FOSSA: TAGLI AL WELFARE PER DIECIMILA MILIARDIGli industriali: risparmi possibili »solo attuando tutti gli interventi più radicali fra quelli prospettati finora sul sistema pensionistico
Agnelli ai sindacati: difendete il governo dagli estremismi. Cofferati: liquidazioni, si può trattare.
G. Me.
ROMA La Confindustria concede un'apertura di credito al governo: ora Maastricht è più vicina. Ma il presidente degli industriali, Giorgio Fossa, insiste: per entrare in Europa ci vogliono ancora scelte coraggiose e una linea dura sulle pensioni. Bisogna tagliare 10 mila miliardi di spesa sociale. In occasione della presentazione delle previsioni economiche del Centro studi confindustriale, è toccato al direttore Giampaolo Galli dare un giudizio moderatamente positivo sulla politica economica: »E abbastanza probabile che l'Italia riesca, sia pure sul filo di lana, a tagliare il traguardo dell'Unione monetaria assieme al gruppo di testa . Ma la Confindustria continua a chiedere al governo interventi più incisivi: ipotizza ancora un buco attorno agli 8 mila miliardi sui conti '97 (il che imporrebbe una manovrina autunnale), e pensa già ai tagli della spesa sociale nel '98. In uno scenario economico che dà segni di ripresa chiari ma non entusiasmanti, anche Giorgio Fossa sottolinea che la partecipazione sin dal
l'inizio dell'Italia alla moneta unica europea è un obiettivo a portata di mano, ma bisogna far di tutto »per evitare deviazioni all'ultimo minuto e, quindi, chiede al governo di dare una prova di coraggio »osando di più . In particolare, per stabilizzare già nel '98 la spesa sociale ai livelli del '96'97 servono tagli per circa 10 mila miliardi e questo è possibile »attuando tutti gli interventi più radicali fra quelli che sono stati sin qui prospettati sul sistema pensionistico . Ma Sergio Cofferati frena. Il leader della Cgil nel corso di un dibattito a Scandiano (Reggio Emilia), alla Festa dell'Amicizia, ha infatti attaccato ieri sera il documento del governo per la riforma dello Stato sociale: »E un falso clamoroso. La riforma Dini prevede una verifica. Il governo dice di averla già fatta. Non è vero .
La ricetta presentata ieri dalla Confindustria prevede anche che i contratti del pubblico impiego siano rinnovati senza aumenti economici. Secondo la Confindustria, l'esperienza del 1996 mostra che l'amministrazione »ha una capacità di previsione e controllo molto bassa sui costi del personale. Le retribuzioni unitarie sono cresciute del 7,6%, oltre 4 punti sopra l'incremento che era stato programmato nel settembre del 1995 . Un'idea che ha provocato subito la reazione dei sindacati che, invece, si mostrano più possibilisti sulla disponibilità manifestata da Fossa per l'utilizzo di parte del fondo liquidazioni per le pensioni integrative.
Anche se il segretario generale della Uil, Pietro Larizza, smorza gli entusiasmi: »Non si tratta di novità né di apertura, visto che le quote del Tfr da destinare alla previdenza complementare erano già state definite . Avverte il numero uno della Cisl, Sergio D'Antoni: »No allo scambio con le pensioni di anzianità . Secca invece la reazione della Confapi, associazione che raggruppa le piccole e medie imprese. »Perderne la disponibilità dice il presidente Luciano Bolzoni è un grave danno per le piccole e medie imprese. Per altri gruppi è facile accedere ad altre fonti di finanziamento, mentre per noi è molto più difficile .
Le aperture di Fossa sul Tfr per i fondi pensione piacciono invece al ministro delle Finanze Vincenzo Visco, secondo il quale possono aiutare il confronto tra le parti sociali per la riforma del welfare: »Nel governo non se ne è ancora parlato ma, personalmente, sostengo questa tesi da sei o sette anni dice il ministro : in prospettiva il Tfr deve diventare la base dei fondi pensione di tutti i lavoratori pubblici e privati. Credo che la proposta può aiutare il confronto e può aiutare a integrare le pensioni in modo rilevante .