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Partito Radicale Rinascimento - 4 luglio 1997
Da "Il corriere della Sera" del 4 luglio 1997 - pag. 2

BARRA AL CENTRO PER BERLUSCONI

SOTTO IL TIRO DEL FINI "MODERATO"

di Stefano Folli

L'area moderata sta cercando un assetto. Mai come in questo momento Berlusconi ha avuto interesse a dare una prospettiva comune al cosiddetto »centro , ossia all'area ex democristiana, ma anche laicosocialista. E' una delle conseguenze della Bicamerale e dell'intesa sulla legge elettorale che salva le forze minori e in fondo le esalta attraverso il premio di coalizione. Berlusconi, Casini e Buttiglione sono oggi in sintonia. E attraverso canali più o meno sotterranei tale sintonia si allarga ai Popolari di Franco Marini: quanto meno al gruppo più vicino al segretario. Resta escluso, per ora, Lamberto Dini, che è stato tagliato fuori dalle intese e oggi tiene un piede nel fronte dei dissidenti.

Ma dove può portare questa sintonia? In passato sono falliti i vari tentativi, peraltro poco convinti, di costruire una Federazione del centro, ossia di distinguere Forza Italia (con il CcdCdu e altre sigle liberaldemocratiche) da Alleanza nazionale. Ma adesso il quadro sta cambiando e le strategie vanno riviste. Le conclusioni della Bicamerale sono propizie ai centristi, che con Marini hanno saputo giocare abilmente le loro carte.

Inoltre c'è la novità più importante. Gianfranco Fini è entrato nel gioco costituente, offrendo di sé l'immagine moderata e costruttiva che non aveva saputo dare al tempo del »tentativo Maccanico . Quel che più conta, Fini è diventato un interlocutore affidabile di D'Alema e su questa base si è candidato a svolgere un ruolo politico di primo piano nell'Italia dei prossimi anni. Anche per un fatto di età anagrafica, per la prima volta il futuro bipolarismo si riconosce in due volti precisi.

Non si tratta di riesumare oggi la logora questione relativa a chi comanda nel Polo. O a chi comanderà tra un paio d'anni. E' vero però che uno spostamento al centro di Alleanza nazionale pone problemi all'area postdemocristiana di Casini e in qualche misura allo stesso Berlusconi, spingendo entrambi a prendere contromisure. In fondo è un indizio minimo, ma significativo, il pacco con dieci camicie bianche che Casini ha spedito a Teodoro Buontempo, neocandidato vicesindaco di Roma per conto di An, uomo che non ha mai rinnegato i suoi trascorsi fascisti. Un modo trasparente per ricordare un po' a tutti le radici dei postmissini.

Del resto c'è un motivo comune che tende a riunire i centristi dei due poli. Il timore che la battaglia degli emendamenti contro i risultati della Bicamerale finisca per creare una deriva antiparlamentare. In fondo a quella deriva c'è Antonio Di Pietro o comunque un personaggio animato dalla stessa ansia di »bocciare sonoramente l'intera classe politica. Ed è su tale preoccupazione che Berlusconi può far leva per avviare la sua iniziativa nell'area moderata. Saldando i risultati della Bicamerale (quindi difendendo l'accordo con D'Alema) all'esigenza di dare una prospettiva a Forza Italia.

Marini e Casini resteranno ancora a lungo, è ovvio, in due schieramenti diversi. Tuttavia sono uniti dalla volontà di fare blocco contro gli emendamenti alle riforme, soprattutto quelli che possono scardinare la legge elettorale (il Mattarellum due). E Berlusconi, che quella legge ha favorito in modo decisivo, ha oggi l'opportunità di porsi quasi come il Lord Protettore di una certa area moderata.

Vedremo già oggi quali saranno i suoi passi. »Blindare la Bicamerale non è facile, se si considera che le correzioni non sono richieste solo da sinistra, ma anche dagli ambienti liberali del Polo: basti pensare a Martino, Rebuffa, Taradash. Nessuno di costoro vuole minimamente favorire il disegno di Di Pietro o di chi per lui. Tuttavia nessuno vuole rinunciare in partenza alla possibilità di emendare le riforme, specie se tale rinuncia deve essere il prezzo da pagare a una Federazione moderata di impronta democristiana. In altre parole: se all'indomani della Bicamerale D'Alema deve fronteggiare problemi piuttosto drammatici nella Quercia, anche Berlusconi ha le sue gatte da pelare.

 
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