VIOLANTE: VIA RASELLA NON SI PROCESSA
Il Presidente della Camera: "E la nostra storia". Flick non può intervenire
Le ferite della guerra/ La decisione del Gip scatena polemica. An attacca Salvi per aver chiesto l'intervento del ministro
Di Mario Coffaro
ROMA Il ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick leggerà oggi attentamente l'ordinanza del gip Maurizio Pacione che a distanza di oltre 50 anni ha ordinato alla procura di Roma di approfondire l'indagine su via Rasella. La polemica si arroventa. Ma il Guardasigilli, chiamato in causa dal presidente dei senatori della Sinistra democratica Cesare Salvi, per il momento non ha alcuna intenzione di intervenire. A via Arenula si ricorda che il ministro non ha alcun potere sui giudici e meno che mai sul merito delle loro decisioni. Se il gip avesse preso un provvedimento "abnorme" il ministro, in quanto titolare dell'azione disciplinare, potrebbe segnalare la cosa al Csm. Ma non pare questo il caso. Sul piano tecnico ora "il pm ha l'obbligo di proseguire gli accertamenti indicati dal gip spiega il professor Elio Lemmo perché quell'ordinanza non è impugnabile. Tuttavia aggiunge scettico è singolare che non si riesca a fare luce su delitti attuali come quelli della Sapienza e di via Poma e si voglia accerta
re ora quel che accadde 50 anni fa. Da Ravensbrueck (Berlino), il presidente della Camera Luciano Violante è sulla stessa linea di Scalfaro, dice: l'attentato di via Rasella e un episodio della lotta di liberazione, che "non può essere giudicata in tribunale". Due sono i punti "che non convincono" Violante. Anzitutto "è doveroso sottolineare con forza rispettosa che la lotta di liberazione è stata la storia costituente della nostra Repubblica. I poteri democratici, compreso quello giudiziario, traggono origine dalla lotta di liberazione. E via Rasella è un episodio della lotta di liberazione. La storia costituente di un paese non può essere giudicata dai tribunali, che sono venuti alla luce grazie a quella storia". Il secondo punto, prosegue Violante: "E che vedo tornare un meccanismo drammatico che ho già visto. Ad esempio, dopo l'attentato al magistrato Carlo Palermo a Trapani, in cui morirono una signora e i suoi bambini, qualcuno cercò di responsabilizzare il giudice. E lo stesso meccanismo del totalitar
ismo, che tende ad allontanare da sé le responsabilità".
Nella comunità ebraica di Roma l'ordinanza del gip ha provocato "disagio e preoccupazione". Spiega il vice presidente della comunità romana, Riccardo Pacifici: "Questa riapertura del processo nei confronti dei partigiani autori dell'azione viene incontro alle esigenze di quanti intendono 'riscrivere la storia' mettendo sotto accusa quei cittadini italiani che con coraggio decisero di combattere per la libertà dell'Italia e dell'Europa intera, contro un esercito straniero d'occupazione, che brutalmente spargeva terrore nella città di Roma. Siamo anche preoccupati ha proseguito Pacifici perché questa sentenza innesca nel nostro Paese una spirale tesa a mettere sullo stesso piano chi combatteva per la tirannia e chi invece lottava per la libertà". Maceratini, capogruppo di An al Senato ha definito le dichiarazioni di Salvi "gravissime" e in contraddizione con i lavori della Bicamerale: "Per fortuna ha commentato il Pds era per l'indipendenza della magistratura... Voglio augurarmi che il pensiero di Salvi si
a stato travisato. Diversamente, la sua richiesta di un intervento del ministro Flick sul gip Pacioni costituisce un'intollerabile interferenza 'minatoria' nei confronti della magistratura romana; un'interferenza, guarda caso, accolta in silenzio dall'Anm". E un appello all'Anm perché difenda il gip Pacione viene dall'avvocato Caroleo Grimaldi, difensore di una delle vittime civili di via Rasella. Completamente opposta l'opinione del leader di Rifondazione Fausto Bertinotti: "Si è prodotta una ferita nella coscienza democratica del paese. E un tentativo di violenza sulla storia dell'Italia. Questa vicenda si inserisce in quella corrente di revisionismo storico che vorrebbe dimenticare il passato, far apparire uguali i carnefici e le vittime, uguali quelli che hanno liberato il paese dal giogo nazifascista e chi invece ha tentato di perpetuarlo. Questo tentativo è vergognoso".