NEGRI: "L'ITALIA è CAMBIATA DA QUEL LONTANO 7 APRILE"
Il professore conferma il ritorno: è stata una decisione politica, sofferta, ragionata.
di Daniele Mastrogiacomo
ROMA - "Sono il professor Negri ".
Buon giorno, professore. La sento emozionato.
Dall'altra parte del filo sentiamo una risatina. Ricorda i famosi "nitriti" dell'ex leader dell'Autonomia. Nervosi, sicuramente carichi di emozione. Siamo ad un passo dal grande giorno, il giorno del rientro. L'ex docente di Padova e da tredici anni dell'università di ParisVIII, vive momenti frenetici. Chiamano da tutto il mondo, vogliono capire, chiarire, assicurarsi. E lui, dopo un ritiro in campagna di tre giorni, prende coraggio e chiama tutti. Amici, colleghi, intellettuali, politici, avvocati, giornalisti. "non so più nemmeno cosa ho detto e a chi", ci confessa. "Comunque sono sereno. Forse per la prima volta dopo tanti anni".
E in Francia, professore, come hanno accolto la sua decisione?
"Bene, molto bene. Semplicemente perché per la Francia non esisto".
In che senso?
Nuova risata. "Nel senso che per tredici anni, ufficialmente, non sono esistito. Anche se alla fine di ogni mese dovevo ricevere il mio stipendio di docente. E' andata avanti così per tanto tempo".
E adesso?
"Adesso si è posto il problema. Sto cercando di risolverlo in queste ore. I due ministeri, quello italiano e quello francese, hanno trovato la formula. Ma, come lei sa, la burocrazia è sempre molto complessa".
Come ha vissuto questa condizione ambigua?
"Lei cosa pensa?"
Io, al suo posto, con grande ansia.
"L'ansia mi ha sempre accompagnato. Ora comunque esisto. Anche per la Francia".
Molti si sono chiesti cosa ci fosse alla base della sua decisione
"E' una decisione politica. Razionale, pensata, riflettuta, valutata. Non certo istintiva".
Una decisione difficile.
"Non è stata una decisione facile".
Cerchiamo di spiegarla.
"Temo che il pubblico non riuscirebbe a capirla".
Il pubblico, professore, capisce. Se si è chiari, come oggi lei sembra essere.
"Allora diciamo che ha pesato molto la consapevolezza, la convinzione certa, che in Italia le cose sono cambiate. Sono passati quasi vent'anni dal famoso 7 aprile, si è rotto un certo equilibrio politico, fragile e al tempo stesso compatto. Si va verso un nuovo assetto Costituzionale. Sono nate nuove formazioni, nuovi slanci, nuove espressioni ".
Professore: c'è anche qualcosa di più terreno. La voglia di tornare a casa, magari nel suo Veneto così diverso.
"C'è anche questo. E tanto altro. Lo vede? E' difficile spiegare i mille motivi di una scelta".
Porterà con lei anche Oreste Scalzone?
"So che dovrebbe arrivare a Parigi Franco Piperno. Di Scalzone non so".
Scalzone si dichiara contrario al rientro. Lo ha dichiarato alle agenzie di stampa.
Negri ha uno scatto di curiosità: "E cosa dice, cosa dice Scalzone?".
Che non si vuole costituire. Ricorre al Galileo di Brecht: mi piego, ma non mi spezzo.
Nuova risatina. "E che altro?".
Molte cose. Non crede che in Italia ci sia uno Stato, nel senso costituzionale del termine, ma un arcipelago di poteri e che per questo non ci si può costituire alla banda più forte.
Silenzio.
Professore, è ancora lì?
"Sì, sì Con Scalzone non siamo mai andati d'accordo".
E con Cossiga?
"Ci siamo parlati. Gli avevo comunicato la mia scelta. Come a tanti altri. Ai quali ho scritto, telefonato. Le ripeto: è stata una scelta ponderata, frutto di una lunga riflessione".
Come si sente?
"Frastornato da tante sensazioni".
E la prospettiva del carcere?
"Ho fatto quattro anni, conosco il carcere. Non mi fa certo piacere. Ma è ora di voltare pagina. Se questo è il prezzo da pagare, lo pago a testa alta".