STET ANNUNCIA OGGI LE NOZZE CON AT&T
Il colosso statunitense candidato a partecipare alla privatizzazione del gruppo italiano
Prima l'intesa commerciale, poi l'ingresso nel capitale
ROMA. Il fidanzamento durava da tempo, oggi sarà annunciato il matrimonio. Dopo mesi di trattative la Stet, darà nel pomeriggio un "annuncio importante" che riguarderà i particolari dell'intesa con la At&t, il colosso statunitense delle telecomunicazioni. I dettagli dell'operazione sono ancora coperti dal più stretto riserbo aziendale, per non guastare l'effetto sorpresa della prima grande alleanza firmata dal nuovo tandem alla guida del gruppo l'amministratore delegato Tomaso Tommasi di Vignano e il presidente Guido Rossi che proprio ieri hanno annunciato l'accordo al consiglio di amministrazione ma alcune grandi linee, trapelate nei giorni scorsi, si possono già anticipare. In particolare è probabile che la prima fase sia costituita da una o più alleanze globali in aree di comune interesse. L'At&t dovrebbe poi entrare in un secondo tempo nel capitale della privatizzanda Stet (che il 18 luglio incorporerà ufficialmente la Telecom Italia prendendone anche il nome) partecipando così a quel "nucleo stabile
" di azionisti che potranno possedere una quota massima del 5% ciascuno e che saranno destinati a creare la futura maggioranza di controllo della società telefonica. Non sembra invece per ora prevista una partecipazione degli italiani nel capitale della At&t. Le intese. Secondo le ultime indiscrezioni la rete di alleanze si costituirebbe attraverso almeno due distinti accordi che avranno natura del tutto o in prevalenza commerciale: uno in Europa e l'altro destinato in prevalenza all'America Latina. In Europa la Stet dovrebbe accordarsi con Unisource, il consorzio formato dalla svedese Telia, dal gestore telefonico olandese e dalla Swiss Telecom, che rappresenta "la sponda" di At&T nel Vecchio continente. Alla Stet era stato anche proposto di entrare in Unisource al posto della spagnola Telefonica, che proprio nell'aprile scorso aveva abbandonato il consorzio per allearsi con British Telecom e Mci, ma a quanto pare la risposta degli italiani è stata negativa e si è preferito un rapporto di alleanza piuttosto
che un ingresso vero e proprio. Tra l'altro Stet è ben piazzata per la conquista del secondo operatore di telefonia spagnolo, Retevision, ha presentato l'offerta maggiore assieme a Endesa e Unionfenosa. Nell'alleanza con l'At&t dovrebbe giocare un ruolo importante l'America Latina, dove la presenza della Stet in Spagna rappresenterebbe un "asset" importante. La società italiana è già attiva in Bolivia, Cile, Cuba, e Argentina e Brasile, e proprio in Brasile Stet e At&t sono alleate per la gara nella telefonia mobile e per l'acquisto del gestore Telebras. Scambi azionari. La privatizzazione della Stet, che scatterà ad ottobre, dovrebbe portare anche l'arrivo dei capitali statunitensi. Il Tesoro ha previsto un "tetto" al possesso azionario del 3% a ciascun socio, che può però salire fino al 5% con il gradimento del Tesoro. Lo stesso Ciampi aveva auspicato alleanze strategiche che consentissero di privatizzare una Stet con le migliori prospettive di mercato, e in effetti l'accordo con la At&t dovrebbe rimette
re gli italiani nel grande valzer delle alleanze dove già ballano British Telecom e l'americana Mci da una parte e Deutsche Telekom, France Telecome l'americana Sprint dall'altra. Ma sul decreto di privatizzazione della Stet, proprio ieri, il Polo ha posto al Senato la pregiudiziale di costituzionalità, affermando che il provvedimento è illegittimo perché non è stata ancora istituita l'authority per le telecomunicazioni. L'affare Dect. Se all'estero la Stet va in cerca di alleati, in Italia rischia di farsi molti nemici. Colpa del Dect, il cosiddetto "cordless cittadino", che collegato al telefono di casa dovrebbe funzionare come un telefono cellulare ma con tariffe ben inferiori nell'area dove si risiede. La Telecom sta progettando di lanciare il suo Dect, chiamato "Fido" al più presto, ma la mossa incontra la fierissima opposizione sia della Tim sia dell'Omnitel. A rasserenare gli animi non ha certo provveduto l'affermazione fatta ieri dall'associazione di consumatori Adusbef, secondo la quale Tommasi ha
affermato in un colloquio che il Dect partirà il 10 luglio. La Stet ha fatto sapere che in consiglio di amministrazione non si è parlato di nessuna data di partenza, mentre il sottosegretario alle Poste Michele Lauria parla di una data "prematura", ma fa sapere che l'autorizzazione Dect, assieme al bando di gara per l'arrivo del terzo gestore di telefonini, arriverà per luglio.
Francesco Manacorda