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Partito Radicale Rinascimento - 14 luglio 1997
EURO: LISTA PANNELLA, FINITA L'IPOCRISIA SUL DEBITO PUBBLICO.

Roma, 14 luglio

Dichiarazione di Gianfranco Dell'Alba (eurodeputato) e Benedetto Della Vedova.

Le dichiarazioni a Repubblica del Commissario Monti squarciano finalmente il velo di ipocrisia che a fino ad oggi ha avvolto la vicenda dell'ingresso dell'Italia nell'Euro: i 2,2 milioni di miliardi di debito pubblico eredità della peggiore stagione consociativa - sono un costo che gli altri paesi europei non vogliono pagare per noi: una denuncia che abbiamo fatto per mesi in solitudine.

Da mesi, infatti, abbiamo messo in guardia dalla mistificazione che il Governo Prodi e il Ministro Ciampi stanno conducendo in merito alla convergenza sui parametri di Maastricht, con l'esaltazione verbosa di un controllo del deficit affidato a variabili e fattori "volatili" come il calo dei tassi di interesse e la fiducia dei mercati - o all'aumento della pressione fiscale, e l'illusorio rinvio di drastiche riforme strutturali.

A meno di arrivare in tempi rapidi a segnali concreti su un credibile e massiccio programma di privatizzazioni, sul ridimensionamento della spesa sociale e soprattutto previdenziale, sul ridimensionamento del costo della Pubblica Amministrazione, l'Italia verrà schiacciata in una morsa formidabile. Da una parte, infatti, vi saranno le pressioni delle autorità monetarie e dell'opinione pubblica tedesche perché debito pubblico e ricchezza finanziaria italiana vengano svalutate prima della moneta unica con una parità di ingresso penalizzante per la lira - in modo tale che venga salvaguardata la forza dell'Euro. Dall'altra ciò non potrà venir accettato dagli ambienti industriali dei principali paesi europei, francesi e tedeschi innanzitutto.

Lanciare proclami volontaristici (ce la farema perché ce la dobbiamo fare) o affidarsi ad un provvidenziale "soccorso rosso europeo" come sembrano fare Prodi e Ciampi rischia di consegnare un paese ignaro ad un "massacro", sociale ed economico, probabile conseguenza tanto dell'ingresso nell'Euro di un paese non risanato alla radice, quanto di una traumatica bocciatura.

A partire dalla riforma delle pensioni, perciò, il Governo sappia ricordare agli italiani che vi sono gli enormi debiti da pagare, del passato e del presente, oppure smetta di illudere il paese chiedendo solo inutili sacrifici sul fronte della pressione fiscale.

 
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