BICAMERALE ADDIO, SARA SCONTRO IN PARLAMENTOPassa a larghissima maggioranza il testo finale. La Commissione sospende i lavori fino a settembre quando verranno discussi gli emendamenti
Rinviato il voto sulle norme per le elezioni anche se c'è l'accordo su un documentoordine del giorno
di Gianna Fregonara
ROMA Cinquantuno mani alzate per votare il testo finale della Bicamerale e subito dopo un applauso, sollecitato dal presidente Massimo D'Alema, ai dipendenti della Camera che hanno permesso che il lavoro »non fosse peggiore . Fine dei lavori della commissione per le riforme, almeno fino a settembre quando i settanta dovranno discutere gli emendamenti presentati dal Parlamento. Fine dei lavori con Silvio Berlusconi che parla da capo dell'opposizione, ringrazia Massimo D'Alema »per il suo atteggiamento di imparzialità e dichiara: »E' stato bello esserci ; con l'accordo trovato per la legge elettorale; con Rifondazione comunista che presenta un suo testo per reintrodurre il premierato e i diniani (più Occhetto, Passigli e Spini) che ripropongono una legge elettorale alternativa, quella cara al Pds, il doppio turno nei collegi.
Dalla Bicamerale esce il testo della nuova Costituzione, dall'articolo 55 al 140: comprende la riforma della giustizia, la nuova forma di Stato e di governo e delle due Camere. Si è risolta anche l'ultima impasse, quella che riguarda i poteri di scioglimento del Parlamento e che aveva fatto gridare alla »truffa i berlusconiani Calderisi e Rebuffa: per ora è previsto che il presidente appena eletto non possa sciogliere il Parlamento per sei mesi se la Camera è stata votata appena prima di lui. Ma Mattarella ha assicurato che ristudierà il meccanismo.
Il testo finale è stato votato a larghissima maggioranza, da Alleanza nazionale al Pds, i leghisti non si sono fatti vedere. Il prezzo dell'accordo sono l'astensione di Fisichella e le dimissioni di Tiziana Parenti per il Polo, mentre il centrosinistra perde i quattro commissari di Rifondazione che hanno messo agli atti un documento sul premierato, Achille Occhetto che ha scritto un altro atto della sua battaglia nel partito votando no »ad un risultato di così basso profilo, condizionato dall'incombere del convitato di pietra, la legge elettorale, che ci ha trascinati nelle fiamme come nell'ultimo atto del don Giovanni , Natale D'Amico di Rinnovamento e i tre »federalisti del Nord, il valdostano Dondeynaz, il veneto Rigo e l'altoatesino Zeller che hanno condannato l'accordo e il testo della Bicamerale. Si sono astenuti i due commissari dei comunisti unitari, Crucianelli e Russo.
Ma ieri si è trovato l'accordo anche sul cuore della riforma: l'ordine del giorno sulla legge elettorale. La mediazione è di nuovo opera di Sergio Mattarella: un documento, firmato da tutti i capigruppo in Bicamerale, escluso Rinnovamento italiano, da Cesare Salvi a Silvio Berlusconi, da Armando Cossutta e Domenico Nania. Non si è votato sul sistema elettorale, come aveva chiesto il Pds. D'Alema l'ha però letto e ha assicurato che »il testo firmato dai capigruppo resta tra i documenti della commissione e impegna chi l'ha sottoscritto . Un po' meno di un atto vincolante, un po' più di un atto formale per fissare i principi del Mattarellum due, discussi nella cena a quattro a casa Letta.
Spiega Cossutta: »C'è il 25 per cento di proporzionale, il secondo turno è a "ballottaggio unico nazionale tra due coalizioni", cioè su lista unica, è assicurato il meccanismo dello scorporo e c'è il premio di maggioranza per assicurare a chi vince di avere abbastanza voti .
Agli atti, con meno firme ma con lo stesso valore resta anche il documento presentato dal diniano D'Amico con Valdo Spini, Stefano Passigli e Achille Occhetto per il doppio turno di collegio. »Speriamo che adesso D'Alema ci faccia un regalo scherza Spini visto che è la riforma che vorrebbe lui .
L'ultimo dibattito della commissione è servito a ribadire la bontà dell'accordo a quattro e per segnare le differenze. Marini: »Siamo stati i primi a capire che la strada giusta per le riforme sono le larghe intese tra forze politiche . Fini, dopo il voto: »Il fatto più importante è che la destra italiana contribuisce a scrivere la Costituzione . Gli ulivisti con Claudia Mancina hanno segnato le distanze: il testo approvato non va bene, »ma la battaglia si farà in aula . Così anche i professori del Polo: hanno votato sì, ma già lavorano agli emendamenti.
Berlusconi pensa già ad altro: »Larghe intese non solo per la Bicamerale? Voi sapete come la penso, ma dicono che non si può fare... Vedo che il presidente del Consiglio e i ministri sono entusiasti, ma trovo un'economia in regressione che ci porterà come regalo di Natale tre milioni di disoccupati. Comunque sta per iniziare la discussione per la riforma del regolamento della Camera, su questo noi dovremo essere in trincea per difendere i diritti dell'opposizione e del Parlamento .