Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
dom 08 giu. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Notizie lista Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 1 luglio 1997
Dal "Corriere della Sera" del 1 luglio 1997 - pag. 1
SE NON E' TROPPO CHIEDERE

di Piero Ostellino,

Ci sono, ormai, troppe cose, nelle cronache della politica, che il cittadino non capisce. Così, prevale la »cultura del sospetto su quella dell'accertamento dei fatti.

Il clima nel quale si profilano le riforme è torbido, più da Quarta Repubblica francese, più da vigilia di una grave crisi politicoistituzionale, che da Seconda Repubblica italiana, che da felice vigilia di un nuovo e migliore assetto politico. Nella grande redistribuzione del potere in corso, fra poteri dello Stato, interessi organizzati, partiti e uomini politici, ciò che emerge pubblicamente sembra solo la minima parte di quello che presumibilmente accade nella realtà del commercio politico. »Una brutta riforma si dice è meglio di nessuna riforma . Non è detto. Ma, così, il compromesso che l'ha generata rischia di apparire, agli occhi del cittadino, non tanto il frutto della corretta dialettica democratica, quanto la »necessaria e inevitabile conseguenza di pressioni, ricatti, veti sotterranei e illegittimi.

La fazioni politiche si fronteggiano, ma con il linguaggio esoterico degli iniziati. Sembra più una »finta guerra fra complici ciascuno dei quali ha qualcosa da nascondere al cittadino che il confronto fra ideali e partiti e uomini che li dovrebbero rappresentare nell'arena democratica.

Qui non si tratta più di sapere chi abbia ragione se costituzionalisti e politologi accusati dai politici di perfezionismo e di integralismo, ovvero una classe politica disponibile alla mediazione e al compromesso come »arte del possibile . Ma perché »questa classe politica sia così palesemente ondivaga, contraddittoria, sconfessi sistematicamente se stessa, sostenendo oggi una tesi e domani esattamente il suo contrario.

Chi e che cosa hanno indotto D'Alema a passare dal primitivo semipresidenzialismo (e doppio turno elettorale) al premierato forte quando sembrava che anche Berlusconi e Fini se ne fossero convinti? Chi e che cosa hanno indotto Berlusconi a rinnegare, a sua volta, il doppio turno elettorale, dopo che D'Alema grazie anche al colpo di mano leghista era ritornato sulle precedenti posizioni?

Non capita spesso, per non dire che non capita mai, che uomini politici forti di una schiacciante maggioranza si tirino improvvisamente indietro alla vigilia di una vittoria politica. Eppure, è ciò che hanno fatto per ben due volte D'Alema, Berlusconi e Fini quando per due volte si sono trovati nella condizione di far approvare in Bicamerale semipresidenzialismo e doppio turno.

E lecito chiedere loro perché, e pretendere una risposta chiara e convincente? No, la spiegazione che si è trattato della vittoria dei »piccoli (Rifondazione, verdi, ex democristiani dei due poli) sui »grandi (Pds, Forza Italia, Alleanza nazionale) non è convincente. La politica è rapporti di forza e i rapporti di forza erano tutti a favore dei grandi. Perché, allora, i grandi hanno perso, o meglio, hanno rinunciato a vincere?

Non siamo inclini alle interpretazioni dietrologiche. Ma proprio perché non lo siamo, proprio per evitare che ne nascano troppe e troppo fantasiose, vorremmo che si facesse chiarezza sulle molte cose che il cittadino non capisce. Ma, a tutt'oggi, di chiarezza non vediamo neppure l'ombra. Il rinvio alle Camere sui punti più controversi della riforma del sistema giudiziario ha provocato le dimissioni di un membro di Forza Italia nella Bicamerale (la Parenti) con tanto di accusa al suo presidente (D'Alema) e agli altri membri di cedimenti ai ricatti della magistratura. Il capo di Forza Italia (Berlusconi) ha sconfessato il proprio parlamentare, pur riconoscendo l'esistenza di »pressioni dei pubblici ministeri sulla commissione.

E davvero troppo chiedere quali siano i confini fra ricatto e pressione e dove secondo Berlusconi, e magari D'Alema finisca quest'ultima e incominci il primo, nel clima non ancora esaurito di Tangentopoli? E indelicato chiedere ai liberal di Forza Italia che hanno dato la propria solidarietà alla Parenti che cosa sottintende, in concreto, tale loro solidarietà? Potremmo continuare all'infinito. Ma crediamo di esserci fatti capire anche fermandoci qui. Anche perché temiamo che, se troppi perché restassero senza risposta, potrebbe esserci non il fallimento della Seconda Repubblica. Ma la fine della democrazia in Italia.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail