PIU' FIRME, MA ANCHE PROPOSITIVO
ROMA - A dieci giorni dal "flop" dei sette referendum, naufragati sotto la mancanza di quorum, la commissione Bicamerale ha approvato nuove forme e nuove regole per frenare l'inflazione di quesiti referendari. E' stato infatti ridotto il numero di quesiti presentabili ed è stato innalzato il numero delle firme (800 mila invece delle attuali 500 mila).
La vera novità introdotta dalla Bicamerale è il referendum propositivo.
"Pannella - dice il verde Marco Boato - ha fatto un errore gigantesco esagerando con i quesiti". E per il presidente della Bicamerale, Massimo D'Alema, "aver messo un tetto al numero massimo dei quesiti non è una norma liberticida, bensì posta proprio a difesa dell'istituto referendario. In questo modo si vuol far si' che i cittadini possano esprimersi in modo libero e consapevole".
Le regole, che qualcuno chiama polemicamente "antiPannella", sono passate con i voti dell'Ulivo e di Rifondazione comunista e con l'opposizione del Polo.
Protesta il club Pannella: "La linea dei Costituenti è scoperta. I referendum abrogativi saranno non solo di fatto, ma in via di diritto, aboliti dalle stesse norme che dovrebbero regolarne la tenuta".
Il referendum propositivo è la novità più rilevante. Nonostante la richiesta dei popolari e di Forza Italia di cancellare questa norma ("si presta a derive plebiscitarie", secondo i primi; "c'è il rischio di grappoli paralizzanti di proposte di iniziativa popolare" per i secondi) la norma è passata. Potrà essere indetto per deliberare su leggi di iniziativa popolare presentate da 800 mila elettori se entro 18 mesi dalla presentazione del quesito il Parlamento non avrà ancora deciso nulla.
Il quorum non scompare. Resta indispensabile il 50 per cento più uno dei votati per rendere valida la consultazione. Che non può essere svolta per leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto. Sono soggette a referendum abrogativo, invece, le leggi elettorali e quelle di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali.
Sono stati introdotti limiti alla formulazione dei quesiti: la proposta sottoposta a referendum deve avere come oggetto "disposizioni normative omogenee".
Infine non sarà più possibile presentare 30 o 40 quesiti referendari tutti insieme. E' stato approvato infatti un emendamento di Rifondazione Comunista che riserva alla legge ordinaria di fissare "il numero massimo dei referendum esprimibili in ciascuna consultazione popolare".