Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
dom 08 giu. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Notizie lista Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 8 luglio 1997
Da "Repubblica" pag. 21

Pannella fa il Robin Hood "Cittadini, ecco il bottino": e regala 50 mila lire

dal nostro inviato ROBERTO BIANCHIN

TREVISO Dauda conta veloce. Poi fa sparire i soldi dentro un vecchio portafogli che è vuoto, piatto come una sogliola. Dauda sorride. Le banconote sono da diecimila e sono cinque. Su ognuna c'è un timbro: "Questa banconota fa parte del bottino rubato a ciascun cittadino con la legge del finanziamento pubblico ai partiti. La Lista Pannella ha deciso di non usare questo danaro rubato e restituirlo. Fanne buon uso". Dauda viene dalla Mauritania. E secco e alto come un giunco, fa l'operaio in una fabbrica in Friuli, ha in tasca la tessera della Cgil. Dauda ha fatto tre ore di coda sotto il sole a trenta gradi per cinquanta mila lire. "A me non servono, io lavoro. Le porto a un amico, lui è disoccupato". Sono tanti come Dauda in Piazza della Borsa, nel cuore di Treviso, locomotiva del Nord Est. Marocchini, filippini, senegalesi. Disciplinati, in fila nel serpentone di transenne, dentro un caldo più africano che serenissimo, ad aspettare pazienti, con un documento in mano, il loro turno. Loro

hanno bisogno del colore di quei soldi. L'ultima trovata di Marco Pannella, che ha deciso di ridare al popolo la fetta di torta del finanziamento pubblico toccata alla sua lista, 2 miliardi e 700 milioni, richiama qualche migliaio di persone. Soprattutto immigrati, extracomunitari, pensionati, casalinghe, ragazzi, qualche vagabondo e qualche tossico. Alle otto della sera, dopo sette ore di show, con una pausa per il pranzo, Pannella è riuscito a sbarazzarsi solo di una piccola parte del bottino: 300 milioni, distribuiti fra 6 mila persone. Restano ancora 2 miliardi e quattrocento milioni. L'operazione continuerà in altre città. Il profumo dei soldi sveglia di buonora le vecchiette dei paesi. Sono le prime ad arrivare, si mettono in coda alle sette del mattino. Vengono da Quinto, da Paese, da Maserada. Hanno vestitini a fiori di cotone e le calze arrotolate alle caviglie. Anna Prizzon, capelli bianchi tagliati a spazzola, ha 83 anni. E la prima della fila e la prima a incassare la sua quota

del "bottino partitocratico". Consegna la sua carta d'identità, tutta sgualcita, ai pannelliani che stanno dietro un lungo banchetto diviso per settori. Un settore per ogni lettera dell'alfabeto, serve per i cognomi. Le danno un foglio da compilare. Col foglio la vecchia va ad un altro banchetto, consegna il foglio e riceve da un giovane deputato, Gianfranco Dell'Alba, una stretta di mano e cinque biglietti da diecimila. "Non potevo rifiutarli dice ne spendo di più per le medicine". Prima di uscire dal labirinto di transenne c'è un altro banchetto. "Un'offerta per il movimento?" chiedono due ragazzotte. Qualcuno (pochi) lascia cadere una delle cinque banconote in una scatola di cartone. A fine giornata le offerte arrivano a una quindicina di milioni. Le operazioni sono macchinose, si va a rilento, il sole picchia. Pannella fa comizi (due), conferenze stampa (due), distribuisce soldi, baci e abbracci. Veste un completino carta da zucchero, con la cravatta nonostante la calura. "Diranno che

diamo scandalo, che siamo i soliti buffoni" inveisce. Se la piglia col regime, con la partitocrazia, con tutti quelli che mettono il silenziatore sull'uso dei 160 miliardi del finamziamento pubblico ai partiti. "Un argomento tabù, di cui nessuno vuol parlare". Spiega che comincia da Treviso a fare il Robin Hood non perché il NordEst va di moda ("ci sono anche troppi voli di corvi"), ma perché Treviso ha votato più di altre città (40%) i suoi referendum appassiti. Un vecchio, dal fondo, gli grida: "Li dovevi portare a Napoli questi soldi, lì ci sono ragazzi che non possono studiare anche per colpa tua". E un bolognese, Pietro Gubellini, pensionato della Fiat, che vive al Sud. "Potevi farne delle borse di studio" urla. Un altro, che ha appena preso i soldi, glieli restituisce: "Dalli ai poveri". E un ex terremotato di Gemona: "Guarda quanti poveri ci sono in questa città ricca". Sembra una scena di "Signore & Signori". Gente coi cani, coi bambini, con le stampelle, gli ombrelli aperti per di

fendersi dal sole, i giornali e le borse sulla testa. Gli altoparlanti sparano musiche classiche, i pannelliani contano i soldi. Li prendono da valigette di plastica nera custodite in un furgone giallo protetto da guardie armate in giubbotti antiproiettile. "North East Services" c'è scritto sul furgone. "Ve demo indrìo i schei che i ladroni ve ga tolto" si legge su un cartello. Mario, un omone, dice che quei soldi li usa per fare la spesa. Michela, una ragazza, per le vacanze. Riccardo, uno studente, per la morosa. Carmela, che è spagnola, e di cognome fa Jestoso, perché è rimasta vedova e non ce la fa a tirare avanti. Ma il colore di quei soldi non a tutti piace. E per via di quella scritta : "Bottino rubato". Al Pam, supermercato, non li accettano. Non li vuole neanche il tabaccaio. Bortolo, che fa l'ortolano, brontola: "No i sarà miga falsi?".

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail