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Partito Radicale Rinascimento - 30 giugno 1997
Da "La Repubblica" del 30 giugno 1997 - pag. 17

"NON SI PUO' RISCRIVERE LA STORIA"

Il presidente della Camera: il tribunale che oggi vorrebbe giudicare è nato proprio dall'antifascismo.

Sulla bomba di via Rasella il monito degli ebrei e di Violante

ROMA - Processo a via Rasella. Dopo le decisioni dei giudici, le reazioni contrastanti dei politici, il disagio dei protagonisti, scendono in campo gli ebrei. Ieri è stata un'altra giornata di contrapposizioni e polemiche per la storia infinita dell'attentato dei partigiani e della vendetta nazista. Mentre la comunità ebraica e il presidente della Camera Violante ricordano e difendono i "valori" e i "sacrifici" della Resistenza, esponenti di Alleanza Nazionale criticano il pidiessino Salvi e difendono il giudice Pacioni che decide di rileggere la Storia in un'aula di tribunale.

"Abbiamo provato disagio - ha spiegato il vicepresidente della comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici - perché questa riapertura del processo nei confronti dei partigiani autori dell'azione viene incontro alle esigenze di quanti intendono "riscrivere la storia", mettendo sotto accusa quei cittadini italiani che con coraggio decisero di combattere per la libertà dell'Italia e dell'Europa intera, contro un esercito straniero d'occupazione, che brutalmente spargeva terrore".

"Siamo anche preoccupati - ha proseguito Pacifici - perché questa sentenza innesca nel nostro Paese una spirale tesa a mettere sullo stesso piano ci combatteva per la tirannia e chi invece lottava per la libertà".

Presa di posizione a distanza del presidente della Camera, Luciano Violante, che ieri ha inaugurato a Ravensbrueck, nei pressi di Berlino, una lapide in ricordo delle deportate italiane morte in quel campo di concentramento nazista femminile. La lapide reca 136 nomi, ma furono forse mille, le italiane che passarono per Ravensbrueck. "Via Rasella è un episodio della lotta di liberazione. La storia costituente di un paese non può essere giudicata dai tribunali, che sono venuti alla luce grazie a quella storia", ha detto Violante a margine della cerimonia.

Ma su via Rasella, i fronti sono, ancora, drasticamente contrapposti. Non sono piaciute a Giulio Maceratini, capogruppo di Alleanza Nazionale al Senato, le paroe di Cesare Salvi, sinistra democratica, favorevole a un intervento del ministro della Giustizia sul gip Pacioni che ha chiesto la riapertura delle indaginisull'attentato di via Rasella.

"Voglio augurarmi - ha commentato Maceratini - che il pensiero di Salvi sia stato travisato. Diversamente, la sua richiesta di un intervento del ministro Flick sul gip Pacioni costituisce un'intollerabile interferenza "minatoria" nei confronti della magistratura romana".

E un appello alla Associazione nazionale magistrati ed a "tutte le forze politiche sane presenti in Parlamento" perché si adoperino a tutela della indipendenza della magistratura, "messa in serio pericolo dai rigurgiti di stampo stalinista", è arrivato dall'avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, difensore di Giovanni Zuccheretti, fratello di una delle vittime civili dell'attentato. A favore di Pacioni anche l'avvocato Luciano Randazzo, legale di Luigi Iaquinti, nipote di Antonio Chiaretti, un comandante del gruppo socialista "bandiera Rossa", sorpreso dallo scoppio dell'ordigno di via Rasella. Il legale ha annunciato che gli esponenti dell'associazione "Vittime civili di via Rasella" terranno martedì prossimo una conferenza stampa sui fatti di via Rasella. C'è anche però chi vuole allontanarsi dalle polemiche e chiudere un capitolo della Storia. Sono i giovani del Polo riuniti a Vallombrosa. "Non si può usare la giustizia per riscrivere la storia", ha detto Andrea Di Teodoro, di Forza Italia, "tentare di fare

un'operazione di lavaggio della coscienza collettiva, attraverso l'accanimento giudiziario contro questa o quell'icona, non ha alcun senso".

 
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