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Partito Radicale Rinascimento - 1 luglio 1997
Da "Il Corriere della Sera" del 1 luglio 1997 - pag. 22
IL PRESIDENTE DELLA CONFINDUSTRIA

FOSSA: »MA NON ACCETTO TRATTATIVE AL RIBASSO

di Giuliana Ferraino

BIELLA »Noi non siamo polli che attendono il grano dal governo, ma il governo deve agevolare la via all'operosità , diceva il senatore Alessandro Rossi, che nel 1877 fondò a Biella l'Associazione dell'industria laniera. A distanza di 120 anni, Giorgio Fossa, davanti a un'affollatissima Assemblea degli imprenditori lanieri, riuniti per festeggiare l'importante compleanno della loro Associazione, sottoscrive in pieno. »La situazione non è cambiata affatto. Oggi non basta essere competitivi dentro i cancelli delle fabbriche, è il sistemaPaese che deve essere competitivo , dice il presidente di Confindustria. E parte dall'Europa (»Guai a sedersi sugli elogi che vengono da Bruxelles: manca ancora l'ultimo tratto di strada per l'euro ) per arrivare al tema caldo della riforma del welfare state: »Il governo deve muoversi nella pienezza dei suoi poteri, perché rappresenta tutto il Paese e non soltanto una parte, evitando mediazioni al ribasso con questo o con quello. E se non trova voti all'interno della sua maggio

ranza, li cerchi in Parlamento .

A convincere Fossa a venire nella patria della lana, è stato l'ex ministro della Pubblica Istruzione, Giancarlo Lombardi, presidente della filatura Grignasco (l'azienda di famiglia), e ha persuaso pure il ministro dell'Industria, Pier Luigi Bersani.

Attacca subito Fossa: »Servono provvedimenti strutturali per migliorare le previsioni sui conti del '98, più che per aggiustare i conti '97. Altrimenti il vento sui mercati potrebbe cambiare in un attimo. La riforma del welfare state? Si scrive Stato sociale ma si legge riforma della spesa pensionistica, che oggi sottrae risorse agli investimenti produttivi e alla creazione di nuovi posti di lavoro . Ecco come la vorrebbe: »Non si deve limitare all'equilibrio di gestione, ma deve puntare alla riduzione del carico contributivo . (Affermazione che, a distanza, ha fatto infuriare la Uil di Pietro Larizza: »Dietro le grandi parole sugli interessi pubblici c'è un chiaro e ricco interesse privato ).

L'invettiva del presidente di Confindustria continua. Sul lavoro: in cambio di un'eventuale modifica degli ammortizzatori sociali, occorre »più flessibilità del mercato del lavoro in entrata e in uscita, ben oltre i timidissimi risultati portati avanti dal pacchetto Treu , dice Fossa. Sulla sanità: »Non funziona e va razionalizzata . Sul calo del Prodotto interno lordo (Pil) nel primo trimestre: »I dati segnalano una situazione che avevamo previsto mesi fa, quando dicevamo che eravamo in una fase di stagnazione per non dire di recessione .

Eppure Bersani si compiace: è un Fossa »meno muscolare che in passato e più sulla linea criticopropositiva . E le accuse al governo? »Il governo ha mostrato parecchio coraggio, senza usare toni epici. Ha tenuta salda la barra del timone, anche quando non c'era consenso intorno alle sue decisioni . Consenso che ora va costruito intorno alla riforma del welfare, ribatte il ministro. Certo, nel Documento di programmazione economica (Dpef) »ci sono vincoli di spesa, che va mantenuta in linea con il Pil, spesa che in alcuni punti è disallineata. E questo, come sappiamo, riguarda le pensioni , ammette. Ma resta ottimista, anche se il Pil scende: »Emerge una situazione di debolezza, che però non contraddice i segnali di ripresa, seppure non impetuosa, registrata da aprile in poi . E poi il calo non tocca l'obiettivo Maastricht, che »è raggiungibile, tanto più che avevamo previsto questa fase di stagnazione , conferma il ministro.

Serve l'intervento di Mario Monti, per raffreddare l'euroottimismo: »E' ancora presto mette in guardia il commissario europeo in una teleintervista per dire se entreremo subito in Europa. Entrare subito è condizione necessaria ma non sufficiente. Occorre che l'economia diventi più flessibile e servono riforme radicali nel sistema previdenziale e in quello creditizio .

 
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