GRAZIE AL CONGUAGLIO STET L'IRI SI METTE IN REGOLA CON VAN MIERTPer l'istituto di GrosPietro un credito dal Tesoro di 3.875 miliardi e così l'indebitamento potrebbe anche scendere a 4 mila miliardi
di Dario Di Vico
ROMA Seppur in zona Cesarini l'Iri ce l'ha fatta a superare l'esame di Bruxelles. Scadeva infatti ieri la proroga di sei mesi dell'accordo AndreattaVan Miert concessa dalle autorità comunitarie a fine '96 per contenere a livello »fisiologico l'indebitamento della holding di via Veneto. E il nuovo consiglio di amministrazione presieduto da Gian Maria GrosPietro è riuscito ad onorare l'impegno.
Riunito per la prima volta in seduta operativa, il »governo dell'istituto di via Veneto nelle due ore di lavoro ha preso in esame due punti: il conguaglio legato al passaggio della Stet sotto il controllo del Tesoro e il dossier della privatizzazione Autostrade. In questo secondo caso, però, l'esame della voluminosa documentazione predisposta dalla tecnostruttura Iri non è terminato ed è molto probabile che il consiglio torni a riunirsi in settimana con il proposito di accelerare al massimo l'iter della cessione.
La novità di ieri è stata così rappresentata dalla valutazione della partecipazione Stet preparata congiuntamente da un trio di consulenti che rispondono ai nomi di Giubergia Warburg, J.P. Morgan e Albertini Sim. La perizia, riferita al 20 dicembre '96, data del passaggio della telefonia al Tesoro, ha stabilito un valore di 7.800 lire per le azioni ordinarie (oltre 2,3 milioni di titoli pari al 61,27% del capitale) e di 5.919 per le risparmio (circa 13,5 milioni di pezzi pari allo 0,93% della categoria). Alla stessa data l'azione Stet aveva fatto segnare in piazza Affari 6.792 lire per le ordinarie e 4.798 lire per le risparmio.
Ebbene, grazie alla expertise consegnata dai tre consulenti, il valore complessivo della quota Stet è stato fissato in 18.405 miliardi, mentre il prezzo minimo provvisorio a suo tempo era stato indicato in 14.530 miliardi. Risultato: l'Iri ha potuto iscrivere un credito di 3.875 miliardi nei confronti del Tesoro e portare il proprio indebitamento nella zona »fisiologica esplicitamente richiesta dall'intesa AndreattaVan Miert.
Per poter materialmente ricevere i 3.875 miliardi l'Iri però dovrà attendere che le casse del fondo ammortamento titoli previsto dalle privatizzazioni siano rimpinguate dai proventi della cessione Eni. Quando i soldi provenienti dalla nuova tranche della vendita »petrolifera affluiranno, l'Iri potrà incassare i suoi soldi e di conseguenza estinguere le partite più onerose del proprio indebitamento con le banche. Anche se ai fini del rispetto delle intese comunitarie il conguaglio ha effetto immediato.
A quanto potrà ammontare l'indebitamento Iri dopo l'operazione di conguaglio? Cifre ufficiali non ce ne sono, ma ipotesi ottimistiche si spingono a parlare di 4 mila miliardi. Che a loro volta potrebbero diminuire successivamente per effetto di altre due operazioni. La prima è rappresentata da un secondo conguaglio Stet determinato da un'eventuale differenza tra il prezzo stimato oggi dai consulenti per il 61,2% delle azioni e l'incasso che sarà realizzato grazie alla privatizzazione delle telecomunicazioni, il tutto al netto dei costi sostenuti dal Tesoro. Per avere un termine di paragone basta pensare che la perizia parla di 7.800 lire per azione ma oggi il titolo Stet in Borsa è ampiamente sopra le 10 mila e quindi se si privatizzasse a questi prezzi l'ulteriore conguaglio supererebbe i 5 mila miliardi.
Un secondo aiuto all'abbattimento dei debiti della holding presieduta da Gian Maria GrosPietro potrà venire dall'introito della vendita Seat. Il motivo è presto spiegato: la Seat faceva parte della Stet quando quest'ultima, nel dicembre scorso, fu girata al Tesoro e quindi i soldi che verranno rastrellati con la sua cessione avranno come destinazione finale le casse dell'istituto di via Veneto. Se queste sono però al momento solo delle simulazioni va ricordato come da dicembre ad oggi il Tesoro abbia versato all'Iri tre tranche per il trasferimento della Stet e ne debba ancora pagare una quarta che ammonta a 3.000 mld.