Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
sab 07 giu. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Notizie lista Pannella
Segreteria Rinascimento - 27 giugno 1997
Da "Il Corriere della Sera" del 27 giugno 1997 - pag.7

PROVE DI PACE A VILLA PAMPHILI. PRODI: LAVORATORI, NIENTE SFIDE

Giorgio Meletti

ROMA Nell'ovattato salotto di Villa Pamphili, Romano Prodi ha giocato la carta della sincerità accorata: »Non sono contro il sindacato, non voglio sfidare i lavoratori. Ci sono stati degli equivoci, ma io non voglio fare nulla senza il vostro accordo . Sergio Cofferati, prima di accettare la discussione »costruttiva , si è tolto il sassolone dalla scarpa e sottovoce come sempre ha ricordato al presidente del Consiglio che quel suo documento sulla riforma dello Stato sociale era meglio se lo teneva nel cassetto. Poi è toccato a Pietro Larizza fare le sue rimostranze su tono, stile e sentimenti di palazzo Chigi. E finalmente ci si è messi al lavoro, per trovare il bandolo dell'intricata matassa del Welfare da riformare. Risultato: i sindacati portano a casa un successo e molte parole tranquillizzanti, ma non si va oltre la tregua armata.

Si è consumato così il più classico degli incontri segreti: tutti sanno che è avvenuto però i protagonisti negano. Tutti, con la lodevole eccezione di Sergio D'Antoni, leader della Cisl e uomo di mondo, che commenta in scioltezza: »Credo che ogni tanto vedersi fa bene . E dunque si sono visti. Da una parte i tre leader sindacali, Cofferati, D'Antoni e Larizza. Dall'altra parte lo stato maggiore del governo Prodi: il presidente del Consiglio, il suo vice Walter Veltroni, i sottosegretari Enrico Micheli e Arturo Parisi, e i ministrichiave di soldi e pensioni, Carlo Azeglio Ciampi (Tesoro), Vincenzo Visco (Finanze) e Tiziano Treu (Lavoro). E stato mercoledì sera. Non a cena ma prima di cena. E neppure su una terrazza, come qualcuno ha ipotizzato pensando alla terrazza di Micheli, alla Balduina e poco distante da quella di Gianni Letta, ormai assurta ai fasti costituenti. Si sono semplicemente parlati dalle sei e mezzo alle nove di sera in un austero salotto di Villa Doria Pamphili, la residenza governativa a

vviata al restauro da Bettino Craxi negli anni '80 e portata a termine tre anni fa da Silvio Berlusconi. Il quale inaugurò la tradizione di organizzare nel verde di uno dei più bei parchi di Roma gli incontri segreti con i sindacalisti per parlare di tagli alle pensioni. Il suo successore Lamberto Dini invece preferiva convocare i sindacati all'Hilton, albergone sopra Monte Mario che grazie al grande garage sotterraneo non fa vedere la flotta di auto blu all'esterno.

Con Prodi torniamo dunque a Villa Pamphili, dove il governo cerca nel dialogo riservato tra gentiluomini sprofondati in comode poltrone di dare nuova vita a una trattativa sullo Stato sociale nata male il 18 giugno, quando il documento di esordio di Prodi è stato giudicato dai sindacati poco meno che una provocazione. I tre sindacalisti giocano la loro partita fino in fondo. La Cisl dice che prima si deve parlare di lavoro e formazione professionale dei giovani. Prodi prende atto. La Cgil dice che le pensioni sono l'ultima cosa di cui discutere. Il governo accetta. La Uil insiste: prima si separino i conti della previdenza da quelli dell'assistenza. I ministri abbozzano. Cofferati, D'Antoni e Larizza in coro insistono: prima di toccare le pensioni vogliamo la verifica dell'attuazzione della riforma Dini.

Il governo accetta la verifica. E infine la carta strategica del sindacato: per non infilarsi nella palude della complessità, dove ogni elemento di trattativa disturba l'altro, i tre leader chiedono i cinque tavoli separati. Prodi prende appunti, e promette di predisporre il calendario dei cinque tavoli paralleli. E nel comunicato di palazzo Chigi il documento governativo del 18 giugno non viene neppure o.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail