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Notizie lista Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 8 luglio 1997
Da "Repubblica" pag. 21
Il Dio dei diritti e le banconote infette

di MICHELE SERRA

CINQUANTAMILA lire a testa modica quantità per protestare contro l'ennesimo obbrobrio del regime partitocratico, mafioso e ladro: il finanziamento pubblico dei partiti. Poi, ricevuto il gruzzolo opportunamente diviso in cinque banconote da dieci, spetterà come sempre al buon cuore dei cittadini decidere se restituirne una parte al donatore, Marco Pannella. Perché anche Pannella ha un partito, e in qualche modo bisognerà pure finanziarlo. Pubblicamente finanziarlo. Strana scenetta, ieri a Treviso. Qualcosa di pannelliano (l'idea spettacolare, il Nobile Principio da difendere) e qualcosa di laurino, la questua dei poverelli e la prodigalità di quel bel signore anziano. Pochissimi hanno restituito la somma, una virtuosa élite di sensibili alla causa. Per gli altri, le tre ore di fila hanno costituito un insolito diversivo per guadagnarsi la giornata. Inevitabile e forse, data la circostanza, anche giusta la predominanza delle reazioni plebee. Nei tigì si sono visti sguardi ghiotti cont

are l'insperata mancia, e mani rapide intascarla. "La politica? Non me ne frega niente. Sono qui per le cinquantamila". La vocazione pedagogica di Pannella è tanto più nobile quanto più è sorda all'evidenza. E lecito supporre che alla gran parte dei convenuti sfuggisse l' alto fine di quell'assembramento. A loro le cinquantamila di Pannella devono avere fatto l'effetto di quel "quatrin per un" che Donna Fabia Fabron de Fabrian, nella poesia di Carlo Porta, getta ai pezzenti sul sagrato per convincerli, e soprattutto convincersi, delle sue virtù sociali. Pannella è, infatti, uno strano laico: ha della politica una concezione sacrale, quasi fosse un fatto privato tra lui stesso e il Dio dei diritti. Ma questa sua funzione di ispiratissimo vicariato è continuamente boicottata da uno sgradevole e implacabile nemico: la realtà. Toni Negri che lo manda a farsi fottere (letteralmente, pare) quando Pannella, dopo averlo fatto eleggere e salvato dalla galera, lo vorrebbe convincere a costituirsi. Cic

ciolina che tradisce il suo mandato di Giovanna d'Arco della liberazione sessuale e preferisce approfittare del titolo di deputatessa per mostrare le tette a cento telecamere piuttosto che alla solita Nikon. Il popolo bue che diserta i referendum e si fa trascinare per la cavezza (dal solito regime mafioso partitocratico ladro) lontano dalle urne. Ieri, infine, l'appello al glorioso popolo trevigiano perché trasformasse le cinquantamila infette, quelle del finanziamento pubblico, in cinquantamila puliti, da restituire alle casse del partito dopo un veloce candeggio di coscienza. Ma la gente, in democrazia, è fatta a immagine e somiglianza dei partiti che elegge (e viceversa). I quattrini le servono, ne ha bisogno per vivere. La quota di soldi radicali distribuita a Treviso è dunque, in queste ore, in viaggio per le discoteche di Riccione, i bar del Veneto, i supermercati di paese. Panta rei, tutto scorre. Se tanto gli dà tanto, Pannella ritroverà qualcuna delle sue banconote, timbrate come re

furtiva e dunque riconoscibili, nella prossima fetta di finanziamento pubblico.

 
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