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Segreteria Rinascimento - 25 giugno 1997
Da "L'Unità" del 25 giugno 1997 - pag. 3

STOP AI REFERENDUMVALANGA

SERVIRANNO 800MILA FIRME

UN TETTO PER I QUESITI, RESTA IL QUORUM DEL 50%

Approvate ieri dalla Bicamerale le nuove norme. Limiti anche ai decretilegge

Di Nedo Canetti

ROMA Referendum abrogativi più difficili. Nascita del referendum propositivo. Le nuove norme sono state ieri approvate dalla Bicamerale. Sui limiti alle richieste di referendum hanno votato a favore Ulivo e Rifondazione, contro il Polo. Come prima norma innovativa , è stato elevato il numero delle firme per chiedere un referendum abrogativo. Passano da 500.000 a 800.000 (la Sinistra democratica aveva proposto un milione). Dopo le prime 100mila firme raccolte, la Corte costituzionale valuterà l'ammissibilità o meno del quesito. Seconda innovazione, i cittadini non saranno più chiamati a pronunciarsi su un numero indefinito di quesiti. Si è stabilito che la legge sui referendum ne dovrà fissare un numero massimo per ogni tornata elettorale. Il quesito dovrà avere per oggetto "disposizioni normative omogenee" e i quesiti essere formulati "in modo da rendere chiaro il contenuto". I referendum non saranno ammissibili sia se la parte restante della legge di cui si chiede un'abrogazione parziale risultasse impossib

ile applicazione, sia se dall'approvazione del referendum derivasse una disciplina "costituzionalmente illegittima". Resta invariata la norma che prevede la possibilità per cinque regioni di richiedere uno o più referendum. Resta il quorum (referendum valido se si è recato alle urne almeno il 50% più uno degli aventi diritto al voto), essendo stata respinta la proposta di Forza Italia di eliminarlo. Non è ammissibile il referendum abrogativo per le leggi tributarie, di bilancio, per amnistia e indulto, sì per le leggi elettorali. Contrariamente a quanto previsto attualmente, è invece ammissibile un referendum per leggi di autorizzazione a ratifiche di trattati internazionali. Viene introdotto nella Costituzione, contrari popolari e Fi, il referendum propositivo. Potrà essere indetto "per deliberare l'approvazione di una legge di iniziativa popolare, presentata da almeno 800.000 elettori, quando - entro 18 mesi dalla presentazione - il Parlamento non abbia deliberato sulla proposta". Le norme sono state accol

te favorevolmente dal presidente emerito della Corte Costituzionale, Mauro Ferri. La Bicamerale ha affrontato anche il problema dei decretileggi. Con la nuova Costituzione, saranno limitati a soli pochi argomenti. Il Parlamento dovrà convertirli, sempre entro 60 giorni, ma non potrà emendarli se non per la copertura finanziaria. Limitare le materie di decretazione. Sicurezza nazionale, calamità naturali, norme finanziarie che debbano entrare immediatamente in vigore, atti normativi della Comunità europea quando la mancata adozione può comportare difficoltà per lo stato di inadempienza degli obblighi comunitari. I decreti dovranno avere contenuti omogenei e non potranno contenere norme presenti in decreti non convertiti né disciplinare rapporti sorti sulla base degli stessi. Molte le critiche delle Regioni, ascoltate ieri nelle commissioni Finanze congiunte di Camera e Senato, al federalismo fiscale approvato dalla Bicamerale. Critico il presidente della Bicamerale fiscale, Gavino Angius. "Forse sarebbe stato

utile - ha detto - che la Bicamerale avesse un'informativa sul lavoro che stiamo svolgendo prima dell'approvazione del documento sul federalismo". Ha anche annunciato emendamenti al testo quando sarà esaminato in Parlamento.

 
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