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Partito Radicale Rinascimento - 1 luglio 1997
Da "Il Corriere della Sera" del 1 luglio 1997 - pag. 33
PASOLINI, L'ARCHIVIO CONTESO

PATRIMONI Allarme per il Fondo dello scrittore friulano: l'università di Reading lo chiede. In attesa che intervenga il Campidoglio

Sarà presto annunciato un »drastico cambiamento dell'Associazione I vecchi amici dell'autore dei »Ragazzi di vita aspettano il contributo del Comune di Roma e già parlano di un »caso politico

di Giulia Borghese

Un comunicato stampa abbastanza strano annuncia una conferenza per giovedì prossimo a Roma. L'indirizzo è ben noto agli studiosi: piazza Cavour numero 3, terzo piano, è infatti la sede del Fondo Pier Paolo Pasolini. L'intento è »illustrare il profondo, drastico cambiamento che sta per verificarsi in seno alla nostra Associazione e, in particolare, le ragioni del tutto politiche per le quali a tanto stiamo arrivando . Che cosa succede in quel luogo frequentato da studiosi che lavorano sulle carte dello scrittore che fu ucciso nel 1975? »Riteniamo , continua il comunicato, polemicamente, »sia nota l'attività culturale di primissimo ordine che il "Fondo" ha svolto e svolge contribuendo di certo per lo meno all'estero a ravvivare o ripristinare un minimo di interesse culturale nei confronti di un'Italia sbiadita e spoglia .

E poi: »Troppe volte abbiamo notato che la "disperata vitalità" di Pier Paolo Pasolini ha mantenuto e mantiene intatto il suo potere di coinvolgimento e dunque la necessità vera e propria necessità di giovani e meno giovani di voler capire coi propri occhi e le proprie orecchie . A questo punto viene ribadito il discorso politico, e si crea una vera suspense: »E ancora, come un vecchio ritornello fuori moda, abbiamo constatato che non sempre la cosa è gradita in certe alte sfere .

Poi il testo si conclude: »Saremo ben lieti di esporre i nostri problemi e le nostre non accettazioni, fedeli al nome che portiamo. Tra gli amici e soci del "Fondo" di certo Laura Betti e il senatore Guido Calvi, saranno chiamati a chiarire ed accusare. Fedele e intelligente come sempre, l'assessore Gianni Borgna se possibile tirerà le conclusioni .

Quel »se possibile ci ha spinto a cercare subito e ripetutamente l'assessore alla cultura del comune di Roma. Che non è stato possibile trovare. Volevamo domandargli, tra le altre cose, se è vero come si sente dire che l'Università inglese di Reading, la stessa in cui ha insegnato per tanti anni lo scrittore Luigi Meneghello, si sia proposta come acquirente delle carte di Pasolini, ma come ogni trattativa sia bloccata di fronte al veto dell'esportazione di beni culturali irrinunciabili. Volevamo chiedergli, naturalmente, che cosa stesse davvero accadendo, se mancavano i finanziamenti, e quali ripari pensasse di porre il Comune di Roma. Poi volevamo sapere qualcosa sulle »alte sfere che non sembrano gradire il lavoro del Fondo Pasolini... Ma pazienza. La cosa che davvero conta è riuscire ad evitare che anche le carte di uno scrittore importante come Pier Paolo Pasolini prendano la via di qualche ottima università straniera, come già, in parte, quelle di Paolo Volponi, quelle di Ennio Flaiano, e l'archivio d

i Paola Masino.

A Giovanni Raboni, che del Fondo Pasolini è un autorevole socio fondatore, e anche membro del consiglio direttivo, abbiamo chiesto un parere. »Se l'Associazione "Fondo Pier Paolo Pasolini" , ci ha detto, »fosse un'associazione "normale", io dovrei forse astenermi dal parlarne. Ma il Fondo Pasolini non è un'associazione normale, anzi non è nemmeno una vera associazione, bensì una sorta di pseudonimo di Laura Betti, che l'ha creata, difesa e fatta vivere a spese, se così si può dire, di se stessa, con una forza, una tenacia e una fantasia che hanno dell'incredibile .

Laura Betti dunque, l'amica, spesso l'interprete, oggi la vestale di Pasolini, sarebbe la persona che ha per così dire lanciato questo sasso nello stagno dell'Italia di oggi »sbiadita e spoglia , che sembra persino dimenticarsi di quel suo figlio dalla »disperata vitalità .

»Quella del Fondo cioè di Laura non è stata soltanto una preziosa attività conservativa , continua Raboni, »ma anche, e oserei dire soprattutto, una formidabile attività propulsiva; non si è limitata a raccogliere, ordinare, restaurare e diffondere i documenti di una produzione grandiosa e multiforme come quella di Pasolini, ma ha creato le condizioni e le occasioni perché essa venisse conosciuta e discussa in tutto il mondo, come una presenza assoluta e continuamente rinnovata, continuamente attuale .

E aggiunge, con forza: »Credo sia venuto il momento di riconoscere ufficialmente tutto questo e di adottare le necessarie misure burocratiche perché dopo avere dedicato per vent'anni interamente le proprie energie a questa straordinaria impresa culturale Laura Betti possa tornare ad occuparsi anche di qualcos'altro, per esempio della propria vita .

E Laura Betti? »Pier Paolo ci ha detto è in contatto con tutto il mondo, non soltanto con Reading. Adesso andremo con mostre e letture a Hong Kong e poi a New York al Whitney Museum... Credo che piaccia in tutto il mondo e sono contenta di poter continuare a lavorare per quel ragazzo lì, che anche a me piaceva e ancora piace tanto! . Per questo, dalla sua morte si è dedicata alle sue carte, pubblicando tra l'altro i Quaderni del Fondo. E si augura di poter continuare a farlo.

 
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