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Segreteria Rinascimento - 27 giugno 1997
Da "Il Corriere della Sera" del 27 giugno 1997 - pag. 7

WELFARE, LE PENSIONI SI TRATTANO IN CODA

Un vertice segreto tra sindacati e governo ha sbloccato il negoziato sulla riforma dello Stato sociale

Si parte il 2 luglio discutendo di occupazione e fisco. Previdenza all'ultimo posto

Di Giorgio Meletti

ROMA Un vertice segreto tra governo e sindacati confederali ha sbloccato mercoledì sera la trattativa sulla riforma dello Stato sociale. Il presidente del Consiglio Romano Prodi e i tre leader sindacali Sergio Cofferati, Sergio D'Antoni e Pietro Larizza hanno concordato il calendario del confronto, che partirà mercoledì prossimo per arrivare a una prima verifica dei risultati a fine mese.

Dopo la falsa partenza del 18 giugno, quando il documento presentato da Prodi all'apertura del tavolo della riforma aveva scatenato dure reazioni sindacali, i leader di Cgil, Cisl e Uil hanno ottenuto di frazionare la discussione su tavoli separati, con cinque gruppi di lavoro. Il 2 luglio partirà il confronto su »lavoro e formazione (gruppo 1) e sul fisco (gruppo 2). L'8 luglio inizierà la discussione sugli ammortizzatori sociali (gruppo 3), il 10 luglio sarà la volta di »assistenza, politiche per la casa e sanità (gruppo 4) e il 15 luglio toccherà alle pensioni (gruppo 5).

Ieri un comunicato di palazzo Chigi, oltre al calendario degli incontri, ha ufficializzato che il gruppo di lavoro sulla previdenza partirà dalla »verifica dell'attuazione della riforma del 1995 , cioè la legge che i sindacati chiedono da tempo di attuare completamente prima di passare a nuovi interventi sui regimi pensionistici. Ma la partita si gioca anche sul terreno politico. E il ministro degli Esteri, Lamberto Dini, padre della riforma del '95, chiede che il governo si liberi dell'ipoteca di Fausto Bertinotti tenendo un atteggiamento »determinato per arrivare alla riforma dello Stato sociale: »Ove Rifondazione decidesse di non sostenere questo percorso, sarebbe necessario per il governo rivolgersi direttamente al Parlamento: non ci si può rassegnare a subire l'eventuale veto di un partito che alla fin fine rappresenta meno di un decimo degli italiani . Anche il presidente della Confcommercio, Sergio Billè, ha sostenuto ieri, in occasione dell'assemblea nazionale dell'organizzazione, che »la riforma de

l Welfare, costi quel che costi, va fatta ora, e se il governo non ce la fa a fare la riforma con l'attuale maggioranza, cerchi i voti altrove . I commercianti non rinunciano a porre le loro condizioni: »Prima di tutto occorre una netta separazione tra previdenza e assistenza, secondo non occorre toccare i diritti acquisiti , ha detto Billè. Intanto i metalmeccanici della Cgil scendono in campo contro Prodi, giudicando »inaccettabile la sua proposta che »nella realtà si riduce al peggioramento delle condizioni di pensionamento e al taglio del reddito dei pensionati .

 
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