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Segreteria Rinascimento - 26 giugno 1997
Da "IL GIORNALE" del 26 giugno 1997, pag. 7

ARRIVA L'INDULTO PER NEGRI

Sei mesi di galera, poi l'ideologo sarà definitivamente il libertà

In discussione una legge che prevede benefici solo per chi sta scontando la pena in Italia

Roma - "So cos'è il carcere dice il Toni Negri da Parigi ho fatto quattro anni". E altri tre e mezzo ne deve ancora scontare, ma solo in teoria. Perché in pratica, quando passerà la legge sull'indulto, il professore di Padova potrebbe uscire dopo solo sei mesi di galera. Affidamento ai servizi sociali, così si chiama per l'ideologo di Autorità Operaia l'anticamera della libertà. Il testo, in discussione in questi giorni presso la commissione giustizia della Camera, dovrebbe arrivare in aula in settembre.

Dai benefici sono esclusi i latitanti: infatti negri ha programmato di tornare il 31 agosto. C'è di più. Proprio l'altro giorno la Bicamerale ha dato il via ad una bozza che riduce dal 75 al 51 quorum necessario per provare in Parlamento i provvedimenti di amnistia a di indulto. "Chiudiamo gli anni di piombo", ha chiesto Francesco Cossiga. Enzo Fragalà, di An, ha tradotto l'intenzione in proposta di legge e il relatore Nichi Vendola sta lavorando per unificare i vari emendamenti. Gli ex terroristi dovrebbero così vedersi ridurre l'ergastolo a 21 anni di reclusione, ottenere un taglio di cinque anni per le pene detentive fino ai dieci anni, guadagnare un condono per il reato di banda armata o associazione sovversiva, quando non sia accompagnato da un'altra condanna per fatti specifici. Altrimenti, il "carico" per banda armata verrebbe ridotta alla metà. La bozza esclude dal beneficio i latitanti e, ovviamente, chi ha ucciso. "Non si tratta - spiega Vendola - di un colpo di spugna, ma di una proposta che sanc

isce la stagione dell'emergenza è finita". Fragalà è d'accordo, però vorrebbe "che i provvedimenti vengano cuciti addosso a quelli che hanno saputo riottenere, in brevissimo tempo, la libertà in cambio del loro silenzio, come ad esempio è avvenuto per il casoMoro". E comunque, riconosce, "è un periodo chiuso". "Gli ex terroristi hanno ammesso la loro sconfitta. Ora tocca allo Stato, che deve però prendere atto che la violenza politica degli anni Settanta fu il frutto dell'odio ideologico iniettato per contrapporre strumentalmente le giovani generazioni di allora". Strumentalmente? E perché? "Perché l'iniezione di ideologia, il mito contrapposto fascismoantifascismo, sono stati usati dal regime politico per sottrarsi alla contestazione studentesca del '6', per evitare di affrontare le questioni reali poste dai ragazzi. Risultato, tra carcere, droga ed eliminazione fisica, è stata letteralmente distrutta una generazione". Frena invece il senatore Mario Greco, ex magistrato, capogruppo di Forza Italia in comm

issione Giustizia: "E' necessario accostarsi alla legge sull'indulto senza preclusioni mentali. Non sono contrario gesti di clemenza, ama questi anni di piombo, seppur lontani, non possono essere licenziai in tutta fretta". E Toni Negri? "Dobbiamo considerare che lui in Francia vive libero e stimato".

 
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