eroina, non ci rimanete secchi! Ora devo proprio accomiatarmi: mi sto commuovendo, e il 70% di voi oggi non è degno di partecipare alla mia sofferenza. Grazie d'avermi letto e, comunque la pensiate, fate il piacer di meditarci su.