PRIVATE "MONTECITORIO? E' UN LETAMAIO" DIECI ANNI FA NEL "DIARIO DI UNA EVASIONE" Il memoriale del leader di autonomia
di Filippo Ceccarelli
Veramente doveva essere un ritorno "luminoso". Un ritorno scriveva Toni Negri nell'introduzione italiana del suo Diario di un'evasione (pubblicato nel 1986 da certe edizioni Parole e Fatti, dopo il rifiuto della Rizzoli) che non fosse solo "un desiderio nostro ma una necessità per il Paese". Ora che Negri è ritornato davvero vale la pena di riprendere in mano quel diario che dal febbraio al novembre 1983 descrive con febbrile meticolosità il carcere, l'elezione, la fuga. ARRIVA PANNELLA. "La campagna elettorale è ormai aperta. Viene a trovarmi... Lo conosco da sempre, Marco. Dai tempi dell'Unuri. Poi, una volta, me lo ritrovai davanti improvvisamente, a StGermain, e gli passai una valigia del reseau algerino. Non era certo non violento, allora! C'è sottesa, fra noi, una sorta di generazionale fratellanza. Stimo alcuni momenti della sua politica, sono epidermicamente, ma non meno fortemente, affascinato, negativamente attratto dalla sua superficialità nell'approccio dei problemi". DON NICOLA. "Parlo, in ca
rcere, a lungo con don Nicola. E' accusato di fatti di 'ndrangheta . Siamo amici da tempo. E' una persona squisita. Vive la nostalgia della vecchia giustizia calabrese, odia le bande di giovinastri che quell'etica hanno distrutto...". L'ELEZIONE. "Come fare a raccontare questa giornata? Ho appena smesso di piangere. Di gioia. L'elezione è certa. Sono praticamente libero. Piango su quello che ho perduto, su quello che ho guadagnato...". IL GIUDICE CALOGERO. "Mi allunga la mano perché gliela stringa. Resto pietrificato... Con stizza lui replica: ''Come non vuole stringermi la mano?'' E' come se mi sferzasse. Mi sorge un fiume di ingiurie dalla bocca e la voglia di saltargli al collo". FUORI. "Sono fuori. Dopo un'altra giornata di interminabile attesa, bon, all'improvviso, ho quasi fatto fatica a salutare i compagni, con estrema urgenza, mi hanno messo fuori, spinto fuori". FOTO DI GRUPPO. "Andiamo in gran corteo da Montecitorio a piazza Argentina. I paparazzi ci inseguono. Rossana (Rossanda, ndr ) fa di tutto
per non essere fotografata assieme a Marco (Pannella, ndr ) e Marco fa di tutto per ottenere il ritratto di gruppo". COMPLEANNO. "Oggi compio cinquant'anni. Un bilancio? Che bagatella!... Ho deciso di fuggire, di evadere, di tenere la libertà". LA SCORTA. "Ieri sera grande sceneggiata contro la scorta... Sono sceso e ho cominciato a battere i pugni sulla macchina come facevamo contro i crumiri nei picchetti ci hanno infine seguito al Commissariato, li ho denunciati perché non mi hanno reso le generalità. Ridicolo ma efficace. Sarà certamente utile. Non voglio più la scorta per una sola ragione debbo cominciare a pensare alla fuga". LA SCORTA 2. "Sono riuscito, parlandone con Scalfaro, nuovo ministro dell'Interno, a farmi togliere la scorta. Finalmente non la sopportavo più". MONTECITORIO. "Sto impazzendo. Dentro questo palazzo di Montecitorio ho l'impressione di esserci solo io. Se volessi distruggerlo ci riuscirei. Forse però questo è un simbolo di potere così frustro che l'incendio non darebbe alcun f
ulgore alla scena. In realtà questo palazzo è un letamaio. Letame umido, non brucia. Questa è la sua forza il non riuscire ad andare a fuoco il riprodursi sul proprio fetido sudore. Unici presenti, in queste solitarie stanze, in questi insensati androni, i giornalisti. Sono le mosche sul letame, instancabili. Dai giornalisti o ti fai pagare o li paghi: preferirei la seconda soluzione, purtroppo sono costretto alla prima". ASOR ROSA. "Con Alberto facciamo il giro delle torri di Capalbio. E' come essere tornati a sentire insieme i Beatles. Con grande ironia e con grande attenzione. Un sentimento dolce, di aver compreso, anticipatamente". CACCIARI. "Una volta mi turbava la sua intelligenza, ora mi diverte la sua disperata volontà di sopravvivere nella crisi. Il disincanto è divenuto in lui una chiave ascetica". ROSSANDA. "E' venuta giù pesante, lei, ricordandomi Socrate e tante altre belle cose. Per lei il problema è duplice: da un lato spingere per l'unità della sinistra nella difesa dei diritti civili, dall
'altro vincere il processo 7 aprile... Sono due temi che accetto: Ma ne manca un terzo: la mia libertà e la mia possibilità di lottare". AUTONOMI. "Sono arrivati fin sotto il palco. Li ho guardati negli occhi la stessa violenza che avevo visto in quelli che volevano uccidermi nelle carceri speciali. Sul palco piovevano monetine e bottigliette. Oggi, a piazza Navona. Me lo ricorderò questo comizio... Intanto da buon giudeo, mentre Pannella si agita ormai rauco a dire le solite pacifiste cazzate, mi chino a raccogliere le monetine qualche migliaio di lire, una buona pizza per questa sera". VERSO LA LIBERTA'. "Nella barca ho aspettato una mezz'ora sono arrivati gli skippers e siamo subito partiti. Un mare bellissimo. Una traversata tranquilla. Sole splendente, poi luna piena... Mi sono addormentato felice in Corsica". LITE CON PANNELLA. "Due giorni di discussione con il Guru. Faticosissimi. Ormai, nei miei confronti, è un agente provocatore... La simpatia di cui qui gode è minima: chi lo conosce dice: stare
attenti, è un attore da Grand Guignol . Mi fa andare in bestia. Poi mi ricatta dicendomi di pensare ai compagni in carcere. Farabutto. Comunque, ai compagni in carcere debbo pensare... Vado all'appuntamento. Arriva lui. Si è tirato dietro la polizia. Nega. Comunque la casa è circondata. divento completamente isterico. Capisco, e lui con cinismo avvoltolato in bistecche di sorrisi mi fa capire che debbo accettare il suo piano riconsegna alla polizia entro pochi giorni". MAKNO. "Osservatorio Makno: 62 italiani su 100 vogliono il mio arresto. Mi sembra bene: 38 non lo vogliono". CASA NUOVA. "Ho cambiato casa, e qui starò, credo, per un lungo periodo: Mi costa un occhio della testa e i soldi delle interviste stanno per finire, quelli del salario da deputato vengono mangiati dagli avvocati. Di qui la veduta è superba. Apprezzo la superficie dalla cima di un grattacielo. Fluisce là in fondo un mondo di formiche".