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Segreteria Rinascimento - 27 giugno 1997
Da "Il Corriere della Sera" del 27 giugno 1997

MA SULLA GIUSTIZIA E COMPROMESSO, SI RINVIA

Non si votano gli emendamenti sulla separazione delle carriere dei magistrati, tutto passa all'aula

La Commissione a un passo dal fallimento, poi Mattarella propone uno slittamento di due mesi per disinnescare il blitz della Lega

Gianna Fregonara,

ROMA L'accordo non c'è. Ma si tenta di fare come se ci fosse. Il compromesso, alla fine di una giornata tormentatissima, iniziata con l'arrivo annunciato dei leghisti e finita con le dimissioni di Tiziana Parenti, lo propone il capogruppo dei popolari Sergio Mattarella, che negli ultimi giorni si è riproposto come gran mediatore: sulla giustizia la Bicamerale vota la vecchia bozza Boato, quella già approvata all'inizio del mese. Gli emendamenti già presentati verranno discussi a settembre, quando la Commissione si occuperà delle altre correzioni ai testi che verranno licenziati lunedì prossimo. Ci sta il Polo, dice di sì Salvi a nome dell'Ulivo, anche Rifondazione è d'accordo. Si rinvia il confronto sul tema più spinoso, che in aula mercoledì aveva spaccato i Poli e i partiti impegnati a votare sulla depenalizzazione del finanziamento illecito, si cerca di salvare formalmente l'accordo raggiunto a casa Letta tra i quattro leader D'Alema, Fini, Berlusconi e Marini, che riguarda anche la legge elettorale. E s

i disinnesca per ora la mina della Lega. Ma il prezzo è carissimo, si arriva a un passo dal fallimento. Quello di cui parla l'ex magistrato Tiziana Parenti, quasi in lacrime: »Mi dimetto da questa Commissione che è sotto ricatto dei magistrati. Siamo in una Commissione bicamerale per riscrivere una parte della Costituzione, non votare significa la fine della democrazia. Non accetto il metodo vergognoso usato dal presidente per condurre i lavori . Fuori dall'Aula aggiunge: »D'Alema ha la pistola puntata alla testa dai magistrati . Un intervento così violento contro D'Alema e l'intesa nella Bicamerale che causa una sfilza di repliche e precisazioni. Gianfranco Fini: il leader di An definisce un »attacco politicamente inaccettabile quello della Parenti e dà la sua solidarietà a D'Alema: »Se la Bicamerale decide di non votare lo fa non perché è sotto ricatto ma perché decide di non farlo . Poi spiega: »Il Polo non può essere rappresentato dalla Parenti sulla magistratura . D'Alema a fine riunione gli stringe la

mano. Silvio Berlusconi cerca di dissuadere la Parenti: »Tiziana le dice prima delle dimissioni è un accordo importante . D'Alema non commenta ma è »dispiaciuto . Casini la accusa: »E' andata fuori misura . Commenta alla fine Franco Marini: »L'importante di questa giornata è il clima positivo generale per cercare un accordo ampio . Un accordo che ieri mattina sembrava assai lontano. Tanto più con l'arrivo dei sei commissari della Lega. »Fini ci ha chiesto i voti per gli emendamenti del Polo sulla giustizia , dice Maroni. Vero o i leghisti mettono zizzania tra i fautori dell'accordo? »Complimenti, ci hanno aiutati a bocciare il difensore civico , ironizza Folena, che in risposta si prende del »bugiardo furbetto da Maroni. La tensione è alta: naturalmente nessuno si fida: faranno passare gli emendamenti del Polo? Silureranno quelli dell'Ulivo? Sulla giustizia non solo non c'è intesa tra i Poli, in Forza Italia ci sono almeno due linee diverse e neppure dentro l'Ulivo sono tutti compatti. La notte prima ave

va portato consiglio e accordo tra Popolari e Pds: Folena, Zecchino e Mattarella hanno scritto un emendamento comune, che poi non hanno presentato, sui tre punti critici: la carriera di giudici e pm, il Csm e l'azione disciplinare. Folena è ottimista. Zecchino e i Popolari anche. Ma i primi contatti in aula non danno i risultati previsti. Ci sono cinque commissari dell'Ulivo il socialista Boselli, l'ex socialista Rigo, il diniano D'Amico, Zeller e Dondeynaz (gruppo misto) che preferirebbero votare gli emendamenti del Polo. Aggiunti ai voti della Lega i loro sarebbero determinanti per farli passare.

In attesa che il tempo porti una soluzione, la Bicamerale cancella il Cnel dalla Costituzione, si occupa di Corte costituzionale, cancella il ruolo giudicante del Consiglio di Stato. Le riunioni e i vertici tra leader slittano di rinvio in rinvio. »Oggi ci sono volute dodici ore per approvare sei articoli si lamenta la Parenti. Il primo incontro con la maggioranza è andato male. Rifondazione protesta: »Non ci avete chiamati per decidere la linea, adesso dobbiamo partecipare ad una riunione per venire informati di decisioni di cui sappiamo dai giornali , spiega Ersilia Salvato. Il voto di Rifondazione sulla proposta PpiPds è no. Ma dal Polo arrivano le prime aperture. Fini: »Si può discutere . Urbani conferma: »Sono ipotesi in parte soddisfacenti . Ma i professori di Forza Italia non ci stanno. I leghisti si rilassano e brindano con un bianchino alla buvette: »L'inciucio non passa , è soddisfatto Maroni. Quando ormai è sera, D'Alema prova a sbloccare la situazione: il Pds e il Ppi ritirino i loro emendament

i, lo stesso faccia il Polo e si voti la bozza Boato così com'è, altrimenti salta tutto. »Il grosso è fatto annuncia alla buvette D'Alema. Ma non è così: ci vogliono ancora due ore di »via crucis e un altro compromesso.

 
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